Un trapianto d’organo in un opera del 1510

un trapianto d’organo in un opera del 1510

Chiunque osservi questo quadro di autore anonimo del 1510 rimane sconcertato. Si vede una gamba bianca abbandonata ai piedi del letto, amputata senza tracce di sangue e vegliata da un angelo. Lo sguardo corre su un uomo sofferente ma ancora vivo, sul quale due uomini, dall'apparenza dotta e concentra, stanno tentando di montare una gamba nera al posto di quella amputata

L'INFLEUNZA DELLA LEGENDA AUREA DI JACOPO DA VARAZZE

se nella seconda metà del 1200 non fosse esistito Jacopo da Varazze questo quadro, e qualche altra opera simile, molto probabilmente non sarebbero mai stati dipinti. Jacopo fu uno scrittore prolifico oltre che vescovo di Genova. In particolare, scrisse il best seller del Medioevo, secondo per lettura alla sola Bibbia, Legenda Aurea (in latino significa lettura dorata) che venne tradotto in tutte le lingue. Il testo influenzò la produzione artistica, trattando in modo esteso di vita, opere, miracoli, e martiri di almeno 150 santi. Ne trassero ispirazione per le loro opere moltissime pittori, da Giotto a Piero della Francesca.

I SANTI COSMA E DAMIANO

La vita dei Santi Cosma e Damiano, medici e martiri, ispirò anche questo anonimo pittore cinquecentesco. Cosma e Damiano, santi protettori dei medici, praticavano una medicina priva di compensi. Celebri tuttora per avere introdotto l'esame delle urine, e, a livello popolare, per le loro guarigioni miracolose, in tutto il bacino del Mediterraneo sono ricordati e venerati per il miracolo della gamba del Moro.

Jacopo narra che la gamba del diacono Giustiniano era alla vista umile e putrescente, in una parola era affetta da gangrena. Significa che si era verificata o una trombosi o una embolia arteriosa, una sorta di coagulo di sangue che aveva chiuso acutamente le arterie della gamba del diacono.

L'assenza di ossigeno crea necrosi nei tessuti a cui si sovrappone la terribile infezione gangrenosa, dovuta a batteri che vivono in assenza di ossigeno e che banchettano con le carni necrotiche. Questa situazione gravissima obbliga all'amputazione per impedire che i germi anaerobi diano luogo una setticemia mortale può in alternativa si poteva essere arrivati allo stadio della gangrena per una progressiva ostruzione cronica delle arterie della gamba, tipica delle arteriosclerosi o anche del diabete.

Anonimo, Il miracolo della gamma di San Cosma e San Damiano, XVI secolo, Stoccarda

Siamo nel 474 d.C. in Siria, e i santi, per fronteggiare questo quadro drammatico, riesumano un uomo etiope appena deceduto e ne asportano l'arto destro. Tornano poi al letto del diacono Giustiniano dove amputano la gamba con la gangrena trapiantando al suo posto l'arto dell'uomo africano. E' chiaro che stiamo parlando della descrizione di un miracolo. Nel 474 d.C., o anche alla fine del 1200 quando è stata scritta su carta questa vicenda nella Legenda Aurea, non si avevano conoscenze di chirurgia vascolare sul come ricollegare i vasi dell'organo del donatore con quelli del ricevente. Tuttavia, L'opera pittorica da un punto di vista medico contiene due messaggi strepitosi se si considera quanti secoli prima essi siano stati concepiti:

  1. il primo messaggio è quello della possibilità del trapianto come atto terapeutico. I dipinti sul caso della gamba nera in effetti riproducono per la prima volta in assoluto il concetto del trapianto, ben prima che fosse concepito da una mente medica. Esistono altre riproduzioni del miracolo. Il concetto è straordinario se si pensa che i primi trapianti di pelle vennero eseguiti alla fine dell'Ottocento, e che il primo trapianto d'organo fu un rene trapiantato negli anni cinquanta del novecento
  2. il secondo messaggio incredibilmente moderno di questa tela e la possibilità della donazione da cadavere e del trapianto indipendente dalla differenza di razza fra donatore e ricevente. Cosma e Damiano trapiantano un arto donato da un nero a un bianco.