Latino: dall'autore Seneca, opera De Ira 01 parte 08; 01-07
[5] Denique interrogo: valentior est quam ratio an infirmior |
[5] Io chiedo infine: è più forte o più debole della ragione |
Si valentior, quomodo illi modum ratio poterit inponere, cum parere nisi inbecilliora non soleant |
Se è più forte , come potrà la ragione porle un freno, visto che suole obbedire solo la parte più debole |
Si infirmior est, sine hac per se ad rerum effectus sufficit ratio nec desiderat inbecillioris auxilium |
Se è più debole, la ragione basta da sola, senza lira, a compiere azioni, e non ha bisogno dellaiuto della più debole |
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[6] 'At irati quidam constant sibi et se continent |
[6] Ma alcuni, in preda allira, si sanno dominare e contendere |
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cum iam ira evanescit et sua sponte decedit, non cum in ipso fervore est; tunc enim potentior est |
Quando lira ormai svanisce e se ne va spontaneamente, e non quando è al massimo del bollore; allora infatti è più potente |
[7] 'Quid ergo |
[7] E allora |
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non aliquando in ira quoque et dimittunt incolumes intactosque quos oderunt et a nocendo abstinent |
Non è forse vero che talora, anche in preda allira, lasciano andare incolumi e indenni quelli che odiano e si astengono dal nuocere |
' Faciunt: quando |
E vero, ma quando |
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cum adfectus repercussit adfectum et aut metus aut cupiditas aliquid inpetravit |
Quando una passione ne respinge unaltra, e la paura o il desiderio hanno ottenuto qualcosa |