quo pavore ignarus causae Nicias Atheniensium imperator veritus classem portu educere opes eorum adflixit |
: macte ingenio este, caeli interpretes rerumque naturae capaces, argumenti repertores, [55] quo deos hominesque vicistis | ] Grandi uomini e sovrumani mortali, compresa la legge di così grandi divinità e liberato ormai l'infelice animo degli uomini, che teme crimini durante le eclissi o una qualche morte delle stelle- nel quale timore è noto siano stati nell'eclissi di sole Stesicoro e Pindaro sublimi voci di vati- o malefici di provata mortalità a proposito della luna e per questo davano aiuto con voce discorde- del quale timore, ignaro del motivo Nicia comandante degli Ateniesi dopo aver impedito che la flotta uscisse dal porto distrusse le loro potenze-: onore alla vostra genialità, o interpreti del cielo e capaci delle realtà della natura, scopritori del ragionamento, [55] con cui superaste uomini e dei |
quis enim haec cernens et statos siderum (quoniam ita appellare placuit) labores non suae necessitati mortales genitos ignoscat | Infatti che guardando queste cose e i travagli stabiliti delle stelle (poiché così piacque definirli) non perdonerebbe i mortali generati per il loro fato |
Maybe you might be interested
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 23, Paragrafi 41-68
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 23, Paragrafi 41-68
Nunc confessa de iisdem breviter atque capitulatim attingam ratione admodum necessariis locis strictimque reddita, nam neque instituti operis talis argumentatio est neque omnium rerum afferri posse causas minus mirum est quam constare in aliquis | Ora brevemente e per sommi capi tratterò le cose esposte riguardo a ciò con una spiegazione particolarmente sui punti necessari e resa in sintesi, infatti né tale argomentazione fa parte del progetto dell'opera né c'è da meravigliarsi meno che le cause di tutte le realtà possano essere addotte come risulta in alcune |
[56] Defectus CCXXIII mensibus redire in suos orbes certum est, solis defectus non nisi novissima primave fieri luna, quod vocant coitum, lunae autem non nisi plena, semperque citra quam proxime fuerint; omnibus autem annis fieri utriusque sideris defectus statis diebus horisque sub terra nec tamen, cum superne fiant, ubique cerni, aliquando propter nubila, saepius globo terrae obstante convexitatibus mundi | [56] E' certo che le eclissi tornano sulle loro orbite ogni duecentoventitrè mesi, che le eclissi di sole non avvengono se non con la luna nuovissima o iniziale, il che chiamano congiunzione, poi (quelle) della luna solo con la luna piena, e sempre al di qua di quanto siano state precedentemente; in tutti gli anni poi (è certo) accadere le eclissi di entrambi gli astri in giorni e ore stabilite e al di sotto della terra né però, quando avvengono al di sopra, sono visibili dovunque, a volte a causa delle nuvole, più spesso per la rotondità che si frappone della terra con le curvature del mondo |
Maybe you might be interested
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 92-104
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 35, Paragrafi 92-104