Romolo e Remo vendicano la morte della madre Rea Silvia seppellitta viva

Romolo e Remo vendicano la morte della madre Rea Silvia seppellitta viva

i romani si sono interrogati con passione sulle origini della loro città, e nel corso dei secoli sono sorte diverse tradizioni. Ma, all'epoca di Augusto in poi, le più autorevoli sono quelle riportate nel poema epico di Virgilio, l'Eneide, e nella Storia romana di Tito Livio

Qui si racconta come Enea, figlio della Dea Venere e del mortale Anchise, fosse fuggito dalla nativa Troia dopo che i greci avevano conquistato la città, e di come, a seguito di molte peripezie, fosse sbarcato in Italia vicino alla foce del Tevere, dove suo figlio fondò una città: Alba Longa.

Discendenti di Ascanio e dei re albani, i gemelli Romolo e Remo erano figli di una bella fanciulla, Rea Silvia, il cui padre Numitore regnava pacificamente su Alba. Poco dopo la loro nascita, tuttavia, Il trono di Numitore venne usurpato da suo fratello Amulio, che da tempo sperava di succedergli. Il legittimo re aveva Infatti un'unica figlia, che in quanto vestale era votata alla verginità. Sfortunatamente per Amulio, la nipote Rea Silvia si era unita carnalmente al Dio Marte, e dall'unione erano nati due figli, destinati alla  successione al trono : Romolo e Remo. Alla notizia della loro nascita, Amulio fu preso da una collera furibonda: spodestò il fratello, fece seppellire viva la sventurata Rea Silvia e ordinò di affidare alle acque del Tevere in piena i due neonati in un cesto di vimini perchè andassero incontro alla morte

Il fiume ebbe pietà dei bambini: li trasportò fino al colle Palatino e li depose all'asciutto sotto un fico ( che in seguito venne chiamato Ruminale ). Là, una Lupa mandata da Marte, li nutrì con il proprio latte. In seguito fu un aquila gigantesca a portare loro da mangiare. Poi li scoprì il pastore Faustolo che li condusse nella sua capanna, dove la moglie lì allevò come pastorelli. Cresciuti, vennero a conoscenza del segreto delle loro origini, diedero la caccia all'usurpatore Amulio e lo uccisero, e dopo aver restaurato sul trono di Alba il nonno Numitore ottennero da lui un terreno su cui fondare una città, non lontano dal punto in cui li aveva deposti il Tevere. 

Fu allora che tra i fratelli scoppia un diverbio. Remo voleva erigere la città sul colle Aventino; Romolo preferiva le balze rocciose del Palatino, dove la lupa li aveva nutriti


Rubens, artista prolifico, ha dipinto parecchie scene tratte dalla mitologia greco-romana. In questo celebre quadro vediamo la lupa allattare i gemelli sotto il fico Ruminale. A sinistra, il Dio Marte (sull'albero c'è uno dei suoi attributi preferiti, il picchio verde) e la vestale Rea, genitori dei bambini, sembrano osservare la scena. A destra, il pastore Faustolo si nasconde nel fogliame per contemplare il prodigio.

Musei capitolini

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