[23]Proxima dignitas Nomentanis, rubente materia, quapropter quidam rubellas appellavere vineas hae minus fertiles, vinaceis et faece nimiae, contra pruinas fortissimae, siccitate magis quam imbre, aestu quam algore vexantur quam ob rem in frigidis umidisque principatum obtinent fertilior quae minor acino et folio scissa minus [24]Apianis apes dedere cognomen, praecipue earum avidae ex iis duo genera lanugine et ipsa pubescunt distant quod altera celerius maturescit, quamquam et altera properante situs frigidi iis non respuuntur, et tamen nullae celerius imbre putrescunt vina primo dulcia austeritatem annis accipiunt Etruria nulla magis vite gaudet [25]et hactenus potissima nobilitas datur peculiaribus atque vernaculis Italiae; ceterae advenere |
[23] Il pregio seguente alle nomentane, di sostanza rossa, perciò alcuni le hanno chiamate vigne rosse Queste meno fertili, abbondanti di vinaccioli e feccia, molto resistenti contro le brine, sono colpite dalla siccità più che dalla pioggia, dal caldo che dal freddo Perciò ottengono il primato nei luoghi freddi ed umidi Più fertile quella più piccola nell'acino e meno tagliata nella foglia [24] Le api diedero il nome alle apiane, particolarmente ghiotte di esse Fra queste due generi sono ricoperti anch'essi di lanugine Si distinguono poiché uno matura più velocemente, sebbene anche l'altro si affretta Non sono rifiutati da loro i luoghi freddi, e tuttavia nessuna si rovina più velocemente con la pioggia I vini dapprima dolci acquistano asprezza negli anni L'Etruria di nessun'altra vite gode di più [25] Fin qui la fama più notevole è data alle tipiche e locali dell'Italia; le altre si aggiunsero |
e Chio Thasove Graecula non inferior Aminneis bonitate, praetenera acino et uva tam parva, ut nisi pinguissimo solo colere non prosit eugeniam Tauromenitani colles cum generositatis cognomine misere Albano tantum agro, quoniam translata statim mutatur namque est aliquis tantus locorum amor, ut omnem in iis gloriam suam relinquant nec usque transeant totae [26]quod et in Raetica Allobrogicaque, quam supra picatam appellavimus, evenit, domi nobilibus nec agnoscendis alibi fecundae tamen bonitatis vice copiam praestant, eugenia ferventibus locis, Raetica temperatis, Allobrogica frigidis, gelu maturescens et colore nigra [27]ex iis quas adhuc diximus, sed etiam e nigris, vina vetustate in album colorem transeunt |
Da Chio e da Taso la grecula non inferiore per bontà alle aminee, molto nera nell'acino e con un'uva tanto piccola, che non giova coltivarla se non in un suolo molto grasso I colli di Taormina hanno mandato solo al territorio albano l'eugenia con il significato di buona qualità, poiché trasportata viene subito alterata Infatti per alcune c'è tanto attaccamento dei luoghi, che lasciano in essi tutta la loro reputazione e non l'oltrepassano tutte intere [26] Questo accade anche nella retica e nell'allobrogica, che prima abbiamo chiamato picata, famose in patria non si possono conoscere altrove Tuttavia fertili offrono l'abbondanza al posto della bontà, l'eugenia che matura nei luoghi caldi, la retica in quelli temperati, l'allobrogica in quelli freddi, col gelo e nera di colore [27] Fra quelle che finora abbiamo nominato, ma anche fra le nere, i vini invecchiando passano al colore bianco |
reliquae ignobiles, aliquando tamen caeli aut soli opera non fallunt vetustatem, sicuti Faecenia et cum ea florens Biturigiaca, acino rarior, numquam floris obnoxii, quoniam antecedunt ventisque et imbribus resistunt, meliores tamen algentibus locis quam calidis, umidis quam sitientibus [28]visulla grandi magis quam denso uvarum partu, inpatiens variantis caeli, sed contra tenorem unum algoris aestusve constans quae minor est ex eo genere, melior in eligendo solo morosa, pingui putrescit, gracili omnino non provenit; mediam temperiem delicate quaerit, ob hoc Sabinis collibus familiaris uva eius indecora visu, sapore iucunda nisi matura protinus rapitur, etiam non putrescens cadit contra grandines eam tuetur foliorum amplitudo atque duritia |
