Sada Abe - il lato oscuro dell’eros

Sada Abe - il lato oscuro dell’eros

In quella tiepida mattina di maggio del 1936, Sada Abe esce dalla locanda dove lei e il suo uomo, Kichizo Ishida, sono chiusi in camera da due giorni, e lascia detto di non disturbarlo

Tre giorni dopo, quando l'arresteranno, racconterà che hanno fatto l'amore senza interruzione, voracemente, forsennatamente per 48 ore, finché lei, stringendo il collo dell'amante con il suo obi nell'orgasmo, lo ha soffocato. Poi gli ha reciso il pene e testicoli, e con il sangue ha scritto sulle lenzuola "Sada e Kichi, noi due". Si è infilata la biancheria di lui ancora tiepida e ha lasciato la stanza. All'ispettore Ando, Sada dice ha fatto l'unica cosa che doveva fare e ora si sente più leggera

delle tre imputazioni:

  1. omicidio
  2. mutilazione
  3. perversione sessuale

Sada Abe rifiuta la terza imputazione con indignazione e il team di psichiatri cui viene sottoposta conferma l'infondatezza dell'accusa. Viene condannata a 6 anni di detenzione, ma per un'amnistia ne sconta solo quattro. La sua storia entra nell'immaginario giapponese e ispira saggi filosofici, romanzi e film. E' lei la protagonista di un capolavoro cinematografico: Ecco L'impero dei sensi

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Abe Sada era nata a Tokyo in una famiglia perbene originaria di Nagoya. I genitori avevano fatto otto figli, Sada era la settima. Alcuni erano morti, altri vivevano una vita normale. Abbastanza presto la giovane Sada ha preso una strada che la portò nel mondo alternativo dei quartieri di piacere. Ma l'episodio che segna una svolta nella sua vita fu quando ha 15 anni fu stuprata da uno studente. Cambiò completamente atteggiamento e cominciò a unirsi a banda di delinquenti, a frequentare sempre più quel mondo che poi sarebbe diventato il suo.

LA PROSTITUZIONE E UNA NUOVA RINASCITA

Nel 1922 i genitori la vendettero a una casa di geisha. Fu un'opportunità che le veniva concessa, ma che si trasformò in una catastrofe. Lei si impegnò e riuscì a progredire nella difficile carriera, che richiedeva studio e sacrificio, ma contrasse anche la sifilide e passò dal mondo estetizzante delle case da te ai veri e propri bordelli, diventando una prostituta. 

Anche in questo settore si aprivano delle possibilità. Andò a lavorare Osaka, in una famosa casa di prostituzione, Ma anche lì non riusci a trovare una sua strada. Non ottenne la licenza per diventare una prostituta riconosciuta, ed ebbe anche problemi con la polizia. Tornò nella capitale nel 1934, dove dovette curare il padre in fin di vita.

Decise di lasciare il mondo della prostituzione. Si trasferì a Nagoya dove prese a lavorare come cameriera in un ristorante. La vita le offre una nuova prospettiva: iniziò una relazione con un cliente facoltoso e in vista, il banchiere e aspirante parlamentare Omiya Goro. Questa relazione le costò il posto ma, tornata ancora una volta a Tokyo, riallacciò i rapporti con Omiya che le diede i soldi per curarsi dalla sifilide e le promise aiuto per rifarsi una vita, aprendo un proprio ristorante. Prima però avrebbe dovuto imparare il mestiere


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L'INCONTRO

Grazie ai buoni uffici del banchiere, fu assunta come apprendista in un locale. Il proprietario si chiamava Ishida Kichizo, ed era conosciuto come un dissoluto donnaiolo. I due ci misero poco  diventare amanti, dopo un serrato corteggiamento dell'uomo.  Sada Abe fu conquistata da quell'uomo: "è stato il primo che io abbia mai incontrato in grado di farmi sentire importante come donna, in grado di fare cose che mi rendevano felice. io ero completamente innamorata di lui" raccontò in seguito.

La relazione divenne sempre più intensa. Si incontravano al di fuori del ristorante e potevano passare insieme giornate intere. Alle persone che li incontravano, Abe sembrava sempre più agitata. Era maggio 1936. Quando lui non c'era, Sada provava un sentimento che fino a quel momento non aveva mai assaggiato: la gelosia. Per la prima volta, lei che aveva vissuto in diversi ruoli in modo sotterraneo del sesso, provava l'amore. Sviluppò una vera ossessione per l'amante, tanto da contemplare in maniera esplicita la possibilità di ucciderlo


L'EPILOGO

l'ultimo fatidico incontro amoroso tra i due amanti fù in un quartiere di Tokyo. Era Il 16 maggio. Lei, racconta, propone all'amante di commettere un doppio suicidio, ma lui si rifiutò. così la donna prese la decisione definitiva di rendere Ishida Kichizo per sempre suo. I due bevvero molto, lei ubriaca, minacciò di evitarlo perché non potesse più fare l'amore con nessun'altra donna. Lui rise. Poi le chiese di usare la fascia del suo kimono per strangolarlo mentre facevano l'amore, almeno così raccontò Abe Sada alla polizia.

Lei eseguì poi lo narcotizzò e lo strangolò di nuovo. Questa volta fino alla morte. Era notte fonda. "Dopo aver ucciso, mi sentì completamente rilassata, come se un pesante fardello fosse scomparso dalle mie spalle. percepì un senso di lucidità".

Per ore giace accanto al corpo senza vita dell'amante. Quando decise di andar via, da prima tagliò via il pene e lo scroto dell'uomo con un coltello che aveva precedentemente nascosto nella camera, segno della premeditazione. Ne fece un pacchetto con la carta, incise il suo nome sulla pelle del braccio del cadavere con lo stesso coltello e scrisse col sangue sul lenzuolo "Sada e Kichi, qui da soli". Fatto ciò, scappò via.

Il 19 maggio la notizia uscì sui giornali, lei intanto era ancora libera e la polizia continuava la caccia. Andava in giro col suo pacchettino. Non è chiaro se volesse davvero a sua volta suicidarsi. Si recò al cinema e si fece fare un massaggio, mentre la rete della polizia si stringeva. Tra il 20-21 Maggio gli agenti si presentarono in una locanda del quartiere dove aveva preso alloggio la donna. Era vestita per la notte. Non oppose alcuna resistenza e mostrò una prova incontrovertibile. Potete immaginare quale. La foto scattata nella stazione di polizia con gli agenti che l'avevano arrestata fu pubblicata dai giornali. Sorridevano tutti come compagni di lunga data. Abe radiosa, ride fino a mostrare i denti.

Fu condannata a 6 anni di prigione, appena poi accorciata  a 5 anni. Nel 1941 era già fuori. Era diventata una celebrità, molte donne la vedevano come un simbolo trasgressivo di autodeterminazione. Su di lei fiorì una ricca letteratura e anche dopo la morte la sua fama continuò

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