Latino: dall'autore Svetonio, opera Vite dei dodici cesari parte Libro 03, Par 61 - 76
Nam cum senatus consulto cautum esset, ut poena damnatorum in decimum semper diem differretur, forte accidit ut quorundam supplicii dies is esset, quo nuntiatum de Tiberio erat Hos implorantis hominum fidem, quia absente adhuc Gaio nemo extabat qui adiri interpellarique posset, custodes, ne quid adversus constitutum facerent, strangulauerunt abieceruntque in Gemonias Crevit igitur inuidia, quasi etiam post mortem tyranni saevitia permanente Corpus ut moueri a Miseno coepit, conclamantibus plerisque Atellam potius deferendum et in amphitheatro semiustilandum, Romam per milites deportatum est crematumque publico funere [76] Testamentum duplex ante biennium fecerat, alterum sua, alterum liberti manu, sed eodem exemplo, obsignaueratque etiam humillimorum signis |
Infatti un decreto del Senato aveva stabilito che ormai il supplizio di tutti i condannati fosse differito di dieci giorni e così si scoprì che alcuni dovevano essere giustiziati proprio il giorno in cui si seppe della morte di Tiberio Essi si misero allora ad invocare la pietà di tutti, ma poiché non vi era nessuno a cui ci si potesse rivolgere per istruzioni, dal momento che Gaio era ancora assente, i guardiani, per non venir meno alla consegna, li strangolarono e li gettarono nelle Gemonie Naturalmente l'odio si raddoppiò, perché sembrò che la ferocità del tiranno si facesse sentire anche dopo la morte Quando si cominciò a trasportare il corpo da Miseno, una folla di persone gridava che bisognava piuttosto trasferirlo ad Atella a bruciarlo in fretta nell'anfiteatro; i soldati però lo portarono a Roma dove fu cremato durante pubblici funerali 76 Aveva fatto testamento due anni prima, redatto in due esemplari, uno di sua mano, l'altro per mezzo di un liberto, ma identici l'uno e l'altro e anche le persone di più bassa condizione vi avevano apposto la loro firma |
Eo testamento heredes aeqvis partibus reliquit Gaium ex Germanico et Tiberium ex Druso nepotes substituitque in uicem; dedit et legata plerisque, inter quos virginibus Vestalibus, sed et militibus universis plebeique Romanae viritim atque etiam separatim uicorum magistris |
Con quel testamento lasciò eredi in parti uguali Gaio, figlio di Germanico e Tiberio, figlio di Druso, suoi nipoti, e li stabilì anche eredi reciproci l'uno dell'altro; fece anche dei lasciti a numerose persone, fra queste le Vergini Vestali; non si dimenticò tuttavia né dei singoli soldati, né di ciascun plebeo di Roma e nemmeno, a titolo speciale, dei sorveglianti dei quartieri |