at Messalinus Cotta haud minus claris maioribus sed animo diversus censuit cavendum senatus consulto, ut quamquam insontes magistratus et culpae alienae nescii provincialibus uxorum criminibus proinde quam suis plecterentur [21] Actum dehinc de Calpurnio Pisone, nobili ac feroci viro is namque, ut rettuli, cessurum se urbe ob factines accusatorum in senatu clamitaverat et spreta potentia Augustae trahere in ius Urgulaniam domoque principis excire ausus erat quae in praesens Tiberius civiliter habuit: sed in animo revolvente iras, etiam si impetus offensionis languerat, memoria valebat Pisonem Q Granius secreti sermonis incusavit adversum maiestatem habiti, adiecitque in domo eius venenum esse eumque gladio accinctum introire curiam |
Messalino Cotta, invece, che vantava antenati non meno nobili, ma era di ben diversa indole, propose al senato una delibera, per cui i magistrati, quand'anche incolpevoli e all'oscuro delle colpe altrui, fossero puniti per i reati a danno dei provinciali commessi dalle mogli, come se si trattasse di colpe personali 21 Ci si occupò poi di Calpurnio Pisone, uomo nobile e fiero Costui infatti, come già riferito, si era messo a gridare, in senato, la sua intenzione di allontanarsi da Roma per i colpi di mano dei delatori e, senza soggezione alcuna per la potenza di Augusta, aveva osato trascinare in giudizio Urgulania, snidandola dal palazzo imperiale Sul momento Tiberio reagì in modi civili, ma nel suo animo rancoroso, anche se la reazione all'affronto aveva tardato, il ricordo perdurava Quinto Granio accusò Pisone di aver espresso, in colloqui riservati, parole contro la maestà dell'imperatore e aggiunse che nella sua casa c'era del veleno e che si recava in curia armato |
quod ut atrocius vero tramissum; ceterorum, quae multa cumulabantur, receptus est reus neque peractus ob mortem opportunam relatum et de Cassio Severo exule, qui sordidae originis, maleficae vitae, sed orandi validus, per immodicas inimicitias ut iudicio iurati senatus Cretam amoveretur effecerat; atque illic eadem actitando recentia veteraque odia advertit, bonisque exutus, interdicto igni atque aqua, saxo Seripho consenuit [22] Per idem tempus Plautius Silvanus praetor incertis causis Aproniam coniugem in praeceps iecit, tractusque ad Caesarem ab L Apronio socero turbata mente respondit, tamquam ipse somno gravis atque eo ignarus, et uxor sponte mortem sumpsisset |
Quest'ultima accusa cadde per la sua inverosimile gravità; per le altre - il cumulo intanto aumentava - subì l'imputazione, ma non si giunse al processo per la sua morte tempestiva Si trattò anche il caso dell'esule Cassio Severo, di umili origini, dalla vita tutt'altro che limpida, ma dotato di forte vigore oratorio, il quale aveva finito, in seguito alle radicali inimicizie che si era creato, per farsi mandare in esilio a Creta, con un decreto giurato del senato; ma anche là, con la sua solita condotta, si rovesciò addosso odi antichi e recenti, finché, spogliato di ogni avere e bandito definitivamente, trascinò la sua vecchiaia sugli scogli di Serifo 22 In quello stesso periodo il pretore Plauzio Silvano, per motivi rimasti sconosciuti, gettò la moglie Apronia dalla finestra e, trascinato davanti a Cesare dal suocero Lucio Apronio, diede risposte poco lucide, facendo credere che era addormentato in un sonno profondo, e quindi inconsapevole, e che la moglie si era suicidata |
non cunctanter Tiberius pergit in domum, visit cubiculum, in quo reluctantis et impulsae vestigia cernebantur refert ad senatum, datisque iudicibus Urgulania Silvani avia pugionem nepoti misit quod perinde creditum quasi principis monitu ob amicitiam Augustae cum Vrgulania reus frustra temptato ferro venas praebuit exolvendas mox Numantina, prior uxor eius, accusata iniecisse carminibus et veneficiis vaecordiam marito, insons iudicatur [23] Is demum annus populum Pomanum longo adversum Numidam Tacfarinatem beilo absolvit |
Senza perdere tempo Tiberio si recò a casa di Plauzio, esaminò la camera da letto, in cui apparivano tracce di resistenza e di violenza Presenta un rapporto in senato e si nominano dei giudici Urgulania allora, nonna di Silvano, mandò al nipote un pugnale, gesto che si pensò suggerito dall'imperatore, per l'amicizia di Augusta verso Urgulania L'imputato, dopo vani tentativi di colpirsi con l'arma, si fece tagliare le vene In seguito venne accertata l'innocenza di Numantina, sua prima moglie, accusata di avere sconvolto la mente del marito con incantesimi e filtri magici 23 Quell'anno liberò finalmente il popolo romano da una lunga guerra contro il numida Tacfarinate |
