Tacito, Annales: Libro 03 - Parte 02

Tacito, Annales: Libro 03 - Parte 02

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 03 - Parte 02

[40] Eodem anno Galliarum civitates ob magnitudinem aeris alieni rebellionem coeptavere, cuius extimulator acerrimus inter Treviros Iulius Florus, apud Aeduos Iulius Sacrovir

nobilitas ambobus et maiorum bona facta eoque Romana civitas olim data, cum id rarum nec nisi virtuti pretium esset

ii secretis conloquiis, ferocissimo quoque adsumpto aut quibus ob egestatem ac metum ex flagitiis maxima peccandi necessitudo, componunt Florus Belgas, Sacrovir propiores Gallos concire

igitur per conciliabula et coetus seditiosa disserebant de continuatione tributorum, gravitate faenoris, saevitia ac superbia praesidentium, et discordare militem audito Germanici exitio
40 Nello stesso anno, alcune popolazioni della Gallia tentarono, per il cumulo dei debiti, una rivolta, contando tra gli organizzatori più decisi Giulio Floro fra i Treviri e Giulio Sacroviro fra gli Edui

Vantavano entrambi la nobiltà dei natali e i meriti acquisiti dai loro antenati, per cui avevano un tempo ottenuto la cittadinanza romana, quando era una concessione rara e stava a riconoscimento del solo valore

Costoro, assicuratisi in convegni segreti l'appoggio dei capi più fieri e decisi o di quanti erano nell'assoluta necessità di mettersi fuori legge per miseria o paura di meritati castighi, stabilirono un piano, in base al quale Floro doveva provocare la sollevazione dei Belgi e Sacroviro quella dei Galli delle aree più vicine

Dunque, in riunioni segrete e in assemblee tenevano discorsi sediziosi sui tributi da versare in perpetuo, sul peso dell'usura, sulla crudeltà e superbia dei governatori, e accennavano ai fermenti tra i soldati che si erano manifestati alla notizia della morte di Germanico
egregium resumendae libertati tempus, si ipsi florentes quam inops Italia, quam inbellis urbana plebes, nihil validum in exercitibus nisi quod externum, cogitarent

[41] Haud ferme ulla civitas intacta seminibus eius motus fuit: sed erupere primi Andecavi ac Turoni

quorum Andecavos Acilius Aviola legatus excita cohorte quae Lugduni praesidium agitabat coercuit

Turoni legionario milite quem Visellius Varro inferioris Germaniae legatus miserat oppressi eodem Aviola duce et quibusdam Galliarum primoribus, qui tulere auxilium quo dissimularent defectionem magisque in tempore efferrent

spectatus et Sacrovir intecto capite pugnam pro Romanis ciens ostentandae, ut ferebat, virtutis: sed captivi ne incesseretur telis adgnoscendum se praebuisse arguebant
splendida occasione quella per riacquistare la libertà se essi, che avevano così fiorenti risorse, avessero pensato all'Italia indebolita, alla miserabile viltà della plebe di Roma e al fatto che, nell'esercito, la forza reale veniva dagli apporti stranieri

41 Quasi nessuna popolazione rimase immune dal germe della rivolta; ma i primi a sollevarsi furono gli Andecavi e i Turoni

Quanto ai primi, riuscì a sopraffarli il legato Acilio Aviola, con una coorte richiamata da Lione, dov'era di stanza

I Turoni dovettero cedere ai legionari, inviati dal legato della Germania inferiore Visellio Varrone agli ordini dello stesso Aviola e di alcuni capi delle Gallie, accorsi a offrire il loro aiuto per dissimulare la rivolta e rimandarla a un momento migliore

Fu notato anche Sacroviro impegnarsi, a capo scoperto, per i Romani, a dimostrazione, come lui sosteneva, del proprio valore; ma, stando all'accusa dei prigionieri, si era reso riconoscibile per non essere bersagliato dai dardi dei suoi
consultus super eo Tiberius aspernatus est indicium aluitque dubitatione bellum

[42] Interim Florus insistere destinatis, pellicere alam equitum, quae conscripta e Treviris militia disciplinaque nostra habebatur, ut caesis negotiatoribus Romanis bellum inciperet; paucique equitum corrupti, plures in officio mansere

aliud vulgus obaeratorum aut clientium arma cepit; petebantque saltus quibus nomen Arduenna, cum legiones utroque ab exercitu, quas Visellius et C Silius adversis itineribus obiecerant, arcuerunt

praemissusque cum delecta manu Iulius Indus e civitate eadem, discors Floro et ob id navandae operae avidior, inconditam multitudinem adhuc disiecit
Tiberio, consultato in proposito, non raccolse quegli elementi d'accusa e, coi suoi scrupoli, finì per alimentare la guerra

