Cicerone, Filippiche: 04; 11-14, pag 2

Cicerone, Filippiche: 04; 11-14

Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 04; 11-14
Nec mirum: agitur enim non qua condicione victuri, sed victurine simus an cum supplicio ignominiaque perituri Non c’è da stupirsi: infatti non si dice in quale condizione potremo vivere, ma se potremo vivere oppure dovremo morire con torture e supplizi
[13] Quamquam mortem quidem natura proposuit; crudelitatem mortis et dedecus virtus propulsare solet, quae propria est Romani generis et seminis [13] Certamente la natura ha garantito la morte; la virtù che è esclusiva della stirpe e del sangue romano, è solita allontanare la crudeltà e l’ignominia della morte
Hanc retinete, quaeso, Quirites, quam vobis tamquam hereditatem maiores vestri reliquerunt; quamquam alia omnia falsa, incerta sunt, caduca, mobilia, virtus est una altissimis defixa radicibus, quae numquam vi ulla labefactari potest, numquam demoveri loco Romani, vi prego, conservate questa virtù che i vostri antenati vi hanno lasciato in eredità; del resto tutti gli altri beni sono fittizi, insicuri, passeggeri, instabili, la sola virtù è piantata con radici profondissime, nessuna forza può mai farla vacillare, né smuoverla dal suo posto

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Cicerone, Filippiche: 02; 16-20
Cicerone, Filippiche: 02; 16-20

Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 02; 16-20

Hac virtute maiores vestri primum universam Italiam devicerunt, deinde Karthaginem exciderunt, Numantiam everterunt, potentissimos reges, bellicosissimas gentis in dicionem huius imperi redegerunt Con questa virtù i vostri antenati debellarono prima tutta quanta l’Italia, poi distrussero Cartagine, annientarono la Numanzia, assoggettarono al dominio del nostro impero i re più potenti ed i popoli più bellicosi
[14, VI] Ac maioribus quidem vestris, Quirites, cum eo hoste res erat qui haberet rem publicam, curiam, aerarium, consensum et concordiam civium, rationem aliquam, si ita res tulisset, pacis et foederis; hic vester hostis vestram rem publicam oppugnat, ipse habet nullam; senatum, id est orbis terrae consilium, delere gestit, ipse consilium publicum nullum habet; aerarium vestrum exhausit, suum non habet [14, VI] Certamente, Romani, per i vostri antenati c’era un combattimento contro un nemico che aveva uno stato, un senato, un tesoro pubblico, il consenso e la concordia dei cittadini, una legittima facoltà di concludere pace e trattati, sotto la spinta delle circostanze; questo vostro nemico combatte contro il vostro stato, egli stesso non ne ha uno suo; desidera distruggere il senato, cioè il consiglio di tutta la terra, egli stesso non ha nessun consiglio pubblico; ha sperperato il vostro erario, non ne ha uno suo

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Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 02; 11-15

Nam concordiam civium qui habere potest, nullam cum habet civitatem Infatti come potrebbe avere la concordia dei cittadini, dato che non ha una città
Pacis vero quae potest esse cum eo ratio in quo est incredibilis crudelitas, fides nulla Invero quale possibilità potrebbe esserci di concludere una pace con un individuo nel quale si trova un’incredibile crudeltà, nessuna lealtà

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