Sallustio, Bellum Iugurthinum: Parte 41-45, pag 2

Sallustio, Bellum Iugurthinum: Parte 41-45

Latino: dall'autore Sallustio, opera Bellum Iugurthinum parte Parte 41-45
Nam postquam T Et C Gracchus, quorum maiores Punico atque aliis bellis multum rei publicae addiderant, vindicare plebem in libertatem et paucorum scelera patefacere coepere, nobilitas noxia atque eo perculsa modo per socios ac nomen Latinum, interdum per equites Romanos, quos spes societatis a plebe dimouerat, Gracchorum actionibus obviam ierat; et primo Tiberium, dein paucos post annos eadem ingredientem Gaium, tribunum alterum, alterum triumuirum coloniis deducendis, cum M Fuluio Flacco ferro necauerat Quando Tiberio e Gaio Gracco, i cui antenati durante la guerra punica e in altre guerre avevano molto giovato alla repubblica, incominciarono a rivendicare la libertà della plebe e a svelare le malefatte dell'oligarchia, la nobiltà, sapendosi colpevole, fu presa dal terrore: Essa si era opposta, perciò, all'esecuzione dei progetti dei Gracchi, ora per mezzo degli alleati e dei Latini, ora per mezzo dei cavalieri romani, che si erano allontanati dalla plebe nella speranza di associarsi ai nobili; Per primo trucidarono Tiberio, alcuni anni dopo Gaio, che seguiva le orme del fratello, tribuno della plebe il primo, triumviro per la deduzione delle colonie il secondo; e con loro Marco Fulvio Flacco
Et sane Gracchis cupidine victoriae haud satis moderatus animus fuit Ammettiamo pure che i Gracchi, per smania di vincere non abbiano saputo mantenere una condotta moderata
Sed bono vinci satius est quam malo more iniuriam vincere Ma per l'uomo onesto è meglio essere vinto che trionfare sull'ingiustizia con mezzi violenti

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Igitur ea victoria nobilitas ex libidine sua usa multos mortalis ferro aut fuga extinxit plusque in relicuum sibi timoris quam potentiae addidit I nobili, dunque, abusando di quella vittoria secondo il loro capriccio, eliminarono molti cittadini con le armi o con l'esilio e furono da allora più temuti che potenti
Quae res plerumque magnas civitatis pessum dedit, dum alteri alteros vincere quouis modo et victos acerbius ulcisci volunt Questa è la causa che ha provocato spesso la rovina di stati potenti, in quanto gli uni vogliono prevalere ad ogni costo sugli altri e infierire sui vinti con troppa crudeltà

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Sed de studiis partium et omnis civitatis moribus si singillatim aut pro magnitudine parem disserere, tempus quam res maturius me deseret Ma se io volessi parlare in modo circostanziato e con l'ampiezza che il soggetto merita delle lotte dei partiti e dei costumi di ogni stato, mi mancherebbe il tempo prima che la materia
Quam ob rem ad inceptum redeo Torno perciò al mio racconto

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Post Auli foedus exercitusque nostri foedam fugam Metellus et Silanus consules designati prouincias inter se partiuerant, Metelloque Numidia evenerat, acri viro et, quamquam aduerso populi partium, fama tamen aequabili et inviolata Dopo il trattato di Aulo e la vergognosa fuga del nostro esercito, Metello e Silano, consoli designati, si erano divisi fra loro le province; la Numidia era toccata a Metello, uomo energico e, benché avverso alla parte popolare, di fama sempre specchiata
Is ubi primum magistratum ingressus est, alia omnia sibi cum collega ratus, ad bellum, quod gesturus erat, animum intendit Questi, appena entrato in carica, dopo aver determinato tutte le altre questioni con il collega, si dedicò esclusivamente alla guerra che stava per intraprendere

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Igitur diffidens ueteri exercitui milites scribere, praesidia undique arcessere, arma tela equos et cetera instrumenta militiae parare, ad hoc commeatum affatim, denique omnia, quae in bello vario et multarum rerum egenti usui esse solent Pertanto, diffidando del vecchio esercito, arruola soldati, fa venire rinforzi da ogni parte, prepara armi difensive e da lancio, cavalli e altro materiale bellico e poi vettovaglie a sufficienza, tutto quanto, insomma, serve generalmente in una guerra imprevedibile e bisognevole di molte risorse

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