42 Floro intanto, perseguendo i suoi piani, cercava di sobillare un'ala di cavalleria, arruolata fra i Treviri, ma inquadrata nei nostri reparti e addestrata da noi, a dare il via alla guerra, attraverso un massacro dei mercanti romani; Pochi cavalieri si lasciarono indurre, i più rimasero fedeli al loro posto

Invece la massa delle persone oppresse dai debiti e i clienti di Floro presero le armi, e stavano per dirigersi verso le alture boscose chiamate Ardenna, quando li respinsero le legioni, provenienti dai due eserciti, legioni che Visellio e Gaio Silio avevano fatto avanzare in senso opposto, bloccando così loro il passaggio

Venne mandato avanti, con reparti scelti, Giulio Indo, conterraneo di Floro, ma in pieno disaccordo con lui e, per questo motivo, tanto più desideroso di farsi valere; costui sbaragliò quella massa non ancora ben organizzata

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Tacito, Annales: Libro 13, 01-24
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Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 13, 01-24

Florum incertis latebris victores frustratus, postremo visis militibus, qui effugia insederant, sua manu cecidit

isque Trevirici tumultus finis

[43] Apud Aeduos maior moles exorta quanto civitas opulentior et comprimendi procul praesidium

Augustodunum caput gentis armatis cohortibus Sacrovir occupaverat [ut] nobilissimam Galliarum subolem, liberalibus studiis ibi operatam, et eo pignore parentes propinquosque eorum adiungeret; simul arma occulte fabricata iuventuti dispertit

quadraginta milia fuere, quinta sui parte legionariis armis, ceteri cum venabulis et cultris quaeque alia venantibus tela sunt

adduntur e servitiis gladiaturae destinati quibus more gentico continuum ferri tegimen: cruppellarios vocant, inferendis ictibus inhabilis, accipiendis impenetrabilis
Floro sfuggì ai vincitori in nascondigli poco noti, ma alla fine, quando vide i soldati bloccare ogni via d'uscita, si uccise

Con lui ebbe fine la rivolta dei Treviri

43 Più complessa invece la rivolta scoppiata tra gli Edui, in rapporto alle maggiori risorse di quel popolo e alla lontananza delle forze di repressione

Sacroviro aveva occupato con reparti armati Augustoduno, capitale di quel popolo, per avere dalla sua parte i giovani della nobiltà gallica, che lì si dedicavano agli studi liberali, e per legare a sé, con quel pegno, genitori e parenti; e intanto ai giovani distribuì armi fabbricate di nascosto

Erano quarantamila, dei quali un quinto con armi in dotazione alle legioni e gli altri con spiedi, coltelli e altre armi usate dai cacciatori

Vi aggregano gli schiavi destinati al mestiere di gladiatore, che avevano, secondo la pratica di quella gente, un'armatura completa: li chiamano crupellarii, poco adatti a menar colpi, ma impenetrabili a quelli degli avversari
augebantur eae copiae vicinarum civitatum ut nondum aperta consensione, ita viritim promptis studiis, et certamine ducum Romanorum, quos inter ambigebatur utroque bellum sibi poscente

mox Varro invalidus senecta vigenti Silio concessit

[44] At Romae non Treviros modo et Aeduos sed quattuor et sexaginta Galliarum civitates descivisse, adsumptos in societatem Germanos, dubias Hispanias, cuncta, ut mos famae, in maius credita

optumus quisque rei publicae cura maerebat: multi odio praesentium et cupidine mutationis suis quoque periculis laetabantur increpabantque Tiberium quod in tanto rerum motu libellis accusatorum insumeret operam

an Sacrovirum maiestatis crimine reum in senatu fore
Queste forze erano sostenute, se non dall'appoggio esplicito delle popolazioni vicine, almeno dall'entusiastica partecipazione di singole persone, e si avvantaggiavano della rivalità dei comandanti romani in aperto conflitto, pretendendo entrambi il comando delle operazioni

Alla fine Varrone, meno efficiente per l'età avanzata, cedette al giovane Silio

44 Ma secondo le notizie che giungevano a Roma, non solo i Treviri e gli Edui, bensì sessantaquattro tribù delle Gallie s'erano ribellate, e i Germani avevano fatto alleanza con loro e le Spagne non davano garanzia di fedeltà: il tutto, come avviene per sentito dire, esagerato

