Le satire popolari contro Mocenigo

Le satire popolari contro Mocenigo

il chiacchierato Alvise Mocenigo, fu coinvolto in uno scandalo di sodomia. Alvise V Sebastiano Mocenigo, esponente di una nobile famiglia veneziana, è ambasciatore a Madrid e a Parigi, per conto della Repubblica Veneziana

lo scandalo scoppia, tra l'agosto e il settembre del 1773 quando sta per andare a Vienna per sostituire l'ambasciatore destinato alla sede di Istanbul. Mocenigo viene condannato per i suoi comportamenti immorali e per pratiche sodomitiche a una lunga reclusione che finirà nel 1780. Nel 1789 spera di far dimenticare il suo passato e partecipa alla competizione per la successione alla carica di Doge, ma schiacciato dalla condanna morale e dalla nomea di sodomita, è costretto a ritirarsi. Il suo caso è interessante perché rende evidente l'immaginario collettivo sulla sodomia, alimentato anche dai letterati come Giacomo Casanova.

Su Mocenigo, nel periodo della competizione per la carica di Doge, si diffondono anche delle satire popolari che danno un'idea del clima che si viene a creare intorno a lui. In questa, per esempio ci si chiede come mai, di fronte al rischio che un sodomita possa diventare doge, le leggi, il governo e l'inquisizione non intervengano. Si conclude con un gioco di parole che, dividendo il nome in sebasti-ano, suggerisce la denigrazione ritenuta più infamante

La nostra sacrosanta Inquisizion
al fogon la condanna el buzaron,
insepolte le ceneri volendo.
E qua? Gran di tremendo al trono saliva
un omo buzaron e buzarà?
E pur Leggi. Governo e Inquisizion
se le tase! [...]
Sebasti-ano sarà fatto dose,
bardasse fe' giacona ch'el culo s'incorona.
La nostra Santa Inquisizione
condanna alla penna del fuoco il sodomita,
volendo insepolte le sue ceneri.
E che? In un giorno tremendo potrebbe salire al trono
un uomo sodomita e sodomizzato?
Eppure leggi, governo i inquisizione
tacciono! [...]
Sebasti-ano sarà fatto Doge,
bardasse festeggiate perché il culo si incorona