Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 03-04 Parte 03, pag 4

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 03-04 Parte 03

Latino: dall'autore Seneca, opera Lettere a Lucilio parte Libri 03-04 Parte 03
Haec autem etiam si aderunt et poterunt sine ullo tuo labore decurrere, tamen temperanda sunt; nam quemadmodum sapienti viro incessus modestior convenit, ita oratio pressa, non audax

Summa ergo summarum haec erit: tardilocum esse te iubeo

Vale

Facis rem optimam et tibi salutarem si, ut scribis, perseveras ire ad bonam mentem, quam stultum est optare cum possis a te impetrare

Non sunt ad caelum elevandae manus nec exorandus aedituus ut nos ad aurem simulacri, quasi magis exaudiri possimus, admittat: prope est a te deus, tecum est, intus est

Ita dico, Lucili: sacer intra nos spiritus sedet, malorum bonorumque nostrorum observator et custos; hic prout a nobis tractatus est, ita nos ipse tractat

Bonus vero vir sine deo nemo est: an potest aliquis supra fortunam nisi ab illo adiutus exsurgere

Ille dat consilia magnifica et erecta
Ma anche se queste si presenteranno da sé e potranno fluire senza nessuna fatica da parte tua, bisogna, tuttavia, moderarle; come al saggio si addice un incedere contegnoso, così gli si addice un eloquio cauto, non avventato

In conclusione: parla lentamente

Stammi bene

Fai proprio una cosa buona e a te salutare se, come scrivi, continui ad avanzare verso la saggezza: è insensato chiederla a dio, visto che puoi ottenerla da te

Non occorre alzare le mani al cielo o scongiurare il sacrestano che ci lasci avvicinare alle orecchie della statua, quasi potessimo trovare più ascolto: dio è vicino a te, è con te, è dentro di te

Secondo me, Lucilio, c'è in noi uno spirito sacro, che osserva e sorveglia le nostre azioni, buone e cattive; a seconda di come noi lo trattiamo, lui stesso ci tratta

Nessun uomo è virtuoso senza dio: oppure qualcuno può ergersi al di sopra della sorte senza il suo aiuto

Egli ci ispira principi nobili ed elevati
In unoquoque virorum bonorum quis deus incertum est habitat deus

Si tibi occurrerit vetustis arboribus et solitam altitudinem egressis frequens lucus et conspectum caeli ramorum aliorum alios protegentium summovens, illa proceritas silvae et secretum loci et admiratio umbrae in aperto tam densae atque continuae fidem tibi numinis faciet

Si quis specus saxis penitus exesis montem suspenderit, non manu factus, sed naturalibus causis in tantam laxitatem excavatus, animum tuum quadam religionis suspicione percutiet

Magnorum fluminum capita veneramur; subita ex abdito vasti amnis eruptio aras habet; coluntur aquarum calentium fontes, et stagna quaedam vel opacitas vel immensa altitudo sacravit
In ogni uomo virtuoso abita un dio quale non si sa

Se ti troverai davanti a un bosco folto di alberi secolari, di altezza insolita, dove la densità dei rami, che si coprono l'un l'altro, impedisce la vista del cielo, l'altezza di quella selva, la solitudine del luogo e lo stupore che desta un'ombra tanto densa e ininterrotta in uno spazio aperto, ti persuaderà che lì c'è un dio

Se una grotta, creata non dalla mano dell'uomo, ma scavata in tanta ampiezza da fenomeni naturali, sostiene su rocce profondamente corrose un monte, un sentimento di religioso timore colpirà il tuo animo

Noi veneriamo le sorgenti dei grandi fiumi; vengono innalzati altari là dove d'improvviso scaturisce dal sottosuolo una copiosa corrente; onoriamo le fonti di acque termali, e il colore opaco o la smisurata profondità hanno reso sacri certi laghi
Si hominem videris interritum periculis, intactum cupiditatibus, inter adversa felicem, in mediis tempestatibus placidum, ex superiore loco homines videntem, ex aequo deos, non subibit te veneratio eius

non dices, 'ista res maior est altiorque quam ut credi similis huic in quo est corpusculo possit'

Vis isto divina descendit; animum excellentem, moderatum, omnia tamquam minora transeuntem, quidquid timemus optamusque ridentem, caelestis potentia agitat

Non potest res tanta sine adminiculo numinis stare; itaque maiore sui parte illic est unde descendit

