Proprio questa necessità di adesione al testo evangelico porta l'artista a scandire la narrazione in diverse scenette secondarie, scegliendo di raffigurare anche momenti contigui al racconto evangelico principale.
Nel particolare qui riprodotto si distinguono con difficoltà in fondo a sinistra, in un paesaggio dal sapore nordico, tre discepoli; al centro in primo piano si svolge la scena che conferisce il titolo al dipinto: Cristo si erge su una collinetta e impartisce i propri insegnamenti a uno stuolo variopinto di persone, cui si uniscono gli apostoli assorti nell'ascolto del sermone.
All'estrema sinistra del dipinto è presente una fitta galleria di personaggi contemporanei tra i quali secondo la tradizione compaiono anche l'ex regina di Cipro Carlotta di Lucignano e suo marito Luigi di Savoia; costei avendo perso il suo regno, sottrattole da un fratello illegittimo appoggiato dai veneziani, era giunta a Roma come pellegrina in occasione del Giubileo del 1475.
Non a caso dunque Rosselli la raffigura tra gli astanti intenta ad ascoltare il discorso della montagna pronunciato da Cristo: Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli
Nel particolare dell'episodio della guarigione del lebbroso, la lebbra, così come la malattia in genere, costituisce in questo contesto una metafora del peccato, la cui espiazione afferma anche visivamente lo stretto legame esistente tra la conquista del regno dei cieli - e dunque il conseguimento della vita eterna - e la remissione dei propri peccati.
Cristo Si era raccomandato col malato che non ne parlasse con nessuno ma contrariamente a quanto ordinatogli, questi era andato a raccontare ai quattro venti ciò che gli era successo, contribuendo così ad aumentare la fame e la popolarità del Salvatore.