Agricoltura e allevamento ma anche calamità, carestie e malattie. Nel medioevo il lupo diventa il nemico numero 1

agricoltura e allevamento ma anche calamità, carestie e malattie. Nel medioevo il lupo diventa il nemico numero 1

Prima del 1885, quando Pasteur rese possibile la vaccinazione antirabbica, la rabbia era priva di cura. Davanti all'animale buona parte della gente si dava alla fuga. Questo atteggiamento può aver contribuito a formare in alcuni lupi l'idea che l'uomo fosse una preda facile e non combattiva

Fino quasi all'anno mille il bracconaggio non esisteva, poiché le popolazioni stanziate in Europa disponevano di vastissimi territori di caccia. L'uomo aveva sottratto ampi territori alla foresta per l'agricoltura, ma questa parte era sempre infinitesimale rispetto alle sterminate distese di boschi secolari. Il bracconaggio divenne una realtà dal IX secolo quando i franchi vietarono la caccia all'interno delle proprietà reali.

Il bracconaggio era motivato dalla fame conseguenza di raccolti magri, inondazioni, carestie, guerre ed epidemie. Per i contadini erano basilari gli orti da cui si traevano copiose produzioni che andavano per l'esclusivo consumo della famiglia. Si coltivavano lattughe, cipolle, porri, bietole, scalogni, carote, rape, cicoria, fave, ceci, fagioli, crescione, lenticchie, piselli, spinaci, asparagi, aglio, cavoli. La carne se ce n'era la mangiavano tutti specialmente il maiale. Si mangiava anche carne derivata dalla caccia minuta, dal pollame .

Le bevande alcoliche erano molto diffuse: sidro, birra, cervogia estratti da cereali fermentati. In Europa si sopravviveva grazie ad agricoltura e allevamento ma una qualsiasi calamità provocava il crollo della produzione con conseguenti carestie, malattie, morte. La siccità spazza via l'erba dei pascoli quindi il cibo per pecore, vacche, buoi e cavalli che furono falcidiati. Di conseguenza crolla la disponibilità e produzione di latte, formaggio, carne.

Le epidemie potevano colpire sia il gregge che gli animali selvatici. In queste condizioni il bracconaggio esplose, tutto pur di mangiare. Guglielmo il bastardo re d'Inghilterra faceva strappare gli occhi ai bracconieri e una volta catturati venivano frustati a sangue, mutilati accecati o uccisi. Spesso amputavano loro due dita in modo che non potessero più usare l'arco. Bernabò Visconti fece mangiare con tutta la pelle e le ossa una lepre al bracconiere che l'aveva uccisa, facendolo morire. La caccia era libera solo per gli animali pericolosi come gatti selvatici o lupi in quanto predatori


LOTTA CONTRO I PREDATORI

il danno provocato dagli animali selvatici poteva essere gravissimo e mettere effettivamente in pericolo la vita di intere famiglie che basavano la propria sopravvivenza su magri raccolti o su pochi animali d'allevamento. L'uccisione della vacche, del maiale, spesso l'unico posseduto, privava la famiglia non solo di quanto necessitava tutti i giorni come il latte, ma anche di basilari scorte alimentari per l'inverno e di quanto acquistabile con la vendita di carne.

Il nemico numero 1 dal Medioevo in avanti fu il lupo che nell'antichità invece non lo era affatto. Il lupo Non era considerato un animale pericoloso. Al tempo dei romani anche se i lupi erano molto numerosi vederli era raro. Non fu così dagli albori del Medioevo quando dopo la caduta dell'impero romano, una parte della popolazione entrò in un periodo di grande crisi in cui molte aree agricole vennero abbandonate.

I boschi ricoprirono enormi aree prima abitate e coltivate. I lupi scoprono una preda occasionale numerosa e spesso allo sbando: l'uomo. Probabilmente l'uomo invase il territorio del lupo per raccogliere i frutti e legna e tale contatto portò a scontri fra le due specie. Ma quello che rendeva l'uomo timoroso quindi attaccabile era la rabbia. Il lupo affetto da questa malattia come anche un cane o una volpe, diventa molto aggressivo, Non capisce più nulla, si avventa e morde nonostante i colpi ricevuti, finché muore.

