Cicerone, In Verrem: 02; 02-31-35, pag 5

Cicerone, In Verrem: 02; 02-31-35

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-31-35
[87] Erant signa ex aere complura; in his eximia pulchritudine ipsa Himera in muliebrem figuram habitumque formata ex oppidi, nomine et fluminis [87] Cerano numerose statue in bronzo ; tra queste bellissima, Imera in persona, rappresentata, conformemente al nome della città e del fiume , con fattezze e abbigliamento femminili
Erat etiam Stesichori poetae statua senilis incurva cum libro summo, ut putant, artificio facta, qui fuit Himerae, sed et est et fuit tota Graecia summo propter ingenium honore et nomine Cera pure una statua del poeta Stesicoro un vecchio ricurvo con un libro in mano, come si ritiene, un vero capolavoro, il quale Stesicoro visse a Imera, ma per il suo genio ha sempre goduto e gode di un grande onore e di una grande fama in tutta la Grecia
Haec iste ad insaniam concupiverat Ecco le statue di cui Verre si era follemente invaghito

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-01-05

Etiam, quod paene praeterii, capella quaedam est, ea quidem mire, ut etiam nos qui rudes harum rerum sumus intellegere possumus, scite facta et venuste Cè pure, per poco non me ne dimenticavo, una capretta, unopera fatta davvero, come anche noi, per quanto ignoranti in materia darte , possiamo capire, con una finezza e una grazia mirabili
Haec et alia Scipio non neglegenter abiecerat, ut homo intellegens Verres auferre posset, sed Thermitanis restituerat, non quo ipse hortos aut suburbanum aut locum omnino ubi ea poneret nullum haberet, sed quod, si domum abstulisset, non diu Scipionis appellarentur, sed eorum ad quoscumque illius morte venissent: nunc iis locis posita sunt ut mihi semper Scipionis fore videantur itaque dicantur Queste e altre opere Scipione non le aveva certo buttate là perché un intenditore come Verre se le potesse portarsele via, ma le aveva restituite agli abitanti di Terme, e non già perché non possedesse lui personalmente dei giardini o una villa nelle vicinanze di Roma o comunque un posto dove metterle, ma perché, se le avesse prese e portate a casa sua, dopo un po di tempo non sarebbero state dette più di Scipione, bensì di chiunque le avesse dopo la sua morte ereditate: ora invece, collocate come sono là dove si trovano, a parer mio saranno sempre di Scipione e così saranno sempre chiamate

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