Ching Shih: la donna pirata più potente di tutti i tempi

Ching Shih: la donna pirata più potente di tutti i tempi

Dell'infanzia della donna che terrorizzò la Cina si sa poco. Nata nel Canton, Dopo anni vivendo di espedienti, iniziò il mestiere di prostituta, divenendo presto una delle più apprezzate e richieste di tutta la città. A contraddistinguerla era un accecante bellezza sia nel volto, connotato dai dolci lineamenti, sia nel corpo, elegante e statuario

Zheng Yi discendeva da una famiglia che aveva avuto al suo interno vari capi pirata. Nella sua eccezionale ascesa piratesca fu affiancato da un giovane predone: Cheung Po Tsai che fin da subito mostrò una predisposizione naturale agli arrembaggi. Nel 1801 il duo piratesco ebbe una svolta quando Zheng Yi incontrò in un bordello della città costiera di Canton, nella provincia di Guangdong, Shi Yang, affascinante fanciulla meglio nota col come di Ching Shih, destinata a divenire sua moglie e madre adottiva di Cheung Po Tsai, nonchè ad affermarsi, dapprima accanto al marito e poi da sola al comando di una flotta immensa, come la più importante donna pirata di tutti i tempi.

L'uomo rimase folgorato nel vederla a tal punto da volerla rapire e portare via con se per sposarla. A quel punto, egli scoprì che Ching Shih, oltre che bella, aveva un notevole carisma e un carattere assai indipendente, tanto che, una volta divenuta Zheng Yi Sao, ovvero "signora Zheng Yi", costei mise in chiaro la propria volontà di partecipare attivamente alle attività piratesche del marito. Ching Shih aveva all'epoca 16 anni e il consorte 36. Zheng Yi cedette senza problemi alle richieste della sua amata e la pose accanto a sé nella conduzione della propria flotta

Ching Shih mostrò subito notevoli doti da leader, cooperando assieme al marito, con altri predoni cinesi nell'organizzare un nuovo grande consorzio della pirateria, consistente nell'unione di più flotte con cui compiere arrembaggi in grande stile. La coalizione poteva vantare oltre 400 navi e più di 60.000 uomini. A capo di questa potenza dei mari nota come "Flotta della Bandiera Rossa", vi era formalmente Zheng Yi. La flotta contava sei squadroni ognuno identificato da un colore: bianca, blu, gialla, nera, verde e la rossa che fungeva da leader. Fianco a fianco, i due sposini cominciarono a inanellare un serie di successi che resero presto la loro flotta la più temuta di tutto l'Oriente.

Il sodalizio piratesco s'interruppe nel 1807 alla morte di lui in circostanze misteriose. A quel punto a prendere le redini dell'organizzazione piratesca fu direttamente la neo vedova Ching Shih, che non aveva mai avuto problemi a trattare da pari a pari con gli altri capi pirata e che godeva da tempo del rispetto della ciurma. Riuscì i pochi mesi a rendere ancora più potente la sua flotta le cui imbarcazioni arrivarono a superare quota 1.800 e circa 80.000 individui tra uomini e donne. L'ex prostituta di Canton si trovò a capo di una potenza piratesca che mai nessun predone dei mari era riuscito a mettere insieme

Le sei flotte identificate da un colore: bianco, blu, gialla, nera, verde e la rossa di Ching Shih Le sei flotte identificate da un colore: bianco, blu, gialla, nera, verde e la rossa di Ching Shih

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La mastodontica armata non tardò a dettare legge lungo tutta la costa meridionale cinese, depredando ogni sorta di imbarcazione e spingendosi anche all'interno risalendo i  fiumi. I vari villaggi, una volta saccheggiati, erano poi obbligati a pagare una tassa in cambio della futura protezione da parte dei pirati.

Ching Shih, dopo la morte del marito, si fece affiancare in modo sempre più assiduo da Cheung Po Tsai, la spalla di Zheng Yi da lei adottato anni prima. Il giovane aveva solo 8 anni meno di lei, e tra i due, nonostante il formale rapporto madre-figlio, scattò presto un 'intesa che andò ben oltre la collaborazione negli arrembaggi, vedendoli di fatto rivestire il ruolo di amanti. Tale unione fu poi sancita da un matrimonio a cui seguì la nomina di Cheung Po Tsai a comandante. La piratessa sapeva che un capo donna poteva non essere ben vista da tutti, e cosi la scelta di porre in primo piano la figura di un uomo è da leggere come un abile mossa diplomatica, utile a non creare malumori e a mantenere la giusta disciplina.

Ching Shih introdusse alcuni codici di comportamento, simili a quelli adottati un secolo prima dai pirati dei Caraibi, a cui tutti dovevano sottostare se non volevano incorrere in spietate punizioni:

  1. chiunque sarebbe stato sorpreso a disobbedire agli ordini da lei ricevuti sarebbe stato decapitato sul posto
  2. stessa sorte a chi saccheggiava un villaggio già sottoposto a tassa
  3. decapitazione anche per chi avesse messo le mani sul fondo comune dei pirati prima che venissero redistribuiti
  4. per i disertori, taglio delle orecchie o semplici frustate
  5. divieto di violenza nei confronti delle donne fatte prigioniere pena la decapitazione

  6. divieto di rapporti sessuali con le prigioniere anche se consenzienti, tranne se venivano prese in sposa. Pena veniva legato un masso o una palla di cannone e lasciato cadere in acqua. Anche la prigioniera poteva subire lo stesso trattamento

Gli scopi di tale battaglia intrapresa da Ching Shih contro il sesso a bordo delle sue navi, prima ancora di rispondere a motivi di natura morale sarebbero da spiegarsi con un ragionamento di tipo strategico. L'idea era infatti che, reprimendo sessualmente i pirati, si potesse produrre in loro un rabbioso bisogno di sfogo da espletarsi con pieno vigore - sotto forma di violenza - al momento degli arrembaggi

Le scorrerie compiute dalla flotta non trovarono forme di resistenza da parte delle autorità cinesi anche se questi avevano l'appoggio di portoghesi e inglesi che avevano forti interessi nei mari della Cina. Poi, giunti nel 1810, la piratessa, sempre più accerchiata, comprese come la cosa migliore da fare fosse quella di patteggiare la propria resa. Si presentò dunque alle autorità di Canton per dettare le proprie condizioni, dichiarando di parlare a nome dell'intera flotta.

La donna negoziava da una posizione di forza, dacché tutti erano consapevoli delle imprese di cui lei e la sua ciurma erano ancora capaci motivo per cui non le fu difficile patteggiare un eccellente buonuscita. Consegnando le proprie armi e le proprie navi, i pirati avrebbero potuto tenere per sé i bottini accumulati nel tempo. Accettarono l'amnistia circa 20 mila pirati.

Ching Shih e il suo figlioccio-amante Cheung Po Tsai ebbero due figli, un maschio e una femmina, ma nel 1822 la donna rimase per la seconda volta vedova. Si dedicò alla carriera di imprenditrice pur essendo già oltremodo ricca. Aprì una casa da gioco con annesso bordello e si dedicò in parallelo al commercio del sale. Le scorrerie in mare erano ormai un lontano ricordo. La sua vita proseguì tranquilla fino al 1844 anno della sua morte

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