Cicerone, De Oratore: Libro 01; 11-15, pag 3

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 11-15

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 11-15
[XIV] Etenim saepe in eis causis, quas omnes proprias esse oratorum confitentur,est aliquid, quod non ex usu forensi, quem solum oratoribus conceditis, sed ex obscuriore aliqua scientia sit promendum atque sumendum [XIV] Spesso infatti nelle stesse cause, che per unanime consenso sono di stretta pertinenza delloratore, vi è qualcosa che non si può trarre o derivare dalla pratica del foro, che sola voi concedete alloratore, ma da qualche altra scienza più recondita
[60] Quaero enim num possit aut contra imperatorem aut pro imperatore dici sine rei militaris usu aut saepe etiam sine regionum terrestrium aut maritimarum scientia; num apud populum de legibus iubendis aut vetandis, num in senatu de omni rei publicae genere dici sine summa rerum civilium cognitione et prudentia; num admoveri possit oratio ad sensus animorum atque motus vel inflammandos vel etiam exstinguendos, quod unum in oratore dominatur, sine diligentissima pervestigatione earum omnium rationum, quae de naturis humani generis ac moribus a philosophis explicantur [60] Io domando come si possa parlare contro o a favore di un generale, quando non si conosce larte militare e non si conoscono i luoghi terrestri o marittimi; come si possa par lar nelle assemblee popolari in difesa o contro lappro vazion di una legge e, in Senato, su ogni affare dello Stato senza una profonda conoscenza ed esperienza degli affari pubblici; come si possa fare un discorso inteso adeccitare o a placare i sentimenti e le passioni dellanimo umano che è il primo requisito del perfetto oratore senza uno studio accuratissimo di tutte quelle teorie psicologiche ed etiche che vengono esposte dai filosofi
[61] Atque haud scio an minus vobis hoc sim probaturus; equidem non dubitabo, quod sentio, dicere: physica ista ipsa et mathematica et quae paulo ante ceterarum artium propria posuisti, scientiae sunt eorum, qui illa profitentur, inlustrari autem oratione si quis istas ipsas artis velit, ad oratoris ei confugiendum est facultatem [61] E forse in quello che sto per dire io incontrerò ancor meno la vostra approvazione; tuttavia vi dirò senza esitazione il mio pensiero: la fisica, la matematica e quelle discipline che, stando a ciò che dianzi tu hai detto, costituiscono loggetto di tutte le altre scienze, formano il bagaglio culturale di quelle persone che le coltivano: però se qualcuno vorrà illu ert strare col discorso queste stesse scienze, dovrà necessaria- mente ricorrere alle risorse delleloquenza

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 06-10

[62] Neque enim si Philonem illum architectum, qui Atheniensibus armamentarium fecit, constat perdiserte populo rationem operis sui reddidisse, existimandum est architecti potius artificio disertum quam oratoris fuisse; nec, si huic M Antonio pro Hermodoro fuisset de navalium opere dicendum, non, cum ab illo causam didicisset, ipse ornate de alieno artificio copioseque dixisset; neque vero Asclepiades, is quo nos medico amicoque usi sumus tum eloquentia vincebat ceteros medicos, in eo ipso, quod ornate dicebat, medicinae facultate utebatur, non eloquentiae [62] noto che il celebre architetto Filone, che costruì larsenale di Atene, rese conto della sua opera al popolo con uno splendido discorso: orbene, non possiamo certo pensare che egli sia stato eloquente più per la sua perizia di architetto che per la sua abilità di oratore; e se questo M Antonio qui presente avesse dovuto parlare in favore di Ermodoro e del suo arsenale, una volta studiata la causa con laiuto del suo cliente, avrebbe certamente parlato con eleganza e ricchezza su unarte a lui estranea; ed Asclepiade , che fu nostro medico ed amico, quando superava tutti gli altri medici nelleloquenza, in quanto parlava con eleganza, non si serviva certo delle risorse della medicina, ma delleloquenza
[63] Atque illud est probabilius, neque tamen verum, quod Socrates dicere solebat, omnis in eo, quod scirent, satis esse eloquentis; illud verius, neque quemquam in eo disertum esse posse, quod nesciat, neque, si optime sciat ignarusque sit faciundae ac poliendae orationis, diserte id ipsum, de quo sciat, posse dicere [63] Più ragionevole, per quanto non vera, è quellaffermazione che soleva spesso fare Socrate, che tutti sono abbastanza eloquenti in ciò che sanno; più vera è questaltra, checome nessuno può essere eloquente in un argomento che ignora, nessuno può parlareperfettamente sullargomento che conosce, se, pur conoscendolo, ignora larte di fare e abbellire un discorso

