Cicerone, In Verrem: 02; 02-01-05, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 02-01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-01-05
[4] Denique ille ipse M Marcellus, cuius in Sicilia virtutem hostes, misericordiam victi, fidem ceteri Siculi perspexerunt, non solum sociis in eo bello consuluit, verum etiam superatis hostibus temperavit [4] Infine lo stesso M Marcello, che in Sicilia diede ai nemici la prova più chiara del suo valore, ai vinti della sua misericordia e agli altri siciliani della sua lealtà, in quella guerra non si contentò di provvedere agli interessi degli alleati, ma, una volta ottenuta la vittoria, risparmiò i nemici vinti
Urbem pulcherrimam Syracusas,quae cum manu munitissima esset, tum loci natura terra ac mari clauderetur,cum vi consilioque cepisset, non solum incolumem passus est esse, sed ita reliquit ornatam ut esset idem monumentum victoriae, mansuetudinis, continentiae, cum homines viderent et quid expugnasset et quibus pepercisset et quae reliquisset: tantum ille honorem habendum Siciliae putavit ut ne hostium quidem urbem ex sociorum insula tollendam arbitraretur Avendo conquistato con la forza delle armi e con la sua sagacia di generale una città bellissima, Siracusa -che era protettissima sia dalle opere di fortificazione, sia dalla posizione naturale che la rende inaccessibile sia per via di terra che di mare,- egli la lasciò non solo intatta, ma pure così piena di opere darte, da farne contemporaneamente la testimonianza della sua vittoria, della sua clemenza e della sua moderazione perché gli uomini vedessero sia cosa che aveva espugnato,sia la popolazione che aveva risparmiata e le opere darte che vi aveva lasciate: ritenne la Sicilia degna di tanto onore, che perfino la distruzione di una città nemica in unisola così fedele appariva a lui ingiusta
[5] Itaque ad omnis res sic illa provincia semper usi sumus ut, quicquid ex sese posset efferre, id non apud nos nasci, sed domi nostrae conditum iam putaremus [5] E così per ogni nostro bisogno abbiamo sempre fatto ricorso a questa provincia, con lanimo di chi considerava tutti i suoi prodotti non come frutto del nostro suolo, ma come provviste già messe in serbo a casa nostra

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-106-110

Quando illa frumentum quod deberet non ad diem dedit Quando mai essa non ha consegnato alla scadenza fissata il grano dovutoci
Quando id quod opus esse putaret non ultro pollicita est Quando mai non ci ha offerto spontaneamente il quantitativo che riteneva a noi necessario

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Quando id quod imperaretur recusavit Quando mai ha opposto un rifiuto alle nostre requisizioni
Itaque ille M Cato Sapiens cellam penariam rei publicae nostrae, nutricem plebis Romanae Siciliam nominabat Ecco perché il famoso M Catone il Saggio chiamava la Sicilia granaio della repubblica e nutrice della plebe romana

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-96-100

Nos vero experti sumus Italico maximo difficillimoque bello Siciliam nobis non pro penaria cella, sed pro aerario illo maiorum vetere ac referto fuisse ; nam sine ullo sumptu nostro, coriis, tunicis, frumentoque suppeditando, maximos exercitus nostros vestivit, aluit, armavit Noi in verità nella difficilissima e grande guerra italica abbiamo per esperienza trovato nella Sicilia non solo il granaio, ma addirittura il famoso tesoro dei nostri antenati, così antico e così ben fornito; perché essa fornendoci senza alcuna spesa da parte nostra cuoio, tuniche e grano vestì e nutrì e armò i nostri grandissimi eserciti
[III, 6]Quid [III, 6]E poi

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Illa quae forsitan ne sentiamus quidem, iudices, quanta sunt E gli altri vantaggi, dei quali forse non siamo neppure coscienti, quanto sono preziosi

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