Tacito, Annales: Libro 04, 01-24, pag 2

Tacito, Annales: Libro 04, 01-24

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 04, 01-24
rari per Italiam Caesaris agri, modesta servitia, intra paucos libertos domus; ac si quando cum privatis disceptaret, forum et ius

[7] Quae cuncta non quidem comi via sed horridus ac plerumque formidatus retinebat tamen, donec morte Drusi verterentur: nam dum superfuit mansere, quia Seianus incipiente adhuc potentia bonis consiliis notescere volebat, et ultor metuebatur non occultus odii set crebro querens ro incolumi filio adiutorem imperii alium vocari

et quantum superesse ut collega dicatur

primas dominandi spes in arduo: ubi sis ingressus, adesse studia et ministros
Limitate erano in Italia le proprietà agricole dell'imperatore, contenuto il numero di schiavi, la sua casa era affidata a pochi liberti; e, se mai fossero sorti contrasti tra lui e un privato, c'erano il foro e la legge

7 A questa condotta s'atteneva, certo senza affabilità, ma, benché burbero e più spesso temuto, vi s'atteneva; senonché, alla morte di Druso, subì una metamorfosi; infatti, finché Druso rimase in vita, quel comportamento poté durare, perché Seiano - la sua potenza era ancora agli inizi - voleva affermarsi per i suoi buoni consigli e temeva la reazione di un odio tutt'altro che dissimulato in Druso, il quale, anzi, spesso si lagnava del fatto che, essendo lui, suo figlio, ancora vivo, Tiberio cercava un'altra persona che lo affiancasse nell'impero

quanto mancava perché venisse chiamato collega

I primi passi verso il potere - lamentava - sono difficili; ma, imboccata la strada, si presentano appoggi e gente disponibile
extructa iam sponte praefecti castra, datos in manum milites; cerni effgiem eius in monimentis Cn Pompei; communis is illi cum familia Drusorum fore nepotes: precandam post haec modestiam ut contentus esset

neque raro neque apud paucos talia iaciebat, et secreta quoque eius corrupta uxore prodebantur

[8] Igitur Seianus maturandum ratus deligit venenum quo paulatim inrepente fortuitus morbus adsimularetur

id Druso datum per Lygdum spadonem, ut octo post annos cognitum est

ceterum Tiberius per omnis valetudinis eius dies, nullo metu an ut firmitudinem animi ostentaret, etiam defuncto necdum sepulto, curiam ingressus est
L'accampamento dei pretoriani era stato costruito secondo i desideri del prefetto e gli erano stati messi nelle mani i pretoriani; si poteva vedere la sua statua nel teatro di Gneo Pompeo, e avrebbe avuto i nipoti in comune con la famiglia dei Drusi; dopo tutto ciò, c'era solo da sperare, perché fosse pago, nel suo senso della misura

Si trattava di proteste manifestate non di rado e a non poche persone, e del resto uscivano dall'intimità anche le sue confidenze, carpitegli dalla moglie adultera

8 Seiano decise dunque di accelerare i tempi e scelse un veleno che, con la sua lenta penetrazione, lasciasse pensare a una malattia fortuita

Glielo fece somministrare, come si seppe otto anni dopo, dall'eunuco Ligdo

Tiberio, per tutti i giorni della malattia, o perché non avesse motivo di preoccuparsi o per mostrare la sua forza d'animo, presenziò alle sedute del senato, e così anche quando Druso era morto, ma non ancora sepolto
consulesque sede vulgari per speciem maestitiae sedentis honoris locique admonuit, et effusum in lacrimas senatum victo gemitu simul oratione continua erexit: non quidem sibi ignarum posse argui quod tam recenti dolore subierit oculos senatus: vix propinquorum adloquia tolerari, vix diem aspici a plerisque lugentium

neque illos imbecillitatis damnandos: se tamen fortiora solacia e complexu rei publicae petivisse

miseratusque Augustae extremam senectam, rudem adhuc nepotum et vergentem aetatem suam, ut Germanici liberi, unica praesentium malorum levatnenta, inducerentur petivit

egressi consules firmatos adloquio adulescentulos deductos que ante Caesarem statuunt
E i consoli, che, in segno di dolore, si erano posti a sedere su sedie comuni, li richiamò alla dignità della loro carica e del seggio loro spettante, e, vincendo la commozione, con un discorso senza interruzioni, rianimò i senatori sopraffatti dal pianto; era consapevole - disse - di poter subire delle critiche per essersi, in un dolore così recente, presentato in senato, mentre di solito chi è in lutto fatica a reggere la conversazione dei parenti e la luce del giorno