Le altre sconosciute, tuttavia talvolta per opera del clima o del suolo non alterano la lunga durata, come la fecenia e la biturigiaca che fiorisce con essa, più rada nell'acino, di fiore mai fragile, poiché spuntano e resistono ai venti e alle piogge, tuttavia migliori nei luoghi freddi che caldi, umidi che secchi [28] La visulla con una produzione più grande che abbondante, intollerante della variazione del clima, ma tenace contro la continuità del freddo o del caldo In questo genere, migliore quella che è più piccola Incerta nello scegliere il terreno, marcisce in quello grasso, non spunta affatto in quello leggero; nella delicatezza cerca una mescolanza media, per questo comune sui colli Sabini La sua uva brutta a vedersi, gradevole nel gusto Matura, se non è subito raccolta, anche non guastandosi cade La grandezza e la durezza delle foglie la salvano contro le grandini |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 66-97
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 34, Paragrafi 66-97
[29]Insignes iam colore inter purpureas nigrasque helvolae saepius variantes et ob id varianae a quibusdam appellatae praefertur in iis nigrior; utraque alternis annis fertilis, sed melior vino, cum parcior et praeciae duo genera magnitudine acini discernuntur, quibus materies plurima uvaque ollis utilissima; folium apio simile baliscam Dyrrachini celebrant, Hispaniae coccolobin vocant rarior uva, aestus austrosque tolerat, capiti inimica, copia larga [30]Hispaniae duo genera eius faciunt, unum oblongo acino, alterum rotundo; novissimas vindemiant quo dulcior est coccolobis, hoc melior sed et austera transit in dulcem vetustatem, et quae dulcis fuit in austeritatem; tunc Albano vino aemulantur tradunt vesicae vitiis utilissimum ex iis potum |
[29] Fra le rosse e le nere famose già le elvole che cambiano più spesso di colore e per questo chiamate da alcuni variane Fra queste è preferita più nera; entrambe fertili ad anni alterni, ma migliore per il vino, quanto più poco (è) E della precia sono conosciute due specie per la grandezza dell'acino, per queste notevole quantità e uva molto adatta per le pentole; la foglia simile all'appio Gli abitanti di Durazzo esaltano la balisca, gli spagnoli la chiamano coccolobi Più rara l'uva, sopporta il caldo e i venti, dannosa per la testa, di grande abbondanza [30] Gli Spagnoli producono due suoi tipi, uno con acino lungo, l'altro rotondo; le vendemmiano per ultime La coccolobi quanto più è dolce, tanto migliore Ma anche l'aspra invecchiando passa alla dolcezza, e quella che fu dolce all'asprezza; allora sono paragonate al vino albano Dicono utilissimo per la vescica aver bevuto (vino) da queste viti |
[31]albuelis summis arboribus fertilior est, visulla imis; quam ob rem circa easdem satae diversitate naturae locupletant inerticulam e nigris appellavere, iustius sobriam dicturi, inveterato praecipue commendabilem vino, sed viribus innoxiam, si quidem temulentiam sola non facit [32]Fertilitas commendat ceteras principemque helvennacam duo eius genera: maior quam quidam longam, minor quam marcum appellant, non tam fecundam, sed gratiorem haustu discernitur folio circinato, verum utraque gracilis furcas subdere iis necessarium; alioqui ubertatem suam non tolerant maritimo adflatu gaudent, roscida odere [33]nulla vitium minus Italiam amat, rara, parva, putrescens in ea, vino quoque quod genuit aestatem non exuperans; nec alia macro solo familiarior |
[31] L'albula è più fertile fra gli alberi molto alti, la visulla fra i bassi; perciò coltivate intorno a queste stesse le arricchiscono con la varietà della natura Fra le nere chiamarono una inerticula, più esattamente l'avrebbero chiamata sobria, consigliabile particolarmente per il vino invecchiato, ma innocua per le forze, poiché unica non produce ubriachezza [32] La fertilità loda le rimanenti e l'elvenaca la principale Di essa due specie: una più grande che alcuni chiamano lunga, una più piccola che chiamano emarco, non tanto feconda, ma più gradevole al gusto Si distingue per la foglia circolare, ma entrambe sottili Necessario sostenerle con forconi; altrimenti non reggono la propria abbondanza Godono dell'aria marina, detestano le brinate [33] Nessuna delle viti ama meno l'Italia, in questa rara, piccola, che marcisce, anche col vino che produce che non supera l'estate; né un'altra più adatta ad un terreno magro |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 70-72
