Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 06-10, pag 2

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 06-10

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 06-10
[8][1] Quidam existimant, quemadmodum in exteriore parte terrarum vastae paludes iacent magnique et navigabiles lacus, quemadmodum ingenti spatio maria porrecta sunt infusa vallibus, sic interiora terrarum abundare aquis dulcibus nec minus illas late stagnare quam apud nos oceanum et sinus eius, immo eo latius, quo plus terra in altum patet [8][1]Alcuni ritengono che, come sulla superficie esterna della terra si estendono vaste paludi e grandi laghi navigabili, come i mari si sono allargati su spazi sterminati, insinuandosi nelle valli, così nellinterno della terra abbondino le acque dolci e si estendano immobili su unarea non meno vasta che sulla terra loceano e le sue insenature, anzi tanto più vasta quanto più la terra si estende in profondità
Ergo ex illa profunda copia isti amnes egeruntur: quos quid miraris, si terra detractos non sentit, cum adiectos maria non sentiant Dunque, i nostri fiumi provengono da quella abbondante riserva sotterranea: e che cosa cè da stupirsi se la terra non si accorge di tale privazione, dato che i mari non si rendono conto dellaggiunta
[9][1] Quibusdam haec placet causa: aiunt habere terram intra se recessus cavos et multum spiritus, qui necessario frigescit umbra gravi pressus, deinde piger et immotus in aquam, cum se desiit ferre, convertitur: quemadmodum supra nos mutatio aeris imbrem facit, ita infra terras flumen aut rivum; [2] supra nos non potest stare segnis diu et gravis (aliquando enim sole tenuatur, aliquando ventis expanditur, itaque intervalla magna imbribus sunt), sub terra vero quicquid est, quod illum in aquam convertat, idem semper est, umbra perpetua, frigus aeternum, inexercitata densitas; semper ergo praebebit fonti aut flumini causas [9] [1] Alcuni propendono per questa spiegazione: affermano che la terra ha al suo interno cavità nascoste e molta aria che, schiacciata sotto fitte tenebre, necessariamente diventa gelida, poi stagnante e immobile, e quando cessa di muoversi, si trasforma in acqua; come la trasformazione dellaria sopra di noi produce la pioggia, così sotto terra produce fiumi o ruscelli;[2] sopra di noi non può restare a lungo inerte e pesante (a volte, infatti, è rarefatta dal sole, a volte è dispersa dai venti, e per questo le piogge si verificano a grandi intervalli); sottoterra, invece, le condizioni che trasformano laria in acqua sono sempre realizzate, tenebre perpetue, freddo eterno, aria costantemente densa e immobile; dunque, offrirà sempre le cause che danno origine a una sorgente o a un fiume

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 01-05
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 01-05

[3] Placet nobis terram esse mutabilem [3] Noi crediamo che la terra sia suscettibile di trasformazione
Haec quoque quicquid efflavit, quia non libero aere concipitur, crassescit protinus et in umorem convertitur: habes primam aquarum sub terra nascentium causam Tutto ciò che essa esala, poiché non nasce nellaria libera, si condensa subito e si trasforma in liquido: eccoti la prima causa della formazione delle acque sottoterra

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 05-07
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 05-07

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 05-07

[10][1] Adicias etiam licet quod fiunt omnia ex omnibus, ex aqua aer, ex aere aqua, ignis ex aere, ex igne aer: quare ergo non ex terra fiat aqua [10] [1] Si può anche aggiungere che tutti gli elementi derivano gli uni dagli altri, laria dallacqua, lacqua dallaria, il fuoco dallaria, laria dal fuoco: perché, dunque, lacqua non potrebbe derivare dalla terra
Quae si in alia mutabilis, est etiam in aquam, immo maxime in hanc: utraque enim cognata res est, utraque gravis, utraque densa, utraque in extremum mundi compulsa Se la terra si è trasformabile negli altri elementi, lo è anche in acqua, anzi soprattutto in acqua: tra questi due elementi, infatti, cè affinità, entrambi pesanti, entrambi densi, entrambi confinati ai margini del mondo

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 01-05
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 01-05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 01-05

Ex aqua terra fit: cur non aqua fiat e terra La terra deriva dallacqua: perché lacqua non potrebbe derivare dalla terra
[2] At magna flumina sunt [2] Ma i fiumi contengono molta acqua

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 26-30
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 26-30

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 26-30

Cum videris quanta sint, rursus ex quanto prodeant adspice Quando vedrai quanta ne contengono, guarda nuovamente come sono immense le riserve da cui attingono
Tags: #seneca
Seneca, De providentia: Parte 02

Seneca, De Constantia Sapientis: 14; 01-04

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 14-15 Parte 02

Seneca, De Constantia Sapientis: 05; 01-07

Seneca, De Clementia: 01; 01-04

Seneca, Naturales Quaestiones: Prefatio 01 - 17