Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 06-10

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 06-10

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 06-10
[6][1] Quidam existimant, quicquid ex imbribus terra concepit, id illam rursus emittere et hoc argumenti loco ponunt, quod paucissima flumina in his sunt locis, quibus rarus est imber [6] [1] Alcuni pensano che la terra emetta fuori di nuovo tutta lacqua che ha ricevuto dalle piogge, e adducono come prova il fatto che ci sono pochissimi fiumi nelle regioni in cui piove raramente
[2] Ideo siccas aiunt Aethiopiae solitudines esse paucosque inueniri in interiore Africa fontes, quia fervida natura caeli sit et paene semper aestiva; squalidae itaque sine arbore, sine cultore harenae iacent raris imbribus sparsae, quos statim combibunt [2] Perciò affermano che i deserti dellEtiopia sono aridi e che nellinterno dellAfrica si trovano poche sorgenti, perché il clima è torrido e quasi sempre estivo; ci sono perciò lande sabbiose desolate prive di alberi e di abitanti, spruzzate da piogge isolate, che vengono subito assorbite
At contra constat Germaniam Galliamque et proxime ab illis Italiam abundare fluminibus et rivis, quia caelo umido utuntur et ne aestas quidem imbribus caret Al contrario si sa che la Germania e la Gallia, e subito dopo lItalia, abbondano di fiumi e di ruscelli, perché godono di un clima umido e neppure destate mancano le piogge

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 01-05

[7][1] Adversus hoc multa posse dici vides [7][1] Vedi che contro questa teoria si possono fare molte obiezioni
Primum ego tibi vinearum diligens fossor affirmo nullam pluviam esse tam magnam, quae terram ultra decem in altitudinem pedes madefaciat; omnis umor intra primam crustam consumitur nec in inferiora descendit: [2] quomodo ergo imber suggerere potest amnibus vires, qui summam humum tinguit Prima di tutto io, appassionato coltivatore di vigneti, affermo che nessuna pioggia è così abbondante da impregnare la terra per più di dieci piedi di profondità; tutta lumidità viene assorbita dallo strato superficiale e non penetra in quelli sottostanti:[2] come può, dunque, la pioggia rinvigorire i fiumi, se ha bagnato solo la superficie della terra

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 05-07

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 05-07

Pars maior eius per fluminum alveos in mare aufertur; exiguum est quod sorbeat terra, nec id servat: aut enim arida est et absumit in se quicquid infusum est, aut satiata, si quid supra desiderium cecidit, excludit, et ideo primis imbribus non augentur amnes, quia totos in se terra sitiens trahit La maggior parte di essa viene trasportata in mare attraverso il corso dei fiumi; è una minima parte quella che la terra assorbe, e non la trattiene neppure: infatti, o è secca e utilizza per sé tutto ciò che vi si introduce, o è satura e rigetta tutto ciò che eccede il suo fabbisogno, e perciò i fiumi non si accrescono alle prime piogge, perché la terra assetata le assorbe completamente
[3] Quid, quod quaedam flumina erumpunt saxis et montibus [3] E che dire del fatto che alcuni fulmini sgorgano dalle rocce e dalle montagne

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 01-05

His quid conferent pluviae, quae per nudas rupes deferuntur nec habent terram, cui insidant Che contributo daranno a questi le piogge che scorrono lungo le rupi nude e non trovano terra in cui fermarsi
Adice quod siccissimis locis putei in altum acti ultra ducentorum aut trecentorum pedum spatium inveniunt aquarum uberes venas in ea altitudine, in quam aqua non penetrat, ut scias illic non caelestem esse nec collecticium umorem, sed, quod dici solet, vivam aquam Aggiungi che pozzi profondi più di duecento o trecento piedi scavati nelle località più aride trovano abbondanti falde acquifere a una profondità a cui la pioggia non penetra, in modo che tu sappia che lì non cè acqua caduta dal cielo né acqua raccolta, ma, come si suol dire, acqua viva

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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 26-30

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 26-30

[4] Illo quoque argumento haec opinio refellitur, quod quidam fontes in summo montis cacumine redundant: apparet illos sursum agi aut ibi concipi, cum omnis pluvialis aqua decurrat [4] Questa teoria si confuta anche con largomentazione che alcune fonti sgorgano abbondanti sulla vetta di unalta montagna: è chiaro che sono spinte verso lalto o che hanno origine lì, mentre lacqua piovana scorre sempre dallalto verso il basso
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