Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05, pag 3

Cicerone, De Oratore: Libro 01; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 01-05
[14] Nam postea quam imperio omnium gentium constituto diuturnitas pacis otium confirmavit, nemo fere laudis cupidus adulescens non sibi ad dicendum studio omni enitendum putavit; ac primo quidem totius rationis ignari, qui neque exercitationis ullam vim neque aliquod praeceptum artis esse arbitrarentur, tantum, quantum ingenio et cogitatione poterant, consequebantur; post autem auditis oratoribus Graecis cognitisque eorum litteris adhibitisque doctoribus incredibili quodam nostri homines discendi studio flagraverunt [14] Infatti dopo che, costi tuitosi il nostro dominio su tutte le genti, la lunghezza della pace ebbe garantita la tranquillità, non ci fu quasi giovane bramoso di gloria, che non reputasse suo dovere applicarsi col massimo impegno allo studio dellarte del dire; in principio, del tutto ignari della teoria e non credendo che esistesse un metodo di esercizio o qualche precetto scientifico, otte nevano solo quei risultati che era loro possibile per mezzo dellingegno naturale e della riflessione; quando poi udirono gli oratori greci e conobbero la loro letteratura e i loro maestri, un incredibile desiderio dimparare divampò nel qua lanimo dei nostri conterranei
[15] Excitabat eos magnitudo, varietas multitudoque in omni genere causarum, ut ad eam doctrinam, quam suo quisque studio consecutus esset, adiungeretur usus frequens, qui omnium magistrorum praecepta superaret; erant autem huic studio maxima, quae nunc quoque sunt, eita praemia vel ad gratiam vel ad opes vel ad dignitatem; ingenia vero, ut multis rebus possumus iudicare, nostrorum hominum multum ceteris hominibus omnium gentium praestiterunt [15] Limportanza, la varietà e la moltitudine delle cause di ogni genere li spingevano ad aggiungere alle nozioni teoriche, che ciascuno aveva appreso con lo studio personale, la pratica giornaliera, che doveva riuscire superiore ai precetti di tutti i maestri;si aggiunga che a una tale attività erano riservati, come avviene anche oggi, sommi premi, e cioè la capacità di acquistarsi favore popolare, influenza politica e cariche pubbliche, e chele doti naturali della nostra gente, come si può desumere da molti fatti, sono sempre state molto superiori a quelle di tutte le altre genti
[16] Quibus de causis quis non iure miretur ex omni memoria aetatum, temporum, civitatum tam exiguum oratorum numerum inveniri [16] Per queste ragioni chi non si meraviglierebbe, e a buon diritto, che si riscontri un così scarso numero di oratori in tutte le età, epoche e nazioni, di cui abbiamo ricordo

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 21-25

Sed enim maius est hoc quiddam quam homines opinantur, et pluribus ex artibus studiisque conlectum La verità è che questarte è qualcosa di più difficile di quel che si crede e il risultato dello studio di più discipline
[V] Quid enim quis aliud in maxima discentium multitudine, summa magistrorum copia, praestantissimis hominum ingeniis, infinita causarum varietate, amplissimis eloquentiae propositis praemiis esse causae putet, nisi rei quandam incredibilem magnitudinem ac difficultatem [V] E veramente, dato lenorme numero di coloro che si dedicano a questarte, la grandissima abbondanza cli maestri, lo straordinario ingegno degli uomini, linfinita varietà dei processi, la magnificenza dei premi destinati agli oratori, quale altro motivo si potrebbe addurre, se non la complessità e la difficoltà veramente incredibile della materia

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 11-15

[17] Est enim et scientia comprehendenda rerum plurimarum, sine qua verborum volubilitas inanis atque inridenda est, et ipsa oratio conformanda non solum electione, sed etiam constructione verborum, et omnes animorum motus, quos hominum generi rerum natura tribuit, penitus pernoscendi, quod omnis vis ratioque dicendi in eorum, qui audiunt, mentibus aut sedandis aut excitandis expromenda est; accedat eodem oportet lepos quidam facetiaeque et eruditio libero digna celeritasque et brevitas et respondendi et lacessendi subtili venustate atque urbanitate coniuncta; [18] tenenda praeterea est omnis antiquitas exemplorumque vis, neque legum ac iuris civilis scientia neglegenda est [17] Loratore infatti deve possedere molte nozioni, senza le quali larte del dire si riduce a una pompa di parole vuota e ridicola, deve curare lo stile non solo con la scelta, ma anche con ladatta collocazione delle parole e deve inoltre conoscere a fondo tutte le passioni, che la natura ha dato al genere umano, perché è nel calmare o nelleccitare gli animi degli ascoltatori che si esprimono necessariamente tutta la forza e la bellezza delleloquenza; bisogna che a ciò si aggiunga una certa vena dumorismo, una tendenza alle facezie, una cultura degna di un uomo libero, prontezza e brevità nelle risposte e negli attacchi congiunte a garbo e gentilezza; [18] deve inoltre avere una profonda conoscenza di tutta la storia antica, donde trarre la forza degli esempi e non deve trascurare lo studio delle leggi e del diritto civile
Nam quid ego de actione ipsa plura dicam Cè bisogno che mi dilunghi perfino sul modo di porgere

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Quae motu corporis, quae gestu, quae vultu, quae vocis conformatione ac varietate moderanda est; quae sola per se ipsa quanta sit, histrionum levis ars et scaena declarat; in qua cum omnes in oris et vocis et motus moderatione laborent, quis ignorat quam pauci sint fuerintque, quos animo aequo spectare possimus Esso deve essere regolato sul movimento del corpo, sui gesti, sul volto, sul timbro e sulla moduiazione della voce; e quanto valga questo solo mezzo, considerato in sé e per sé, si può dedurre dalla scena e dalla frivola arte degli attori, dei quali ben pochi abbiamo visto e vediamo recitare con vera soddisfazione, benché tutti si sforzino nel regolare sia la pronunzia che la voce e i movimenti della persona
Quid dicam de thesauro rerum omnium, memoria E che dire di quel tesoro di tutte le nozioni che è la memoria

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Quae nisi custos inventis cogitatisque rebus et verbis adhibeatur, intellegimus omnia, etiam si praeclarissima fuerint in oratore, peritura Se questa non assiste, come una custode, i concetti e le espressioni già trovati e meditati, possiamo essere certi che tutte le altre doti delloratore, anche magnifiche, andranno perdute

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