Maria siede su una lastra di pietra, difficilmente identificabile in un sedile, se non fosse che la si ritrova spesso nelle Madonne con bambino medievali e del primo Rinascimento come richiamo alla pietra tombale di Gesù. L'abito segue la moda fiorentina del primo Cinquecento che Raffaello ci ha documentato nelle sue delicate Madonne. In particolare del velo trasparente, appena appoggiato sui capelli sciolti, e ricadente sulle spalle, e un ulteriore segno della conoscenza da parte del Brescianino delle opere del maestro urbinate.
La Madonna e il bambino ricordano ancora le Madonne trecentesche per una certa rigidità della figura di Maria rispetto al bambino, che invece si muove in modo più naturale. I due santi che completano il dipinto si stagliano su un fondo scuro.
Nel rispetto della tradizione iconografica san Giovanni Battista indossa un manto di pelli di animali, simbolo della permanenza nel deserto, e porta una croce mentre ci mostra il cartiglio con la scritta Ecce agnus Dei; Giovanni infatti è l'ultimo dei profeti, colui che annuncia l'arrivo del Messia. Completa la scena San Girolamo, l'Eremita che visse in penitenza (la pietra è segno della sua vita di mortificazione) e compilò la traduzione in latino della Bibbia, nella sua mano sinistra.
Del Brescianino si ha una scarsa documentazione, ma operò a Siena a partire dal 1506. Di lui si conosce la data di morte a Firenze, del 1525. Nelle sue opere successive al 1510, troviamo riferimenti alla pittura di Raffaello e in quelle del decennio successivo ad Andrea Del Sarto e al pittore manierista Beccafumi.