Senza voler tacciare gli altri di debolezza, aveva però cercato consolazione più virile fra le braccia dello stato

Ebbe parole di compianto per l'estrema vecchiezza di Augusta, per l'età ancora acerba dei nipoti e per la sua stessa vita che volgeva al declino, e poi chiese che fossero introdotti i figli di Germanico, unica consolazione ai mali presenti

I consoli uscirono, rinfrancarono con le loro parole quegli adolescenti e li disposero dinnanzi a Tiberio

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Tacito, Annales: Libro 14, 01-19
Tacito, Annales: Libro 14, 01-19

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 14, 01-19

quibus adprensis 'patres conscripti, hos' inquit 'orbatos parente tradidi patrno ipsorum precatusque sum, quamquam esset illi propria suboles, ne secUs quam snum sanguinem foveret attolleret, sibique et posteris coniormaret

erepto Druso preces ad vos converto disque et patria coram obtestor: Augusti pro nepotes, clarissimis maioribus genitos, suscipite regite, vestram meamque vicem explete

hi vobis, Nero et Druse, parentum loco

ita nati estis ut bona malaque vestra ad rem publicam pertineant
E lui, dopo averli presi per mano, O senatori disse avevo affidato questi orfani del loro padre allo zio e l'avevo pregato, bench'egli avesse una prole sua, di amarli e di educarli come fossero del proprio sangue, rendendoli degni di lui e dei suoi discendenti

Ora che Druso m'è tolto, rivolgo a voi questa preghiera e vi supplico, di fronte agli dèi e alla patria: questi pronipoti di Augusto, seme di nobilissimi antenati, prendeteli sotto la vostra tutela, guidateli e adempite all'ufficio vostro e mio

E voi, Nerone e Druso, questi saranno i vostri padri

La vostra nascita è tanto elevata che il vostro bene e il vostro male riguardano lo stato
[9] Magno ea fletu et mox precationibus faustis audita; ac si modum orationi posuisset, misericordia sui gloriaque animoi audientium impleverat: ad vana et totiens inrisa revolutus, de reddenda re publica utque consules seu quis alius regimen susciperent, vero quoque et honesto fidem dempsit

memoriae Drusi eadem quae in Germanicum decernuntur, plerisque additis, ut ferme amat posterior adulatio

funus imaginum pompa maxime inlustre fuit, cum origo luliae gentis Aeneas omnesque Albanorum reges et conditor urbis Romulus, post Sabina nobilitas, Attus Clausus ceteracque Claudiorum effigies longo ordine spectarentur
9 Tali parole furono ascoltate tra grandi pianti e subito seguite da espressioni di augurio; e, se qui avesse concluso il discorso, avrebbe colmato l'animo di chi ascoltava con sentimenti di pietà e di ammirazione; ma il suo tornare a propositi vani e tante volte oggetto di derisione, la sua intenzione, cioè, di voler rinunciare al potere perché i consoli o altri assumessero il governo dello stato, tolse credibilità anche a ciò che c'era di vero e di dignitoso nel suo discorso

Alla memoria di Druso furono decretate le stesse onoranze stabilite per Germanico, ma con numerose altre, in aggiunta, perché l'adulazione di norma non può non correre al sorpasso di sé

Il funerale fu imponente soprattutto per lo sfoggio delle immagini degli antenati, perché, in una sequenza interminabile, si vedevano raffigurati Enea, capostipite della gente Giulia, tutti i re Albani e Romolo, fondatore di Roma, poi la nobiltà sabina, Atto Clauso e tutti gli altri Claudii

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Tacito, Annales: Libro 16, 01-35
Tacito, Annales: Libro 16, 01-35

