Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08, Parte 02, pag 2

Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 08, Parte 02

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 08, Parte 02
Populum in primis universum tanta per omnes occasiones comitate tractavit, ut proposito gladiatorio munere, non ad suum, sed ad spectantium arbitrium editurum se professus sit; et plane ita fecit

Nam neque negavit quicquam petentibus et ut quae vellent peterent ultro adhortatus est

Quin et studium armaturae Thraecum prae se ferens, saepe cum populo et voce et gestu ut fautor cavillatus est, verum maiestate salva nec minus aequitate

Ne quid popularitatis praetermitteret, nonnumquam in thermis suis admissa plebe lavit

Quaedam sub eo fortuita ac tristia acciderunt, ut conflagratio Vesevi montis in Campania, et incendium Romae per triduum totidemque noctes, item pestilentia quanta non temere alias
Soprattutto verso il popolo, preso nel suo insieme, diede prova di una così grande sollecitudine che, annunciato uno spettacolo di gladiatori, dichiarò di offrirlo 'non per il suo piacere, ma per qvello degli spettatori', e mantenne la promessa

Infatti, non solo non rifiutò niente di qvello che chiedevano, ma li invitò perfino a esprimere qvello che volevano

Spesso, poiché non nascondeva le sue simpatie per i gladiatori traci, scambiò con il popolo, che gli rimproverava di favorirli, battute mordaci, accompagnate da gesti, senza per altro venir meno alla sua dignità e al suo senso di giustizia

Non volendo trascurare niente per piacere al popolo, permise che qualche volta la plebe penetrasse nelle sue terme e fece il bagno in sua presenza

Sotto il suo principato si verificarono alcune catastrofi dovute alla fatalità: un'eruzione del Vesuvio, in Campania, un incendio che devastò Roma per tre giorni e tre notti e perfino la più terribile pestilenza che forse si era mai vista
In iis tot adversis ac talibus non modo principis sollicitudinem sed et parentis affectum unicum praestitit, nunc consolando per edicta, nunc opitulando quatenus suppeteret facultas

Curatores restituendae Campaniae consularium numero sorte duxit; bona oppressorum in Vesevo, quorum heredes non exstabant, restitutioni afflictarum civitatum attribuit

Vbis incendio nihil nisi sibi publice perisse testatus, cuncta praetorium suorum ornamenta operibus ac templis destinavit praeposuitque complures ex equestri ordine, quo quaeque maturius paragerentur

Medendae valitudini leniendisque morbis nullam divinam humanamque opem non adhibuit, inquisito omni sacrificiorum remediorumque genere

Inter adversa temporum et delatores mandatoresque erant ex licentia veteri
In tutte queste calamità così gravi egli mostrò non solo la sollecitudine di un imperatore, ma anche la tenerezza tipica di un padre, ora confortando il popolo con i suoi editti, ora procurando tutti i soccorsi che dipendevano da lui

Sorteggiò alcuni ex consoli ai quali diede l'incarico di restaurare la Campania e assegnò i beni di coloro che erano morti durante l'eruzione del Vesuvio senza lasciare eredi, alla ricostruzione delle città distrutte

Durante l'incendio di Roma, dopo aver dichiarato che lo Stato non aveva subito nessuna perdita, destinò ai monumenti e ai templi tutti gli oggetti d'arte delle sue case di campagna e affidò la direzione dei lavori a numerosi cavalieri romani, perché fossero eseguiti più in fretta

Per far cessare l'epidemia e alleviare il male, non trascurò nessuna risorsa umana e divina, ma fece ricorso a tutti i sacrifici e a tutti i rimedi

Tra i mali del tempo vi erano anche i delatori e i fautori di delazioni, incoraggiati da un'inveterata tolleranza
Hos assidue in foro flagellis ac fustibus caesos ac novissime traductos per amphitheatri arenam, partim subici ac venire imperavit, partim in asperrima insularum avehi

Vtque etiam similia quandoque ausuros perpetuo coerceret, vetuit inter cetera de eadem re pluribus legibus agi, quaerive de cuiusquam defunctorum statu ultra certos annos

IX Pontificatum maximum ideo se professus accipere ut puras servaret manus, fidem praestitis, nec auctorem posthac cuiusquam necis nec conscius, quamvis interdum ulciscenti causa non deesset, sed periturum se potius quam perditurum adiurans
Dopo averli fatti fustigare incessantemente sulla pubblica piazza e, alla fine, costretti a sfilare nell'arena dell'anfiteatro, ordinò che alcuni fossero esposti e messi in vendita, altri trasportati nelle isole più selvagge

E per scoraggiare anche tutti coloro che in avvenire avrebbero osato imitarli, vietò, tra l'altro, di insistere su una medesima questione, invocando più leggi, e di fare Inchieste, dopo un certo numero di anni sulla condizione sociale di un defunto qualsiasi

9 Aveva dichiarato di accettare il sommo pontificato solo per conservare le mani pure, e mantenne la parola, perché da qvel momento nessuno fu messo a morte per suo ordine o con il suo consenso, sebbene talvolta non gli mancassero le occasioni di vendicarsi, ma egli giurava 'che preferiva morire, piuttosto che far morire qualcuno'

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Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57
Svetonio, Vite dei dodici cesari: Libro 06, Par 31 - 57

Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 06, Par 31 - 57

Duos patricii generis convicto in adfectationem imperii, nihil amplius quam ut desisteret monuit, docens principatum fato dati, si quid praeterea desiderarent, promitteres se tributurum; et confestim qvidem at alterius matrem, quae procul aberat, cursore suos misit, qui anxiae salvum filium nuntiarent; ceterum ipsos non solum familiari cenae adhibuit, sed et insequenti die gladiatorum spectaculo circa se ex industria conlocatis ablata sibi ferramenta pugnantium inspicienda porrexit

Dicitur etiam cognita utriusque genitura imminere ambobus periculum adfirmasse, verum quandoque et ab alio; sicut evenit
Quando due patrizi furono riconosciuti colpevoli di aspirare all'Impero, li invitò soltanto a rinunciarvi, ammonendoli che 'il principato viene dato dal destino' e promettendo, per di più, che avrebbe accordato tutto qvello che avessero chiesto Subito, poi, dal momento che la madre di uno di questi patrizi si trovava lontano da Roma, le inviò alcuni suoi messaggeri per rassicurarla sulla sorte di suo figlio, e quanto ai due, non solo li ammise ad una cena intima, ma, il giorno successivo, durante uno spettacolo di gladiatori, li fece sedere proprio accanto a sé volutamente e quando gli furono presentate le armi dei combattenti, le tese loro per fargliele esaminare

Si dice anche che, venuto a conoscenza del loro oroscopo, li avvertì che'erano minacciati tutti e due da un pericolo, ma che non sarebbe venuto da lui', cosa che si verificò realmente
Fratrem insidiari sibi non desinentem, sed paene ex professo sollicitantem exercitus, meditantem fugam, neque occidere neque seponere ac ne in minore qvidem honore habere sustinuit, sed, ut a primo imperii die, consorte successoremque testari perseveravit, nonnumquam secreto precibus et lacrimis orans, ut tandem mutuo erga se animo vellet esse

X Inter haec morte praeventus est, maiore hominum damno quam suo

Spectaculis absolutis, in quorum fine populo coram ubertim fleverat, Sabinos petiit aliquanto tristior, quod sacrificanti hostia aufugerat quodque tempestate serena tonverat
Quanto a suo fratello, che non cessava di complottare contro di lui e che, quasi senza nascondersi, sollecitava perfino le armate alla rivolta e si preparava a fuggirsene, Tito ebbe la costanza di non farlo uccidere, di non allontanarlo e nemmeno di diminvirgli gli onori, ma continuò, come dal primo giorno del suo principato, a proclamarlo suo socio, suo futuro successore, supplicandolo qualche volta con le lacrime agli occhi, quando erano soli, 'a contraccambiare alla fine il suo affetto'

10 Tra queste occupazioni giunse alla morte, che fu una disgrazia più per gli uomini che per lui

Dopo la chiusura di uno spettacolo, al termine del quale aveva pianto molto in presenza del popolo, egli partì per il paese dei Sabini ancora più triste perché la vittima, proprio mentre stava per sacrificarla, era scappata e si era sentito un tuono a ciel sereno

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Deinde ad primam statim mansionem febrim nactus, cum inde lectica transferretur, suspexisse dicitur dimotis plagulis caelum, multumque conquestus eripi sibi vitam immerenti; neque enim exstare ullum suum factum paenitendum, excepto dum taxat uno

Id quale fverit, neque ipse tunc prodidit neque cuiquam facile succurrat

Quidam opinantur consuetudinem recordatum, quam cum fratris uxore habverit; sed nullam habuisse, persancte Domitia iurabat: haud negatura, si qua omnino fuisset, immo etiam gloriatura, quod illi promptissimum erat in omnibus probris

XI Excessit in eadem qua pater villa Id Septb post biennium ac menses duos diesque XX quam successerat patri, altero et quadragesimo aetatis anno
Più tardi fu preso dalla febbre dopo la prima tappa e, mentre proseguiva il suo viaggio in lettiga, si dice che, mosse le tendine, abbia sollevato gli occhi al cielo e si sia lamentato con amarezza 'perché la vita gli veniva tolta nonostante la sua innocenza, dal momento che nessuno dei suoi atti gli lasciava rimorsi, ad eccezione di uno solo'

Quale fosse questo atto egli non lo rivelò e nessuno potrebbe facilmente scoprirlo

Alcuni pensano che alludesse alle relazioni intrattenute con la moglie di suo fratello, ma Domizia giurava solennemente di non aver avuto alcun legame con lui; ora, se fra loro ci fosse stata la benché minima cosa, anziché negarla, essa se ne sarebbe perfino vantata, come era pronta a fare per tutte le sue sregolatezze

11 Morì nella stessa casa di campagna dove era spirato suo padre, il giorno delle idi di settembre, due anni, due mesi e venti giorni dopo essergli succeduto nel quarantaduesimo anno d'età
Quod ut palam factum est, non secus atque in domestico luctu maerentibus publice cunctis, senatus prius quam edicto convocaretur ad curiam concurrit, obseratisque adhuc foribus, deinde apertis, tantas mortuo gratias egit laudesque congessit, quantas ne vivo qvidem umquam atque praesenti

Quando si sparse la notizia, tutti i cittadini si dolsero pubblicamente come se avessero perduto qualcuno dei loro Il Senato si precipitò verso la curia, senza attendere di essere convocato da un editto e, fattosi aprire le porte che erano ancora chiuse, rese al defunto numerosi atti di ringraziamento e gli prodigò tante lodi quante non gliene aveva mai fatte da vivo, in sua presenza

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