Cicerone, De Oratore: Libro 01; 11-15, pag 2

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 11-15

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 11-15
Quicquid erit igitur quacumque ex arte, quocumque de genere, orator id, si tamquam clientis causam didicerit, dicet melius et ornatius quam ipse ille eius rei inventor atque artifex Pertanto, qualunque sia largomento, a qualunque arte o disciplina appartenga, come se avesse imparato la causa del cliente, loratore lo esporrà con maggiore competenza ed eleganza dello stesso inventore e provetto intenditore
[52] Nam si quis erit qui hoc dicat, esse quasdam oratorum proprias sententias atque causas et certarum rerum forensibus cancellis circumscriptam scientiam, fatebor equidem in his magis adsidue versari hanc nostram dictionem, sed tamen in his ipsis rebus permulta sunt, quae ipsi magistri, qui rhetorici vocantur, nec tradunt nec tenent [52] E se qualcun sostiene che vi sono determinati argomenti e problemi propri degli oratori e una speciale scienza limitata ai tribunali, io ammetterò che il nostro genere di eloquenza sinte u ressa con maggiore frequenza di questi problemi; tuttavia in questo ristretto spazio ci sono moltissime nozioni, che non vengono insegnate e non sono neanche conosciute dai cosiddetti retori
[53] Quis enim nescit maximam vim exsistere oratoris in hominum mentibus vel ad iram aut ad odium aut ad dolorem incitandis vel ab hisce eisdem permotionibus ad lenitatem misericordiamque revocandis [53] Chi non sa che la più grande forza delleloquenza si esprime nello spingere gli animi umani sia allira che allodio e al dolore, o nel riportarli da questi medesimi sentimenti alla dolcezza e alla misericordia

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 06-10

Quae nisi qui naturas hominum vimque omnem humanitatis causasque eas, quibus mentes aut incitantur aut reflectuntur, penitus perspexerit, dicendo quod volet perficere non poterit Ma tali effetti, che sono lo scopo delloratore, non potranno essere ottenuti con la parola, se non da colui che avrà conosciuto perfettamente le indoli degli uomini, lintera essenza della natura umana e i motivi che possono eccitare o calmare gli animi
[54] Atque totus hic locus philosophorum proprius videtur, neque orator me auctore umquam repugnabit; sed, cum illis cognitionem rerum concesserit, quod in ea solum illi voluerint elaborare, tractationem orationis, quae sine illa scientia est nulla, sibi adsumet; hoc enim est proprium oratoris, quod saepe iam dixi, oratio gravis et ornata et hominum sensibus ac mentibus accommodata [54] Orbene, sembra che tutto questo è compito particolare dei filosofi e loratore, a mio giudizio, non lo ammetterà mai; però quando avrà lasciato a quelli la conoscenza della materia poiché solo di tale cono uistotele scenza essi vogliono interessarsi , prenderà per sé lelaborazione artistica del discorso, che è impensabile senza la perfetta conoscenza dellargomento;infatti, come spesso ho detto, ciò che si addice particolarmente alloratore è un discorso effi o cace, elegante, adatto ai sentimenti e allintelligenza degli uomini