Quemadmodum radii solis contingunt quidem terram sed ibi sunt unde mittuntur, sic animus magnus ac sacer et in hoc demissus, ut propius quidem divina nossemus, conversatur quidem nobiscum sed haeret origini suae; illinc pendet, illuc spectat ac nititur, nostris tamquam melior interest
Se vedrai un uomo impavido di fronte ai pericoli, libero da passioni, felice nelle avversità, tranquillo in mezzo alle tempeste, che guarda gli altri uomini dall'alto e gli dèi alla pari, non ti pervaderà un senso di rispetto per lui

Non dirai: C'è un qualcosa di troppo grande ed eccelso perché possa ritenersi simile al povero corpo in cui si trova

Una forza divina è discesa in lui; una potenza celeste stimola questo spirito straordinario, moderato, che passa oltre ogni cosa considerandola di poco conto, che se la ride dei nostri timori e desideri

Non può un essere così grande restare saldo senza l'aiuto divino; perciò la parte maggiore di lui è là da dove è disceso

Come i raggi del sole raggiungono la terra, ma non si staccano dal loro punto di partenza, così l'anima grande e santa, mandata quaggiù per farci conoscere meglio il divino, sta insieme a noi, ma rimane unita alla sua origine; dipende da essa, a essa guarda e aspira e sta in mezzo a noi come un essere superiore

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Quis est ergo hic animus

qui nullo bono nisi suo nitet

Quid enim est stultius quam in homine aliena laudare

quid eo dementius qui ea miratur quae ad alium transferri protinus possunt

Non faciunt meliorem equum aurei freni

Aliter leo aurata iuba mittitur, dum contractatur et ad patientiam recipiendi ornamenti cogitur fatigatus, aliter incultus, integri spiritus: hic scilicet impetu acer, qualem illum natura esse voluit, speciosus ex horrido, cuius hic decor est, non sine timore aspici, praefertur illi languido et bratteato

Nemo gloriari nisi suo debet

Vitem laudamus si fructu palmites onerat, si ipsa pondere [ad terram] eorum quae tulit adminicula deducit: num quis huic illam praeferret vitem cui aureae uvae, aurea folia dependent

Propria virtus est in vite fertilitas; in homine quoque id laudandum est quod ipsius est
Qual è, dunque, quest'anima

l'anima che brilla solo del suo bene

Cosa c'è, infatti, di più insensato che lodare in un uomo beni che non gli appartengono

Chi è più pazzo di uno che apprezza beni che possono sempre passare a un altro

Le briglie d'oro non rendono migliore un cavallo

Un leone dalla criniera dorata, ammansito e costretto, ormai stanco, a sopportare le bardature, si slancia in maniera diversa dal leone selvaggio, nel suo pieno vigore: naturalmente quest'ultimo, violento nella sua furia, quale lo volle la natura, splendido per l'aspetto feroce, la cui bellezza consiste nell'essere guardato con terrore, è preferito a quello fiacco e coperto d'oro

Ognuno si deve gloriare solo di quello che gli appartiene

Lodiamo una vite se i tralci sono carichi di frutti, se la pianta sotto il loro peso abbatte i sostegni: forse qualcuno potrebbe preferire una vite cui fossero appesi grappoli e foglie d'oro

La virtù propria della vite è la fertilità; anche nell'uomo bisogna lodare quello che gli è proprio
Familiam formonsam habet et domum pulchram, multum serit, multum fenerat: nihil horum in ipso est sed circa ipsum

Lauda in illo quod nec eripi potest nec dari, quod proprium hominis est

Quaeris quid sit

animus et ratio in animo perfecta

Rationale enim animal est homo; consummatur itaque bonum eius, si id implevit cui nascitur

Quid est autem quod ab illo ratio haec exigat

rem facillimam, secundum naturam suam vivere

Sed hanc difficilem facit communis insania: in vitia alter alterum trudimus

Quomodo autem revocari ad salutem possunt quos nemo retinet, populus impellit

Vale

Ha begli schiavi, una magnifica casa, vasti terreni seminati, cospicui redditi da usura; nessuno di questi beni è in lui, ma intorno a lui

Nell'uomo devi lodare quello che non può essergli tolto o essergli dato, quello che gli è proprio

Chiedi cos'è

L'anima e nell'anima una ragione perfetta

L'uomo è un animale dotato di ragione: il suo bene lo attua appieno, se adempie al fine per cui è nato

Che cosa esige da lui questa ragione

Una cosa facilissima: che viva secondo la natura che gli è propria

Ma la follia comune la rende una cosa difficile: ci trasciniamo l'un l'altro nei vizi

E come si può ricondurre alla salvezza gente che nessuno trattiene e che è spinta dalla massa

Stammi bene

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