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 16, 01-35

[10] In tradenda morte Drusi quae plurimis maximaeque fidei auctoribus memorata sunt rettuli: set non omiserim eorundem temporum rumorem validum adeo ut noudum exolescat

corrupta ad scelus Livia Seianum Lygdi quoque spadonis animum stupro vinxisse, quod is [Lygdus] aetate atque forma carus domino interque primores ministros erat; deinde inter conscios ubi locus veneficii tempusque composita sint, eo audaciae provectum ut verteret et occulto indicio Drusum veneni in patrem arguens moneret Tiberium vitandam potionem quae prima ei apud filium epulanti offerretur

ea fraude captum senem, postquam convivium inierat, exceptum poculum Druso tradidisse; atque illo ignaro et inveniliter hauriente auctam suspicionem, tamquam metu et pudore sibimet inrogaret mortem quam patri struxerat
10 Nel raccontare la morte di Druso mi sono attenuto alle testimonianze di molti storici degni di fede; tuttavia non vorrei tacere una voce diffusa a quel tempo e così insistente che non si è ancora spenta

Dopo aver indotto Livia alla colpa, Seiano avrebbe legato a sé, con un rapporto carnale, anche l'eunuco Ligdo, perché era, per la giovane età e la bellezza, caro al suo padrone e tra i servi della corte più influenti; quando poi fu stabilito, tra i complici, il luogo e il momento per il veleno, Seiano si sarebbe spinto a tal punto di temerarietà da capovolgere la situazione e da suggerire a Tiberio di evitare la prima coppa che gli fosse stata offerta nel banchetto in casa del figlio, accusando in tutta segretezza Druso di voler avvelenare il padre

Il vecchio sarebbe caduto nel tranello: iniziato il banchetto, avrebbe ricevuto e passato la coppa a Druso; questi, del tutto ignaro, l'avrebbe vuotata d'un fiato, come fanno i giovani, dando così corpo al sospetto che, per paura o vergogna, infliggesse a sé la morte che aveva architettato per il padre
[11] Haec vulgo iactata super id quod nullo auctore certo firmantur prompte refutaveris

quis enim mediocri prudentia, nedum Tiberius tantis rebus exercitus, inaudito filio exitium offerret, idque sua manu et nullo ad pacnitendum regressu

quin potius ministrum veneni excruciaret, auctorem exquireret, insita denique etiam in extraneos cunctatione et mora adversum unicum et nullius ante flagitii compertum uteretur

sed quia Seianus facinorum omnium repertor habebatur, ex nimia caritate in eum Caesaris et ceterorum in utrumque odio quamvis fabulosa et immania credebantur, atrociore semper fama erga dominantium exitus

ordo alioqui sceleris per Apicatam Seiani proditus tormentis Eudemi ac Lygdi patefactus est
11 Tali dicerie, oltre che non confermate da una fonte attendibile, si prestano a facile confutazione

Quale uomo di comune buon senso, per non dire di Tiberio, dall'esperienza così consumata, avrebbe offerto la morte al figlio, di sua mano, senza ascoltarlo e concedergli una possibilità di pentimento

Perché invece non sottoporre a tortura il servo, che gli aveva porto il veleno, non ricercare il mandante, e perché non riservare nei confronti dell'unico figlio, immune fino allora da sospetti di colpe, quella circospetta cautela che gli era naturale anche verso estranei

Ma poiché Seiano era ritenuto capace di ideare qualsiasi delitto a causa dell'eccessiva condiscendenza di Cesare nei suoi confronti, e dell'odio di tutti verso i due, trovavano credito le storie più fantasiose e assurde, perché è diffuso il gusto per i racconti sempre più foschi sulla fine dei dominatori

Peraltro i particolari del delitto vennero rivelati da Apicata, moglie di Seiano, e furono confermati, sotto tortura, da Eudemo e Ligdo

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neque quisquam scriptor tam infensus extitit ut Tiberio obiectaret, cum omnia alia conquirerent intenderentque

mihi tradendi arguendique rumoris causa fuit ut claro sub exemplo falsas auditiones depellerem peteremque ab iis quorum in manus cura nostra venerit ne divulgata atque incredibilia avide accepta veris neque in miraculum corruptis antehabeant

[12] Ceterum laudante filium pro rostris Tiberio senatus populusque habitum ac voces dolentum simulatione magis quam libens induebat, domumque Germanici revirescere occulti laetabantur

quod principium favoris et mater Agrippina spem male tegens perniciem adceleravere
ma nessuno storico fu tanto ostile a Tiberio da fargliene carico, per quanto pronto a vagliare ogni altro suo gesto e a imputarglielo

