Cicerone, De Oratore: Libro 02; 76-80

Cicerone, De Oratore: Libro 02; 76-80

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 02; 76-80

[LXXVI] [307] Itaque nunc illuc redeo, Catule, in quo tu me paulo ante laudabas, ad ordinem conlocationemque rerum ac locorum; cuius ratio est duplex; altera, quam adfert natura causarum, altera, quae oratorum iudicio et prudentia comparatur: nam ut aliquid ante rem dicamus, deinde ut rem exponamus, post ut eam probemus nostris praesidiis confirmandis, contrariis refutandis, deinde ut concludamus atque ita peroremus, hoc dicendi natura ipsa praescribit; [308] ut vero statuamus ea, quae probandi et docendi causa dicenda sunt quem ad modum componamus, id est vel maxime proprium oratoris prudentiae [LXXVI][307] Ora, o Catulo, io torno a quel punto per cui dianzi tu mi lodavi, cioè allordine e alla distribuzione della materia della causa e degli argomenti;la cui metodologia è duplice: quella offerta dalla natura stessa della causa e quella offerta dallintelligenza e dallesperienza delloratore: infatti è la natura stessa del discorso che ci spinge a pronunziare un preambolo prima di esporre il fatto, poi ad esporre il fatto, poi a difenderlo, dimostrando la validità dei nostri argomenti e la vacuità di quelli dellavversario, e infine a fare la conclusione e la perorazione; [308] per stabilire in qual modo debbano essere disposti gli argomenti, che vengono pronunziati a sostegno della causa o per la sua illustrazione, questo dipende principalmente dallabilità delloratore
Multa enim occurrunt argumenta; multa, quae in dicendo profutura videantur; sed eorum partim ita levia sunt, ut contemnenda sint; partim, etiam si quid habent adiumenti, sunt non numquam eius modi, ut insit in eis aliquid viti neque tanti sit illud, quod prodesse videatur, ut cum aliquo malo coniungatur; [309] quae autem utilia sunt atque firma, si ea tamen, ut saepe fit, valde multa sunt, ea, quae ex eis aut levissima sunt aut aliis gravioribus consimilia, secerni arbitror oportere atque ex oratione removeri: equidem cum conligo argumenta causarum, non tam ea numerare soleo quam expendere Molti argomenti, che potranno sembrare utili nello svolgimento del discorso, si presentano alloratore; ma alcuni sono talmente insignificanti, che possono essere trascurati; altri, pur presentando qualche vantaggio, sono talvolta di tal natura da avere in sé qualche inconveniente, mentre il vantaggio che presentano non è così grande da compensare il danno che potrebbe derivarne;[309] e gli argomenti che sono utili e validi, se, come spesso avviene, sono moltissimi, io penso che bisogna raccogliere quelli che si presentano come i più deboli ed eseluderli dal nostro discorso: per parte mia, quando raccolgo gli argomenti di una causa, io sono abituato non tanto a contarli quanto a pesarli
[LXXVII] [310] Et quoniam, quod saepe iam dixi, tribus rebus homines ad nostram sententiam perducimus, aut docendo aut conciliando aut permovendo, una ex tribus his rebus res prae nobis est ferenda, ut nihil aliud nisi docere velle videamur; reliquae duae, sicuti sanguis in corporibus, sic illae in perpetuis orationibus fusae esse debebunt; nam et principia et ceterae partes orationis, de quibus paulo post pauca dicemus, habere hanc vim magno opere debent, ut ad eorum mentis, apud quos agetur, movendas pertinere possint [LXVII] [310] E poiché cosa che ho già detto diverse volte noi riusciamo a persuadere gli uomini in tre modi, cioè con linformarli, col procurarci la loro benevolenza e col commuoverli, dobbiamo dare risalto a uno solo di questi tre elementi, in modo che sembri che noi vogliamo solo informarli: gli altri due debbono essere diffusi in tutto il discorso, come il sangue nel corpo; infatti tanto lesordio quanto le rimanenti parti del discorso, delle quali tra poco parleremo, dovranno avere una forza tale da poter commuovere gli animi di coloro davanti ai quali si svolge il dibattimento

