Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 21 - 25, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 21 - 25
Sed profectio Antiochi ab Sardibus , ne opprimerentur maritimae urbes, abscedere custodia Ioniae atque Aeolidis prohibuerunt; Pamphilidam cum quattuor navibus tectis ad eam classem, quae circa Patara erat, miserunt

Antiochus non civitatium modo, quae circa se erant, contrahebat praesidia, sed ad Prusiam Bithyniae regem legatos miserat litterasque, quibus transitum in Asiam Romanorum increpabat: venire eos ad omnia regna tollenda, ut nullum usquam [orbis] terrarum nisi Romanum imperium esset; Philippum, Nabim expugnatos; se tertium peti; ut quisque proximus ab oppresso sit, per omnis velut continens incendium peruasurum; ab se gradum in Bithyniam fore, quando Eumenes in voluntariam servitutem concessisset
Ma la partenza di Antioco da Sardi, e il timore che le città della costa fossero attaccate, impedirono loro di lasciare la sorveglianza della Tonia e dellEolide; mandarono però Panfilida con quattro navi coperte a raggiungere la flotta che si trovava nelle acque di Patara

Antioco non solo raccoglieva gli aiuti delle città circostanti, ma aveva mandato a Prusia , re di Bltinia, dei legati con una lettera nella quale se la prendeva col passaggio dei Romani in Asia: questi venivano per fare scomparire tutti i regni , perché non vi fosse su tutta la terra altro impero che quello di Roma; Filippo, Nabide, eranostati debellati: ora era lui, Antioco, il terzo preso di mira: manmano che a un vinto se ne aggiungeva di seguito un altro, a tutti si sarebbe propagata una non interrotta conflagrazione: dopo di lui verrebbe la volta della Bitinia, dato che Eumene si era ridotto a una volontaria sottomissione
His motum Prusiam litterae Scipionis consulis, sed magis fratris eius Africani, ab suspicione tali averterunt, qui praeter consuetudinem perpetuam populi Romani augendi omni honore regum sociorum maiestatem, domesticis ipse exemplis Prusiam ad promerendam amicitiam suam compulit: regulos se acceptos in fidem in Hispania reges reliquisse; Masinissam non in patrio modo locasse regno, sed in Syphacis, a quo ante expulsus fuisset, regnum imposuisse; et esse eum non Africae modo regum longe opulentissimum, sed toto in orbe terrarum cuiuis regum vel maiestate vel viribus parem

Philippum et Nabim, hostis et bello superatos ab T Quinctio, tamen in regno relictos
Senonché Prusia, che pure era rimasto impressionato da queste considerazioni, fu sviato da simili sospetti da una lettera del console Scipione , ma più ancora da una del fratello di lui, lAfricano, il quale, a parte la considerazione della consuetudine costante del popolo romano di onorare in tutti i modi la maestà dei re alleati, col citare i precedenti della sua stessa famiglia lo indusse a cercare di cattivarsi la sua amicizia: in Ispagna i piccoli signori venuti sotto la sua protezione li aveva lasciati re : Massinissa non solo era stato rimesso da lui sul trono paterno, ma lo aveva fatto salire sul trono di Siface da cui prima era stato spodestato; ed era ora quello non solo di gran lunga il più ricco tra i re dAfrica, ma in tutto il mondo era pari per prestigio o per potenza a qualunque sovrano

Filippo e Nabide, due nemici, anche dopo essere stati vinti in guerra da T Quinzio, pure erano stati lasciati sul trono
Philippo quidem anno priore etiam stipendium remissum et filium obsidem redditum; et quasdam civitates extra Macedoniam patientibus Romanis imperatoribus recepisse eum

In eadem dignitate et Nabim futurum fuisse, nisi eum suus primum furor, deinde fraus Aetolorum absumpsisset

Maxime confirmatus est animus regis, postquam ad eum C Livius, qui praetor ante classi praefuerat, legatus ab Roma venit et edocuit, quanto et spes victoriae certior Romanis quam Antiocho et amicitia sanctior firmiorque apud Romanos futura esset
A Filippo in particolare lanno prima era stato condonato o il tributo e restituito il figlio dato in ostaggio, oltre il possesso di alcune città fuori della Macedonia acquistato col permesso dei generali romani

Nella stessa considerazione sarebbe stato anche Nabide , se non lo perdevano prima la sua stessa follia, poi il tradimento degli Etoli

Ma più di tutto il re fu rassicurato quando venne a lui come legato da parte di Roma C Livio , che prima era stato come pretore al comando della flotta, e gli fece vedere come le speranze di vittoria fossero più fondate per i Romani che per Antioco, e come lamicizia sarebbe stata più scrupolosamente osservata e più salda nellanimo dei Romani

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