Ed ecco la ragione per cui ho riferito e confutato quelle dicerie: per rifiutare, grazie a un esempio vistoso, la falsità dei sentito dire o per chiedere a coloro, nelle cui mani verrà il mio lavoro, di non anteporre le voci prive di fondamento, ma avidamente accolte, alle notizie vere e non stravolte a fini di meraviglia

12 Mentre dai rostri Tiberio tesseva l'elogio funebre del figlio, il senato e popolo si ammantavano di dolore, nei gesti e nelle espressioni; ma era simulazione più che impulso spontaneo; gioivano in segreto che rifiorisse la casa di Germanico

Questa incipiente simpatia e l'incapacità della madre Agrippina di dissimulare le sue speranze, affrettarono il dramma
nam Seianus ubi videt mortem Drusi inultam interfectoribus, sine maerore publico esse, ferox scelerum et, quia prima provenerant, volutare secum quonam modo Germanici liberos perverteret, quorum non dubia successio

neque spargi venenum in tres poterat, egregia custodum fide et pudicitia Agrippinae impenetrabili

igitur contumaciam eius insectari, vetus Augustae odium, recentem Liviae conscientiam exagitare, ut superbam fecunditate, subnixam popularibus studiis inhiare dominationi apud Caesarem arguerent

atque haec callidis criminatoribus, inter quos delegerat Iulium Postumum, per adulterium Mutiliae Priscae inter intimos aviae et consiliis suis peridoneum, quia Prisca in animo Augustae valida anum suapte natura potentiae anxiam insociabilem nurui efficiebat
Seiano, infatti, quando poté constatare che i responsabili della morte di Druso restavano impuniti e che era mancato un vero rimpianto popolare, fiero dei suoi delitti, poiché i primi avevano già avuto successo, si arrovellava su come rovinare i figli di Germanico, la cui successione appariva fuor di dubbio

Ma era impossibile avvelenarli tutti e tre, per l'incorrotta lealtà dei loro custodi e la virtù incrollabile di Agrippina

Individuò dunque il bersaglio nei modi alteri e indocili di quest'ultima, pungolando l'antica avversione di Augusta e la complicità recente di Livia, perché fossero loro ad accusarla, davanti a Cesare, di puntare al potere superba della sua numerosa prole e forte del favore popolare

Livia, con l'appoggio di abili calunniatori, tra cui aveva scelto Giulio Postumo - uno degli intimi della nonna di Druso, grazie all'adulterio con Mutilia Prisca, e quindi adattissimo ai suoi piani, per l'ascendente goduto da Prisca sull'animo di Augusta - rendeva questa vecchia, già per natura gelosa del suo potere, radicalmente avversa alla nuora

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Agrippinae quoque proximi inliciebantur pravis sermonibus tumidos spiritus perstimulare

[13] At Tiberius nihil intermissa rerum cura, negotia pro solaciis accipiens, ius civium, preces sociorum tractabat; factaque auctore eo senatus consulta ut civitati Cibyraticae apud Asiam, Aegiensi apud Achaiam, motu terrae labefactis, subveniretur remissione tributi in triennium

et Vibius Serenus pro consule ulterioris Hispaniae de vi publica damnatus ob atrocitatem morum in insulam Amorgum deportatur

Carsidius Sacerdos, reus tamquam frumento hostem Tacfarinatem iuvisset, absolvitur, eiusdemque criminis C Gracchus

hunc comitem exilii admodum infantem pater Sempronius in insulam Cercinam tulerat
Per converso, persone molto vicine ad Agrippina, irretite da Seiano, provocavano, con commenti malevoli, la sua reazione altezzosa

13 Tiberio intanto, senza interrompere la sua attività di governo, perché trovava conforto nel lavoro, esaminava le questioni giudiziarie relative a cittadini e le suppliche degli alleati; dietro sua proposta, il senato deliberò di soccorrere, con l'esenzione dei tributi per tre anni, le città di Cibira in Asia e di Egio in Acaia, distrutte da un terremoto

E il proconsole della Spagna ulteriore Vibio Sereno, condannato per violenza nell'esercizio delle sue funzioni, venne deportato, come risultato dei suoi modi crudeli, nell'isola di Amorgo

Fu assolto, invece, Carsidio Sacerdote dall'accusa di aver aiutato Tacfarinate con forniture di grano, e, per la stessa imputazione, Gaio Gracco

Questi, ancora bambino, era stato portato come compagno d'esilio nell'isola di Cercina dal padre Sempronio

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