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[XIII] [55] Quibus de rebus Aristotelem et Theophrastum scripsisse fateor; sed vide ne hoc, Scaevola, totum sit a me: nam ego, quae sunt oratori cum illis communia, non mutuor ab illis, isti quae de his rebus disputant, oratorum esse concedunt, itaque ceteros libros artis suae nomine, hos rhetoricos et inscribunt et appellant [XIII] [55] Ammetto che su tali argomenti abbiano scritto anche Aristotele e Teofrasto; ma bada, o Scevola, che tale fatto potrebbe deporre interamente in mio favore: infatti io non prendo in prestito dai filosofi le nozioni che loratore possìede in comune con loro; i filosofi invece ammettono che sono proprie degli oratori le discussioni che essi fanno su tali argomenti, perciò mentre a tutti gli altri libri dànno un titolo derivato dalla disciplina che essi professano, intitolano e chiamano questi libri retorici
[56] Etenim cum illi in dicendo inciderint loci, quod persaepe evenit, ut de dis immortalibus, de pietate, de concordia, de amicitia, de communi civium, de hominum, de gentium iure, de aequitate, de temperantia, de magnitudine animi, de omni virtutis genere sit dicendum, clamabunt, credo, omnia gymnasia atque omnes philosophorum scholae sua esse haec omnia propria, nihil omnino ad oratorem pertinere; [57] quibus ego, ut de his rebus in angulis consumendi oti causa disserant, cum concessero, illud tamen oratori tribuam et dabo, ut eadem, de quibus illi tenui quodam exsanguique sermone disputant, hic cum omni iucunditate et gravitate explicet [56] Se in un discorso dovessero essere illustrati cosa che capita spesso temi come gli dèi immortali, la pietà, la concordia, lamicizia, il diritto comune dei cittadini, degli uomini, delle genti, la giustizia, la temperanza, la generosità, e ogni altro genere di virtù, tutti i ginnasi lo credo bene e tutte le scuole filosofiche griderebbero che tali argomenti sono di stretta loro spettanza e che non interessano per nulla loratore; [57] ma quando io avrò concesso che i filosofi possono discutere su questi argomenti, nel chiuso delle loro scuole, a titolo di svago, dovrò riconoscere alloratore la facoltà di illustrare con un discorso veramente piacevole ed efficace quei temi che quelli trattano con un discorso, per dir così, debole e senza forza

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Haec ego cum ipsis philosophis [tum] Athenis disserebam; cogebat enim me M Marcellus hic noster, qui [nunc aedilis curulis est et] profecto, nisi ludos nunc faceret, huic nostro sermoni interesset; ac iam tum erat adulescentulus his studiis mirifice deditus Questa tesi io lho sostenuta davanti agli stessi filosofi in Atene spinto da questo nostro M Marcello , che certamente sarebbe presente a questa conversa zione, se in questi giorni non fosse impegnato nellorganizzazione dei ludi: allora egli era molto giovane e mostrava una straordinaria attitudine a questi studi
[58] Iam vero de legibus constituendis, de bello, de pace, de sociis, de vectigalibus, de iure civium generatim in ordines aetatesque discriptorum dicant vel Graeci, si volunt, Lycurgum aut Solonem - quamquam illos quidem censemus in numero eloquentium reponendos - scisse melius quam Hyperidem aut Demosthenem, perfectos iam homines in dicendo et perpolitos, vel nostri decem viros, qui XII tabulas perscripserunt, quos necesse est fuisse prudentis, anteponant in hoc genere et Ser Galbae et socero tuo C Laelio, quos constat dicendi gloria praestitisse [58] In materia di elaborazione di leggi, di guerra, di pace, di popoli alleati o tributari, di diritto dei cittadini distinti in varie categorie a seconda della classe e delletà, dicano pure i Greci, se vogliono, che Licurgo e Solone per quanto io stesso ammetto che costoro debbano essere annoverati tra gli uomini più eloquenti fossero più valenti di Iperide e Demostene, uomini che ebbero indubbiamente uneloquenza perfetta e forbitissima,oppure concediamo ai nostri di anteporre in questo campo i dccemviri, che scrissero le leggi delle XII Tavole, e che dovettero essere uomini ricchi di saggezza, a Servio Galba e al suocero tuo C Lelio che, come tutti sappiamo, furono sommi nellarte del dire

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[59] Numquam enim negabo esse quasdam partis proprias eorum, qui in his cognoscendis atque tractandis studium suum omne posuerunt, sed oratorem plenum atque perfectum esse eum, qui de omnibus rebus possit copiose varieque dicere [59] Io non voglio negare che certe determinate conoscenze siano proprie di coloro che hanno dedicato tutte le loro cure a studiarle e a pra scicnti ticarle: sono però convinto che perfetto oratore è solo colui che sia in grado di parlare con un linguaggio ricco e vario su qualsiasi argomento

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