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 29, Paragrafi 70-72
Graecinus, qui alioqui Cornelium Celsum transcripsit, arbitratur non naturam eius repugnare Italiae, sed culturam avide palmites evocantium ob id fertilitate sua absumi, si non praepinguis soli ubertas lassescentem sustineat carbunculare negatur, magna dote, si verum est aliqua in vite caelo non esse ius [34]Aestus fert spionia, quam quidam spineam vocant, autumnisque imbribus pinguescit; quin immo nebulis una alitur, ob id Ravennati agro peculiaris vennunculam inter optime deflorescentes et ollis aptissimam Campani malunt surculam vocare, alii scapulam, Tarracina Numisianam, nullas vires proprias habentem, sed totam perinde ac solum valeat, Surrentinis tamen efficacissimam testis Vesuvio tenus |
Grecino, che riprese del resto Cornelio Celso, sostiene che non la sua natura è contraria all'Italia, ma la coltivazione di quelli che ricercano avidamente i tralci Che per questo è estenuata dalla sua fertilità, se la ricchezza di un suolo molto grasso non sostiene lei che si affatica Non prende la malattia del carbone, grande vantaggio, se è vero che non c'è nell'aria potere su qualche vite [34] La spionia, che alcuni chiamano spinosa, tollera i caldi, e cresce con le piogge autunnali; anzi unica è alimentata dalle nebbie, per questo tipica nel territorio di Ravenna Fra quelle che sfioriscono molto bene i Campani preferiscono chiamare sercula, la vernuncula, molto adatta alle pentole, altri scapula, a Terracina numisiana, che non hanno alcuna forza propria, ma il terreno la rinforza ugualmente tutta, tuttavia molto efficace nelle brocche di Sorrento fino al Vesuvio |
[35]ibi enim Murgentina e Sicilia potentissima, quam Pompeianum aliqui vocant, laeto demum feracem, sicut horconia in Campania tantum e diverso arceraca, Vergilio argitis dicta, ultro solum laetius facit, ipsa contra imbres et senecta fortissima, vino quidem vix annua ac vilitatis cibariae, sed ubertate praecipua tolerat et annos mettica, contra omne sidus firmissima, nigro acino, vinis in vetustate rufescentibus [36]Et hactenus publica sunt genera, cetera regionum locorumque aut ex iis inter se insitis mixta: si quidem Tuscis peculiaris est Tudernis, atque etiam nomen iis Florentiae sopina, Arretio talpona et etesiaca et conseminia talpona nigra candidum facit mustum etesiaca fallax: quo plus tulit, hoc laudabilius fundit, mirumque, fecunditate pariter et bonitate cessat |
[35] Infatti qui dalla Sicilia (giunse) la fortissima murgentina, che alcuni chiamano pompeiana, appunto rigogliosa in (suolo) fertile, come solo l'orconia in Campania Al contrario l'arceraca, detta da Virgilio argite, spontaneamente rende più fertile il terreno, essa stessa molto resistente contro le piogge e il tempo, anche se con poco vino ogni anno e di scadente alimento, ma di particolare fertilità La mettica dura anche anni, con acino nero, con vini che diventani rossi invecchiando [36] E fin qui ci sono i generi comuni, i rimanenti di regioni e luoghi o fra questi quelli inseriti innestati fra loro: se appunto è caratteristica per i Tusci la tuderna, ed per esse anche il nome sopina a Firenze, ad Arezzo la talpona e l'etesiaca e la conseminea La talpona nera produce un mosto bianco L'etesiaca ingannevole: quanto più produce, più apprezzabile lo rende, e cosa strana, cessa contemporaneamente di fecondità e di bontà |
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conseminia nigra, vino minime durante, uva maxime, post XV dies quam ulla alia metitur, fertilis, set cibaria [37]huius folia sicuti labruscae prius quam decidant sanguineo colore mutantur evenit hoc et quibusdam aliis, pessimi generis argumento hirtiola Umbriae Mevanatique et Piceno agro peculiaris est, Amiternino pumula isdem bananica fallax est, adamant tamen eam [38]municipii suam Pompei nomine appellant, quamvis Clusinis copiosiorem; municipii et Tiburtes appellavere, quamvis oleaginem nuper invenerit a similitudine olivae novissima haec uvarum ad hoc tempus reperta est vinaciolam soli noverunt Sabini, calventinam Gaurani scio e Falerno agro tralatas vocari Falernas, celerrime ubique degenerantes nec non Surrentinum genus fecere aliqui praedulci uva |