Le persone più responsabili si preoccupavano per le difficoltà dello stato; molti, insofferenti del presente e desiderosi di mutamenti, provavano gioia per i rischi che pure li riguardavano, e inveivano contro Tiberio, il quale, in mezzo a tanti sconvolgimenti, si occupava delle denunce degli accusatori

Ma sarebbe stato mai possibile, - si chiedevano - che Sacroviro venisse accusato di lesa maestà dinanzi al senato

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extitisse tandem viros qui cruentas epistulas armis cohiberent

miseram pacem vel bello bene mutari

tanto impensius in securitatem compositus, neque loco neque vultu mutato, sed ut solitum per illos dies egit, altitudine animi, an compererat modica esse et vulgatis leviora

[45] Interim Silius cum legionibus duabus incedens praemissa auxiliari manu vastat Sequanorum pagos qui finium extremi et Aeduis contermini sociique in armis erant

mox Augustodunum petit propero agmine, certantibus inter se signiferis, fremente etiam gregario milite, ne suetam requiem, ne spatia noctium opperiretur: viderent modo adversos et aspicerentur; id satis ad victoriam

duodecimum apud lapidem Sacrovir copiaeque patentibus locis apparuere
Ecco finalmente degli uomini capaci di fermare con le armi le sue lettere grondanti sangue

Ben venga anche una guerra, per cambiare una così detestabile pace

E tanto più risoluta era la studiata imperturbabilità, senza mutare né luogo né umori: si comportò in quei giorni come al solito, o perché impenetrabile o perché sapeva che si trattava di questioni secondarie, meno serie di quanto si dicesse

45 Silio intanto avanzando con due legioni e facendosi precedere da un corpo di ausiliari, devasta i villaggi dei Sequani posti all'estremità del territorio, al confine con gli Edui, loro alleati nella guerra

Punta poi rapido su Augustoduno: rivaleggiavano gli alfieri in velocità e anche i soldati semplici esprimevano insofferenza per i ritardi dovuti al consueto riposo e alle soste notturne: contava solo - dicevano - vedere il nemico di fronte ed essere visti: questo bastava per vincere

A dodici miglia dalla città furono avvistati, in campo aperto, Sacroviro e le sue truppe
in fronte statuerat ferratos, in cornibus cohortis, a tergo semermos

ipse inter primores equo insigni adire, memorare veteres Gallorum glorias quaeque Romanis adversa intulissent; quam decora victoribus libertas, quanto intolerantior servitus iterum victis

[46] Non diu haec nec apud laetos: etenim propinquabat legionum acies, inconditique ac militiae nescii oppidani neque oculis neque auribus satis competebant

contra Silius, etsi praesumpta spes hortandi causas exemerat, clamitabat tamen pudendum ipsis quod Germaniarum victores adversum Gallos tamquam in hostem ducerentur

'una nuper cohors rebellem Turonum, una ala Trevirum, paucae huius ipsius exercitus turmae profligavere Sequanos
In prima linea aveva schierato gli uomini catafratti di ferro, le coorti con armi regolari ai lati e, dietro, i male armati

Sacroviro, fra gli altri capi, cavalcava su uno splendido destriero e rievocava le antiche glorie dei Galli e tutte le sconfitte da loro inflitte ai Romani: tanto sarebbe stata bella la libertà per loro in caso di vittoria quanto più insopportabile la schiavitù dopo una seconda sconfitta

46 Breve fu il discorso e rivolto a uomini senza entusiasmo: si avvicinavano infatti le legioni romane in assetto di guerra, e quei cittadini, disorganizzati e inesperti di arte militare, avevano quasi perduto la capacità di vedere e ascoltare

Da parte sua Silio, benché la certezza del successo avesse reso superflua l'arringa ai soldati, gridava tuttavia che era una vergogna per loro, vincitori dei Germani, marciare contro i Galli come contro un vero nemico

Poco fa è bastata una sola coorte per battere i Turoni ribelli, un'ala sola di cavalieri per i Treviri e pochi squadroni di questo esercito per i Sequani

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quanto pecunia dites et voluptatibus opulentos tanto magis imbellis Aeduos evincite et fugientibus consulite'

ingens ad ea clamor et circumfudit eques frontemque pedites invasere, nec cunctatum apud latera

paulum morae attulere ferrati, restantibus lamminis adversum pila et gladios; set miles correptis securibus et dolabris, ut si murum perrumperet, caedere tegmina et corpora; quidam trudibus aut furcis inertem molem prosternere, iacentesque nullo ad resurgendum nisu quasi exanimes linquebantur