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 26-30

[311] Sed his partibus orationis quae, etsi nihil docent argumentando, persuadendo tamen et commovendo perficiunt plurimum, quamquam maxime proprius est locus et in exordiendo et in perorando, digredi tamen ab eo, quod proposueris atque agas, permovendorum animorum causa saepe utile est; [312] itaque vel re narrata et eita saepe datur ad commovendos animos digrediendi locus, vel argumentis nostris confirmatis vel contrariis refutatis vel utroque loco vel omnibus, si habet eam causa dignitatem atque copiam, recte id fieri potest; eaeque causae sunt ad augendum et ad ornandum gravissimae atque plenissimae, quae plurimos exitus dant ad eius modi digressionem, ut eis locis uti liceat, quibus animorum impetus eorum, qui audiant, aut impellantur aut reflectantur [311] Ma spesso sarà utile, ai fini della commozione degli animi, allontanarsi dal tema che uno si è proposto e sta svolgendo, in quelle parti del discorso che, pur non dando alcuna informazione per la dimostrazione delle prove, tuttavia riescono molto utili con la persuasione e con la coninozìone, benché il luogo più adatto per questo scopo si trovi nellesordio e nella perorazione;[312] perciò avviene spesso che, dopo che è stato narrato ed esposto il fatto, si presenti loccasione di una digressione, ai finì della commozione degli ascoltatori; così pure, dopo che abbiamo dimostrato la bontà dei nostri argomenti o confutato quelli degli avversari, o in ambedue queste parti o in tutte le parti del nostro discorso, una digressione può riuscire opportuna, se la causa presenta una tale importanza ed ampiezza; e quelle cause che sono più importanti e più adatte ad essere ampliate e arricchite sono quelle che presentano il maggior numero di motivi di digressioni di questo genere, così che in tali casi è opportuno fare uso di quegli argomenti con i quali si eccitano o si placano gli animi degli ascoltatori
[313] Atque etiam in illo reprehendo eos, qui, quae minime firma sunt, ea prima conlocant; in quo illos quoque errare arbitror, qui, si quando - id quod mihi numquam placuit - pluris adhibent patronos, ut in quoque eorum minimum putant esse, ita eum primum volunt dicere: res enim hoc postulat, ut eorum exspectationi, qui audiunt, quam celerrime succurratur; cui si initio satis factum non sit; multo plus sit in reliqua causa laborandum; male enim se res habet, quae non statim, ut dici coepta est, melior fieri videtur [313] Sotto questo riguardo io disapprovo quegli oratori, che mettono al primo posto gli argomenti meno validi; penso che sbaglino anche coloro i quali, quando nella causa vi sono diversi oratori, cosa che io ho sempre condannato vogliono che parli per primo colui che a loro giudizio è il meno abile: la causa richiede che si soddisfaccia il più presto possibile lattesa di coloro che ascoltano: se questo non si fa allinizio, bisognerà farlo nel corso del dibattito e con uno sforzo maggiore; infatti prende una cattiva piega la causa che, fin dal momento in cui comincia ad essere discussa, non dia limpressione di una buona riuscita

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[314] Ergo ut in oratore optimus quisque, sic in oratione firmissimum quodque sit primum; dum illud tamen in utroque teneatur, ut ea, quae excellent, serventur etiam ad perorandum; si quae erunt mediocria, nam vitiosis nusquam esse oportet locum, in mediam turbam atque in gregem coniciantur [314] Pertanto, come il migliore oratore deve parlare per primo, così gli argomenti più validi siano esposti per primi; per ambedue le cose però non si trascuri questa norma, di riserbare per la perorazione ciò che abbiamo di meglio ; gli argomenti poco efficaci quelli sfavorevoli li escludo del tutto siano collocati nel mezzo insieme a tutti gli altri
[315] Hisce omnibus rebus consideratis tum denique id, quod primum est dicendum, postremum soleo cogitare, quo utar exordio [315] Dopo che io ho riflettuto su tutte queste questioni, allora finalmente, come ultimo atto, soglio pensare alle cose che debbo dire per prime, cioè allesordio

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Nam si quando id primum invenire volui, nullum mihi occurrit nisi aut exile aut nugatorium aut vulgare aut commune Infatti se qualche volta io ho voluto pensare come prima cosa allesordio, non mi è venuto in mente che un esordio scarno, puerile, banale e generico
[LXXVIII] Principia autem dicendi semper cum accurata et acuta et instructa sententiis, apta verbis, tum vero causarum propria esse debent; prima est enim quasi cognitio et commendatio orationis in principio, quaeque continuo eum, qui audit, permulcere atque allicere debet; [316] in quo admirari soleo non equidem istos, qui nullam huic rei operam dederunt, sed hominem in primis disertum atque eruditum, Philippum, qui ita solet surgere ad dicendum, ut quod primum verbum habiturus sit, nesciat; et ait idem, cum bracchium concalfecerit, tum se solere pugnare; neque attendit eos ipsos, unde hoc simile ducat, primas illas hastas ita iactare leniter, ut et venustati vel maxime serviant et reliquis viribus suis consulant [LXVIII] Lesordio poi deve essere sempre accurato, penetrante, denso di pensieri, dotato di espressioni convenienti, e inoltre bene intonato alla causa; esso infatti è come la presentazione e la raccomandazione del discorso, e deve fin dal primo momento colpire e attrarre gli ascoltatori; [316] io non capisco come mai, non dico codesti oratori improvvisati, ma un uomoabilissimo nel parlare e edito come Filippo possa spesso alzarsi a parlare senza sapere come dovrà iniziare il suo discorso: egli che afferma che è sua abitudine combattere quando gli si è scaldato il braccio, e non pensa che quegli stessi, dai quali deriva il paragone, scagliano leggermente le prime lance per conferire ai loro atti la massima eleganza e per risparmiare le loro forze

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[317] Nec est dubium, quin exordium dicendi vehemens et pugnax non saepe esse debeat; sed si in ipso illo gladiatorio vitae certamine, quo ferro decernitur, tamen ante congressum multa fiunt, quae non ad vulnus, sed ad speciem valere videantur, quanto hoc magis in oratione est spectandum, in qua non vis potius quam delectatio postulatur [317] Non vi è dubbio che qualche volta lesordio debba essere vivace e aggressivo; ma se nei ludi gladiatori, ove si combatte con le armi per la vita, prima dellassalto vero e proprio, vengono fatte molte mosse a scopo di spettacolo e non per ferire lavversario, quanto più un simile procedimento è richiesto in un discorso, a cui non chiediamo unespressione di forza fisica ma un godimento estetico
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