La conseminea nera, con un vino che dura molto poco, moltissimo l'uva, si raccoglie 15 giorni dopo qualsiasi altra, fertile, ma da mangiare [37] Le sue foglie come quelle della labrusca prima che cadano si mutano in un colore rosso Questo accade anche ad alcune altre, con indizio di pessima qualità L'irtiola è tipica dell'Umbria e di Bevagna e nel territorio Piceno, la pumula in quello di Amiterno Per gli stessi (territori) è ingannatrice la banania, tuttavia la amano [38] I Pompeiani chiamano la propria col nome del municipio, sebbene più abbondante per i Clusini; anche gli abitanti di Tivoli la chiamarono (col nome) del municipio, sebbene recentemente hanno trovato l'oleoginea dalla somiglianza con l'oliva Questa è l'ultima delle uve trovata in questo tempo I soli Sabini conoscono la vinaciola, i Gaurani la calventina So che quelle trasportate dal territorio di Falerno sono chiamate falerne, che si rovinano dovunque molto velocemente Alcuni hanno ottenuto la specie sorrentina con uva molto dolce |
[39]capnios et buconiates et tharrupia in Thurinis collibus non ante demetuntur quam gelaverit Pariana gaudent Pisae, Mutina Perusinia nigro acino, intra quadriennium albescente vino mirum ibi cum sole circumagi uvam quae ob id streptis vocatur, et in Italia Gallicam placere, trans Alpis vero Picenam dixit Vergilius Thasias et Mareotidas et Lageas compluresque externas, quae non reperiuntur in Italia |
[39] La capnia e la buconiate e la tarrupia non vengono raccolte sui colli Turini prima che sia ghiacciato A Pisa apprezzano la pariana, a Modena la perusinia con l'acino nero, col vino che diventa bianco in quattro anni Straordinario che qui si giri col sole l'uva che è chiamata per questo avvolta, e che la gallica piaccia in Italia, invece oltre le Alpi la picena Virgilio citò le tasie e le mareotidi e le lagee e diverse straniere, che non si trovano in Italia |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 137-162
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 34, Paragrafi 137-162
[40]Sed sunt etiamnum insignes uva, non vino, ambrosia e duracinis, (sine ullis vasis in vite servabilis tanta est contra frigora, aestus tempestatesque firmitas, nec orthampelos indiget arbore aut palis, ipsa se sustinens, non item dactylides digitali gracilitate), columbinae e racemosis, et magis purpureae, cognomine bimammiae, [41]quando non racemos, sed uvas alias gerunt, item tripedanea, cui nomen a mensura est, item scripula passo acino et Raetica in maritimis Alpibus appellata, dissimilis laudatae illi namque haec brevis, conferta acino, degener vino, sed cute omnium tenuissima, nucleo (quod chium vocant) uno ac minimo, acinum praegrandem unum alterumve habens est et nigra Aminnea, cui Syriacae nomen inponunt, item Hispana ignobilium probatissima |
[40] Ma sono famose anche per l'uva, non per il vino, l'ambrosia (derivata) dalle duracine, (senza alcun recipiente tanto è resistente sulla vite contro i freddi, i caldi, le tempeste e le intemperie, neanche la ortampelo ha bisogno di un albero o di pali, mantenendosi da se stessa, non così la dattilide per la sottigliezza di un dito), le colombine dalle racemose, e le più rosse con la denominazione di bimammie, [41] quando portano non grappoli, ma altre uve, così la tripedania, il cui nome dipende dalla misura, così la scripula con l'acino passo e quella chiamata retica sulle Alpi marittime, diversa da quella apprezzata Infatti questa corta, con l'acino stretto, scadente nel vino, ma con la pelle più sottile di tutte, con un solo e piccolissimo nocciolo (che chiamano chio), che ha uno o due acini molto grandi C'è anche l'aminnea nera, a cui danno il nome di siriaca, così la spagnola molto apprezzata fra quelle sconosciute |