Cicerone, De Oratore: Libro 03; 01-05

Cicerone, De Oratore: Libro 03; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 03; 01-05
[I] [1] Instituenti mihi, Quinte frater, eum sermonem referre et mandare huic tertio libro, quem post Antoni disputationem Crassus habuisset, acerba sane recordatio veterem animi curam molestiamque renovavit [I] [1] Mentre mi accingevo, o fratello Quinto, a scrivere per questo terzo libro il discorso che Crasso tenne dopo Antonio, la tristezza dei ricordi ha rinnovato lantico e profondo dolore del mio animo
Nam illud immortalitate dignum ingenium, illa humanitas, illa virtus L Crassi morte exstincta subita est vix diebus decem post eum diem, qui hoc et superiore libro continetur Il grande ingegno di L Crasso, che meritava davvero di sfuggire alla morte, la sua profonda cultura, la sua virtù sono stati stroncati da una improvvisa morte, solo dieci giorni dopo quellincontro in cui furono pronunziati i discorsi contenuti in questo libro e nel precedente
[2] Ut enim Romam rediit extremo ludorum scaenicorum die, vehementer commotus oratione ea, quae ferebatur habita esse in contione a Philippo, quem dixisse constabat videndum sibi esse aliud consilium; illo senatu se rem publicam gerere non posse, mane Idibus Septembribus et ille et senatus frequens vocatu Drusi in curiam venit; ibi cum Drusus multa de Philippo questus esset, rettulit ad senatum de illo ipso, quod in eum ordinem consul tam graviter in contione esset invectus [2] Tornato a Roma nellultimo giorno dei ludi scenici, egli rimase profondamente colpito dal discorso che Filippo, come tutti dicevano, aveva pronunziato davanti al popolo: un discorso in cui quelluomo aveva detto (ne erano tutti testimoni) che ormai doveva pensare a formare un altro Senato, perché con quello non gli era più possibile curare gli affari dello Stato; il giorno dopo, giorno delle Idi di settembre, Crasso venne in Senato su invito di Druso , insieme a numerosissimi senatori;qui Druso si lamentò vivamente per il comportamento di Filippo, e poi aprì la discussione sul fatto che un console in unassemblea del popolo si era scagliato con estrema violenza contro il Senato

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Cicerone, De Oratore: Libro 02; 16-20

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 02; 16-20

[3] Hic, ut saepe inter homines sapientissimos constare vidi, quamquam hoc Crasso, cum aliquid accuratius dixisset, semper fere contigisset, ut numquam dixisse melius putaretur, tamen omnium consensu sic esse tum iudicatum ceteros a Crasso semper omnis, illo autem die etiam ipsum a se superatum [3] Ho sentito spesso dire da uomini autorevolissimi che a Crasso era sempre capitato, tutte le volte che aveva parlato con impegno, che il suo discorso fosse giudicato il migliore fra tutti quelli da lui pronunziati fino allora: in quell occasione però tutti espressero concordemente il giudizio che Crasso aveva sempre superato tutti, ma in quel giorno avevasuperato se stesso
Deploravit enim casum atque orbitatem senatus, cuius ordinis a consule, qui quasi parens bonus aut tutor fidelis esse deberet, tamquam ab aliquo nefario praedone diriperetur patrimonium dignitatis; neque vero esse mirandum, si, cum suis consiliis rem publicam profligasset, consilium senatus a re publica repudiaret Egli deplorò la sventura e labbandono del Senato, la cui dignità veniva calpestata dal console, come da un infame predone, da quel console che avrebbe dovuto svolgere le funzioni di un buon padre e di un onesto tutore; non cera veramente da stupirsi se, dopo avere rovinato lo Stato con i suoi disegni, volesse ora privarlo dellassistenza del Senato

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Cicerone, De Oratore: Libro 01; 56-62

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 01; 56-62

[4] Hic cum homini et vehementi et diserto et in primis forti ad resistendum Philippo quasi quasdam verborum faces admovisset, non tulit ille et graviter exarsit pigneribusque ablatis io Crassum instituit coercere [4] Filippo uomo focoso, eloquente e incredibilmente pugnace nel reagire agli attacchi, colpito, per dir così, dal fuoco di quel discorso, non seppe resistere; acceso di sdegno richiese dei pegni e si accinse a ridurre al silenzio Crasso
Quo quidem ipso in loco multa a Crasso divinitus dicta esse ferebantur, cum sibi illum consulem esse negaret, cui senator ipse non esset Si diceva che fu proprio in quelloccasione che Crasso pronunziò un lungo e stupendo discorso, dopo aver detto che non poteva ritenere console colui per il quale egli i un senatore

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Cicerone, De Oratore: Libro 03; 11-15

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Oratore parte Libro 03; 11-15

"An tu, cum omnem auctoritatem universi ordinis pro pignere putaris eamque in conspectu populi Romani concideris, me his existimas pigneribus terreri Ora che tu hai abbassato il prestigio dellintero Senato al livello di un bene da sequestro e lhai umiliato al cospetto del popolo romano, credi forse che io mi lasci spaventare da tali pegni
Non tibi illa sunt caedenda, si L Crassum vis coercere: haec tibi est incidenda lingua, qua vel evulsa spiritu ipso libidinem tuam libertas mea refutabit Non questi pegni tu devi distruggere, se vuoi ridurre Crasso al silenzio, ma la sua stessa lingua; ma quandanche questa mi sarà strappata, il mio andito di libertà soffocherà col solo respiro la tua prepotenza
[II] [5] Permulta tum vehementissima contentione animi, ingeni, virium ab eo dicta esse constabat sententiamque eam, quam senatus frequens secutus est ornatissimis et gravissimis verbis, ut populo Romano satis fieret, numquam senatus neque consilium rei publicae neque fidem defuisse ab eo dictam et eundem, id quod in auctoritatibus perscriptis exstat, scribendo adfuisse [II][5]Constatava che in quella occasione a lungo, impegnando tutte le risorse del suo animo, del suo ingegno e delle sue forze fisiche, fu pronunciata quella sentenza che fu approvato dalla grande maggioranza del Senato con queste parole bellissime e ricche di significato, che per il bene del popolo romano giammai sono mancati allo Stato il consiglio e la fedeltà del Senato, e vi appose la sua firma, come risulta dagli atti del Senato
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