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nam priores duces, ubi impetrando triumphalium insigni sufficere res suas crediderant, hostem omittebant; iamque tres laureatae in urbe statuae et adhuc raptabat Africam Tacfarinas, auctus Maurorum auxiliis qui, Ptolemaeo Iubae filio inventa incurioso, libertos regios et servilia imperia bello mutaverant erat illi praedarum receptor ac socius populandi rex Garamantum, non ut cum exercitu incederet, sed missis levibus copiis quae ex longinquo in maius audiebantur; ipsaque e provincia ut quis fortunae inops, moribus turbidus, promptius ruebant, quia Caesar post res a Blaeso gestas quasi nullis iam in Africa hostibus reportari nonam legionem iusserat, nec pro consule eius anni P Dolabella retinere ausus erat iussa principis magis quam incerta belli metuens |
Infatti i precedenti comandanti, quando valutavano che le loro imprese fossero sufficienti per ottenere le insegne trionfali, lasciavano perdere il nemico; e già c'erano in Roma tre statue coronate d'alloro, mentre ancora Tacfarinate saccheggiava l'Africa, beneficiando dell'aiuto dei Mauri, i quali, per la giovanile disattenzione ai suoi compiti di Tolomeo, figlio di Giuba, avevano preferito la guerra alle pratiche dispotiche dei liberti e dei servi del re Affiancava Tacfarinate, come ricettatore della preda e compagno nelle scorrerie, il re dei Garamanti, senza però avanzare col suo esercito, bensì inviando truppe armate alla leggera che, data la distanza, si favoleggiavano più numerose; dalla stessa provincia romana i diseredati e i turbolenti vi accorrevano con slancio, perché Cesare, dopo le operazioni di Bleso, come se in Africa non esistesse più un nemico, aveva ordinato il rientro della nona legione, e il proconsole di quell'anno Publio Dolabella non aveva osato trattenerla, avendo da temere più gli ordini del principe che gli imprevisti della guerra |
[24] Igitur Tacfarinas disperso rumore rem Romanam aliis quoque ab nationibus lacerari eoque paulatim Africa decedere, ac posse reliquos circumveniri, si cuncti quibus libertas servitio potior incubuissent, auget viris positisque castris Thubuscum oppidum circumsidet at Dolabella contracto quod erat militum, terrore nominis Romani et quia Numidae peditum aciem ferre nequeunt, primo sui incessu solvit obsidium locorumque opportuna permunivit; simul princpes Musulamiorum defectionem cooptantis securi percutit |
24 Tacfarinate intanto, essendosi sparsa la voce che la potenza romana si sgretolava anche a opera di altre popolazioni e che, per tale ragione, i Romani stavano lasciando progressivamente l'Africa e che era possibile circondare le forze rimaste, in uno sforzo comune di quanti preferivano la libertà alla servitù, ammassa forze e, posto il campo vicino alla città di Tubursico, la investe col suo attacco Invece Dolabella, raccolti i soldati disponibili, contando sul terrore ispirato dal nome di Roma e sulla incapacità dei Numidi di resistere a un attacco di fanteria, spezzò l'assedio alla sua prima avanzata e poté fortificare i punti strategici di quella regione; e insieme stroncò l'incipiente defezione dei capi dei Musulami, facendo mozzare loro la testa |
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dein quia pluribus adversum Tacfarinatem expeditionibus cognitum non gravi nec uno incursu consectandum hostem vagum, excito cum popularibus rege Ptolemaeo quattuor agmina parat, quae legatis aut tribunis data; et praedatorias manus delecti Maurorum duxere: ipse consultor aderat omnibus |
In seguito, poiché sulla base dell'esperienza di diverse campagne contro Tacfarinate, non c'erano dubbi sull'impossibilità di inseguire un nemico in continuo spostamento con un unico e massiccio attacco, fa intervenire il re Tolomeo coi suoi uomini e organizza quattro colonne, affidate a legati o tribuni; soldati scelti tra i Mauri presero la guida di gruppi impegnati in rapide incursioni; lo stesso Dolabella vegliava su tutto |