mentre i soldati dormono, Gesù abbandona il sepolcro tornando alla vita. Si mostra in posa solenne e con il suo corpo fa da divisorio al paesaggio dietro di lui. Un paesaggio morente nella prospettiva sinistra dell'osservatore, e rinato a destra dove la natura appare ricogliosa per evidenziare che il passaggio di Cristo dalla vita alla morte, si è compiuto. Il figlio di Dio indossa un sudario e si vedono le ferite subite al costato e i fori dei chiodi. Il viso pallido della morte è ancora in lui mentre sostiene una bandiera bianca con la croce rossa.
I soldati dormono appoggiati al sarcofago, dominati dalla posa statuaria del Redentore. Sono guardie romane, ben visibile la scritta S.P.Q.R. in uno degli scudi
Cristo Risorge e sta li, quasi in posa, pronto per farsi fotografare. Con il piede appoggiato sul sepolcro in posizione di dominio - dettaglio della postura di fondamentale importanza -, esce dalla morte e riprende il controllo dell'universo: si sofferma per far capire che non sta volando via, è sul mondo e nel mondo. E' un Cristo regale anche nella posizione della mano sul ginocchio, nel suo impugnare lo stendardo come uno scettro, senza alcun segno di fretta o di provvisorietà. La sua è l'espressione di un Dio che ha vinto il mondo, perché nè la morte nè il destino della crocifissione sono riusciti ad avere la meglio. Vince dopo aver patito, e può perciò poggiare lo scettro, troneggiare sul sepolcro guardando il mondo con la spavalda assoluta certezza del dominatore.
Dal punto di vista pittorico, l'espressione del volto, pur privo di tracce di sangue, rivela affinita sia con il Cristo del Beato Angelico sia con quello di Cavallini in più prorompe il naturalismo dei capelli tirati all'indietro, come inumiditi dal sudario, e quello sguardo particolare con cui il risorto sembra scrutare il mondo