la città dovrebbe essere Gerusalemme, ma si rivela in realtà una raffigurazione di Arezzo, in cui spiccano la cattedrale con la facciata in cotto e due torri con volte a cupola, portate in luce dal restauro, aggiunte dal pittore per dare un tocco più esotico alla città. Le case e i palazzi sono nitidamente geometrici e i minuti particolari, quali i portoni delle botteghe visibili attraverso la porta della torre centrale, ci restituiscono l'eccezionale immagine di una città Toscana del quattrocento.
Sant'Elena e le sue dame assistono al ritrovamento delle croci, disseppellite da uomini molto ben caratterizzati nei tratti somatici e nell'abbigliamento sgargiante ; mirabile in particolare l'uomo contagiato alla vanga che conclude il cerchio a destra, reso ancor più apprezzabile dal restauro che gli ha restituito tutta la sua luminosità.
Il riconoscimento della vera Croce avviene tramite un miracolo: la croce posta sopra un giovane morto già nella bara ha il potere di resuscitarlo