Bernini decise di vestire Maria come una vera principessa. Si vorrebbero toccare i bottoni, per capire se sono davvero freddi e duri, per provare ad allacciarli uno per uno. Solo Bernini poteva osare anche solo immaginare di trasferire in una materia tanto dura il colletto di pizzo, la camicia, le perle della collana, le api che posano ovunque - per esempio sulla spilla - , e persino i fiori d'arancio che ornano la chioma di Maria, fresca sposa.
E poi l'espressione, unica e ineffabile. Ai tempi di Bernini il busto era conservato prima in una gabbia dei fili di ferro e poi in una teca di vetro, per impedire che qualcuno potesse danneggiarlo. La scultura fu esportata illegalmente dall'Italia alla fine dell'Ottocento. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'opera riapparve misteriosamente in Francia, dove tuttavia nessuno capì di cosa si trattava. Oggi che finalmente possiamo guardarla negli occhi sapendo che stiamo guardando, comprendiamo che quel timido sorriso ci sfugge, che non sappiamo davvero cosa stia provando Maria Barberini. Bernini nasconde la tragedia di una ragazza morta di parto, a 22 anni, dietro questa espressione congelata, sospesa. Eternamente dietro un velo di malinconia