Francois Desportes (1661-1743) fu il grande pittore delle cacce reali alla fine del regno di Luigi XIV e all'inizio di quello di Luigi XV. Ancor più che nel dipingere la selvaggina, eccelle nel dipingere i cani. Riferisce Saint-Simon che fino alla tarda età questo grande artista non esitava a unirsi ai cacciatori, e con il suo inseparabile quadernetto disegnava seduto sul suo cavallo, nel frastuono e nel furore della caccia


caccia al lupo - Francois Desportes caccia al lupo - Francois Desportes

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Ogni aspetto della vita sociale di quel periodo fu minacciata prima e colpita poi. Ogni città, insediamento, luogo fu infettato dalla pestilenza

In questa situazione interviene la chiesa. La minaccia dei lupi a volte limitava o impediva ai fedeli di raggiungere le chiese per assistere alle funzioni religiose. Tutti i lupi erano ritenuti antropofagi o comunque dannosi, ce n'erano a bizzeffe e ovunque. Il cibo per farli prosperare non mancava, prede selvatiche a parte. Carestie, epidemie e guerre provocavano l'abbandono e la dispersione di cadaveri. Guerre e invasioni potrebbero avere abituato i lupi a seguire a distanza gli eserciti che lasciavano una scia di cadaveri. L'inconsueta disponibilità alimentare crebbe enormemente con l'arrivo in Europa della peste che imperversò.

Un terzo della popolazione europea morì, gran parte non venne sepolta. Tutte le cucciolate potevano essere alimentate quando in condizioni naturali esisteva una selezione dovuta alla limitata disponibilità di cibo. Le autorità, davanti a quello che era inteso come un flagello non solo da combattere ma da estirpare, agirano in vari modi anche con premi per ogni lupo ucciso.

  • Carlo Magno disponeva che ogni circoscrizione del regno avesse due cacciatori di lupo. Da allora l'intero territorio imperiale fu coperto da una rete di questi addetti
  • In Inghilterra si commutava la pena capitale o dell'esilio con l'incarico di uccidere un certo numero di lupi
  • A Santiago de Compostela nel 1113-1114 per disposizione dell'autorità ogni sabato tutti i sudditi dovevano dedicarsi alla caccia del lupo
  • In alcune località, alll'uccisore di un lupo veniva concessa la cattura di un cervo, privilegio da re
  • Il cane che uccideva il lupo aveva grande valore e veniva usato per accoppiamenti che dessero il maggior numero di esemplari adatti per lottare contro i lupi
Lo scopo di questa persecuzione non fu solo la lotta per difendere la gente, ma anche gli animali "Nobili" da cacciare
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I lupi erano uccisi anche perché ritenuti animali malefici, lupi mannari o assassini tornati in vita sotto spoglie lupine. La riscossione dei premi in Europa fu un grande incentivo e migliaia di lupi furono uccisi. Nella Francia nel 1308 venne creato uno speciale corpo di cacciatore di lupi. Nel Medioevo presso i Bavari e i Frisoni, chi uccideva un cane da pastore che azzanna il lupo subiva una multa di tre soldi.

Lo scontro fra lupo e l'uomo si acuì quando quest'ultimo sterminò buona parte delle sue prede selvatiche. In Svizzera la ragione dello sterminio del lupo, a parte i racconti orripilanti sul suo conto, fu dovuta agli interessi legati all'allevamento del bestiame. L'allevamento di bestiame era diventato la più importante attività economica dei cantoni alpini svizzeri.

Quando nelle Alpi intorno al XIX secolo numerose foreste di montagna furono distrutte dal pascolo e dallo sfruttamento incontrollato delle risorse di legname, andarono perduti spazi vitali per la fauna selvatica. Popolazioni di camosci e cervi erano state sterminate. La scomparsa di prede naturali obbligo i lupi, orsi e linci a nutrirsi di animali domestici. Il lupo in Europa si estinse:

  • in Inghilterra nel 1500
  • in Scozia nel 1680
  • in Irlanda nel 1770
  • in Germania nel 1890
  • in Svizzera nel 1947
  • in Francia Tra il 1950 e 60

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