Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 61-67

Cicerone, De Natura deorum: Libro 02; 61-67

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 61-67

LXI [153] Quid vero hominum ratio non in caelum usque penetravit LXI [153] Che la facoltà razionale dell'uomo non si è forse spinta sino al cielo
Soli enim ex animantibus nos astrorum ortus, obitus cursusque cognovimus, ab hominum genere finitus est dies, mensis, annus, defectiones solis et lunae cognitae praedictaeque in omne posterum tempus, quae, quantae, quando futurae sint Soli fra gli esseri dotati di vita siamo riusciti a conoscere il corso degli astri, il loro sorgere ed il loro tramontare, dal genere umano è stato definito la durata del giorno, del mese, dell'anno, sono state conosciute le eclissi del sole e della luna riuscendo a predire per tutto il tempoavvenire il loro numero e la data esatta di ciascuna
Quae contuens animus accedit ad cognitionem deorum, e qua oritur pietas, cui coniuncta iustitia est reliquaeque virtutes, e quibus vita beata exsistit par et similis deorum, nulla alia re nisi immortalitate, quae nihil ad bene vivendum pertinet, cedens caelestibus Partendo dalla contemplazione di questi fenomeni l'animo dell'uomo finisce per accostarsi alla cognizione degli dèi fonte della pietà e, insieme, della giustizia e di tutte le altre virtù dalle quali deriva all'uomo una felicità pari e simile a quella degli dèi ed inferiore a quella per la sola mancanza del dono dell'immortalità: ma l'immortalità nulla ha a che fare con una vita virtuosa

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 03; 16-20
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 16-20

Quibus rebus expositis satis docuisse videor, hominis natura quanto omnis anteiret animantes Con questa mia esposizione mi sembra di aver sufficientemente chiarito la superiorità dell'umana natura rispetto agli altri animali
Ex quo debet intellegi nec figuram situmque membrorum nec ingenii mentisque vim talem effici potuisse fortuna Da ciò dovrebbe ormai risultare chiaro che né la struttura e la conformazione delle membra né la nativa facoltà del pensiero possono essersi costituite per puro caso

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 03; 01-05
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 01-05

[154] Restat, ut doceam atque aliquando perorem omnia, quae sint in hoc mundo, quibus utantur homines, hominum causa facta esse et parata [154] Mi resta ora da dimostrare, a mo' di conclusione, che tutto ciò di cui l'uomo si serve in questo mondo è stato appositamente creato e preparato per lui
LXII Principio ipse mundus deorum hominumque causa factus est, quaeque in eo sunt, ea parata ad fructum hominum et inventa sunt LXII Innanzitutto il mondo è stato di per se stesso costruito per gli uomini e per gli dèi e tutto ciò che esso contiene è stato predisposto e si è rivelato di utilità per l'uomo

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 26-30

Est enim mundus quasi communis deorum atque hominum domus aut urbs utrorumque; soli enim ratione utentes iure ac lege vivunt Il mondo è infatti una sorta di comune dimora degli dèi e degli uomini o, se si vuole, una città destinata ad accoglierli entrambi: lo dimostra il fatto che essi soli hanno l'uso della ragione e vivono in base al diritto ed alle leggi
Ut igitur Athenas et Lacedaemonem Atheniensium Lacedaemoniorumque causa putandum est conditas esse omniaque, quae sint in his urbibus eorum populorum recte esse dicuntur, sic, quaecumque sunt in omni mundo, deorum atque hominum putanda sunt Come dunque Atene e Sparta sono da ritenersi costruite in funzione degli Ateniesi e degli Spartani e a buon diritto si afferma che quanto si trova in esse appartiene a quei popoli, allo stesso modo tutto ciò che il mondo reca in sé in tutta la sua estensione deve considerarsi come appartenente agli dèi ed agli uomini

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 46-50

[155] Iam vero circumitus solis et lunae reliquorumque siderum, quamquam etiam ad mundi cohaerentiam pertinent, tamen et spectaculum hominibus praebent; nulla est enim insatiabilior species, nulla pulchrior et ad rationem sollertiamque praestantior; eorum enim cursus dimetati maturitates temporum et varietates mutationesque cognovimus [155] Consideriamo i movimenti del sole, della luna e delle altre stelle: essi servono indubbiamente a mantenere la compagine dell'universo, ma offrono anche all'uomo uno spettacolo la cui contemplazione non stanca mai e del quale nessun'altra visione è più bella e più adatta a stimolare l'attività razionale; infatti in base alla misurazione di quei movimenti siamo riusciti a determinare i limiti, le variazioni, ed i mutamenti delle stagioni

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