Sacrovir primo Augustodunum, dein metu deditionis in villam propinquam cum fidissimis pergit

illic sua manu, reliqui mutuis ictibus occidere: incensa super villa omnis cremavit
Questi Edui, che quanto più ricchi e sazi di piaceri tanto più sono imbelli, schiacciateli e risparmiate i fuggiaschi

Si levò in risposta un grido immenso, e la cavalleria accerchiò i nemici e i fanti li attaccarono di fronte, e le ali cedettero quasi subito

Un po' di resistenza opposero gli uomini catafratti di ferro, poiché le corazze reggevano ai colpi di lancia e spada; ma i soldati, impugnati scuri e picconi, come per sfondare una muraglia, facevano a pezzi armature e corpi; alcuni con pertiche e forche abbattevano quelle masse inerti che, prostrate a terra, incapaci d'un minimo sforzo per rialzarsi, erano abbandonate lì come morte

Sacroviro raggiunse prima Augustoduno, poi, temendone la resa, si diresse in una villa vicina coi suoi fedeli

Lì si uccise, e gli altri morirono, colpendosi l'un l'altro; la villa incendiata sopra di loro costituì, per tutti, il rogo
[47] Tum demum Tiberius ortum patratumque bellum senatu scripsit; neque dempsit aut addidit vero, sed fide ac virtute legatos, se consiliis superfuisse

simul causas cur non ipse, non Drusus profecti ad id bellum forent, adiunxit, magnitudinem imperii extollens, neque decorum principibus, si una alterave civitas turbet * * omissa urbe, unde in omnia regimem

nunc quia non metu ducatur iturum ut praesentia spectaret componeretque

decrevere patres vota pro reditu eius supplicationesque et alia decora

solus Dolabella Cornelius dum antire ceteros parat absurdam in adulationem progressus, censuit ut ovans e Campania urbem introiret
47 Allora finalmente Tiberio scrisse al senato, per comunicare che la guerra era cominciata e si era subito conclusa; Nulla tolse o aggiunse alla verità: la prova era stata superata per la lealtà e il coraggio dei legati e grazie ai suoi provvedimenti

Spiegò anche il motivo per cui né lui né il figlio Druso erano partiti per quella guerra, esaltando la grandezza dell'impero e argomentando che non si addiceva ai principi lasciare, per la ribellione di questa o quella popolazione, la città da cui si governa il mondo

Adesso, poiché non lo si poteva più credere spinto dalla paura della ribellione, sarebbe andato a constatare di persona la situazione e a porvi i rimedi

Decretarono i senatori voti per il suo ritorno, supplicazioni e altri attestati di onore per la sua persona

Il solo Cornelio Dolabella, nel suo voler superare gli altri, precipitò in una adulazione assurda, proponendo che, al suo ritorno dalla Campania, Tiberio fosse accolto da un'ovazione

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igitur secutae Caesaris litterae quibus se non tam vacuum gloria praedicabat ut post ferocissimas gentis perdomitas, tot receptos in iuventa aut spretos triumphos, iam senior peregrinationis suburbanae inane praemium peteret

[48] Sub idem tempus ut mors Sulpicii Quirini publicis exequiis frequentaretur petivit a senatu

nihil ad veterem et patriciam Sulpiciorum familiam Quirinius pertinuit, ortus apud municipium Lanuvium: sed impiger militiae et acribus ministeriis consulatum sub divo Augusto, mox expugnatis per Ciliciam Homonadensium castellis insignia triumphi adeptus, datusque rector G Caesari Armeniam optinenti
Seguì una seconda lettera di Cesare: non era così a corto di gloria - questa l'affermazione esplicita - da dover cercare, dopo aver domato popoli fierissimi e celebrato o anche rifiutato tanti trionfi nella sua giovinezza, ora, in età avanzata, un vuoto onore per una passeggiata suburbana

48 In quel torno di tempo, chiese al senato che, per la morte di Sulpicio Quirinio, fossero celebrati funerali di stato

Quirinio non ebbe nulla a che fare con l'antica famiglia patrizia dei Sulpicii, perché era nato nel municipio di Lanuvio; ma la sua efficienza militare e lo scrupoloso esercizio delle sue funzioni gli erano valsi il consolato sotto il divo Augusto e poi le insegne trionfali, dopo l'espugnazione delle fortezze degli Omonadesi in Cilicia; quindi, assegnato come consigliere a Gaio Cesare nel governo dell'Armenia, aveva reso omaggio anche a Tiberio, al tempo del suo ritiro a Rodi

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