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[XV] [64] Quam ob rem, si quis universam et propriam oratoris vim definire complectique vult, is orator erit mea sententia hoc tam gravi dignus nomine, qui, quaecumque res inciderit, quae sit dictione explicanda, prudenter et composite et ornate et memoriter dicet cum quadam actionis etiam dignitate [XV][64] Se volessimo dunque dare unesatta e completa definizione del concetto di oratore, nel suo complesso e nella sua essenza, dovremmo dire che oratore perfetto e degno di un nome così illustre è solo colui che, qualunque sia largomento che dovrà essere illustrato con la parola, saprà parlare con cognizione di causa, con ordine, con eleganza, con buona memoria e nello stesso tempo con una certa dignità di gesti
[65] Sin cuipiam nimis infinitum videtur, quod ita posui "quaecumque de re," licet hinc quantum cuique videbitur circumcidat atque amputet, tamen illud tenebo, si, quae ceteris in artibus atque studiis sita sunt, orator ignoret tantumque ea teneat, quae sint in disceptationibus atque usu forensi, tamen his de rebus ipsis si sit ei dicendum, cum cognoverit ab eis, qui tenent, quae sint in quaque re, multo oratorem melius quam ipsos illos, quorum eae sint artes, esse dicturum [65] Se poi a qualcuno sembreràeccessiva la mia affermazione qualunque sia largomento , io permetto che essa sia circoscritta e ridotta, come a ciascuno piacerà, tuttavia, su questo punto terrò duro, se loratore ignora ciò che appartiene alle altre discipline e agli altri studi e conosce solo ciò che è connesso con le discussioni e la pratica forense, dovendo discutere su questi stessi problemi a lui ignoti, purché abbia appreso dagli intenditori ciò che si riferisce a ciascun problema, parlerà molto meglio di quegli stessi che coltivano quelle discipline

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[66] Ita si de re militari dicendum huic erit Sulpicio, quaeret a C Mario adfini nostro et, cum acceperit, ita pronuntiabit, ut ipsi C Mario paene hic melius quam ipse illa scire videatur; sin de iure civili, tecum communicabit, te hominem prudentissimum et peritissimum in eis ipsis rebus, quas abs te didicerit, dicendi arte superabit [66] Così se questo Sulpicio qui presente dovesse discutere dellarte militare, assumerebbe informazioni dal nostro parente C Mario , e, avendole avute, ne discuterebbe in maniera tale da apparire agli occhi dello stesso Mario quasi un miglior conoscitore della materia di lui stesso; o se dovesse discutere di diritto civile, consulterebbe te, e negli stessi argomenti da te appresi supererebbe con la sua facondia te stesso, che pure sei un uomo dottissimo ed espertissimo
[67] Sin quae res inciderit, in qua de natura, de vitiis hominum, de cupiditatibus, de modo, de continentia, de dolore, de morte dicendum sit, forsitan, si ei sit visum, - etsi haec quidem nosse debet orator -, cum Sex Pompeio, erudito homine in philosophia, communicarit; hoc profecto efficiet ut, quamcumque rem a quoquo cognoverit, de ea multo dicat ornatius quam ille ipse, unde cognorit [67] Se poi si presentasse unoccasione in cui fosse necessario parlare della natura, dei vizi e delle passioni degli uomini, della moderazione, del dominio di sé stessi, del dolore e della morte, forse, se ciò gli sembrasse opportuno benché veramente loratore debba conoscere anche ciò consulterebbe Sesto Pompeo, uomo versatissimo negli studi filosofici ;insomma su qualsiasi argomento, da chicchessia appreso, egli certamente sarebbe in grado di parlare molto più elegantemente di colui dal quale fosse stato istruito

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[68] Sed si me audiet, quoniam philosophia in tris partis est tributa, in naturae obscuritatem, in disserendi subtilitatem, in vitam atque mores, duo illa relinquamus atque largiamur inertiae nostrae; tertium vero, quod semper oratoris fuit, nisi tenebimus, nihil oratori, in quo magnus esse possit, relinquemus [68] Ma se volete dare retta a me , poiché la filosofia si compone di tre parti, e cioè della fisica, della dialettica e delletica , trascuriamo pure e sacrifichiamo alla nostra pigrizia le prime due parti; alla terza però, che è stata sempre il sicuro dominio delloratore, noi abbiamo lobbligo di restare fedeli: altrimenti loratore non avrà nessun campo, ove possa mostrare il suo ingegno

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