Latino: dall'autore Properzio, opera Elegie parte Libro IV, Elegia IV
Tarpeium nemus et Tarpeiae turpe sepulcrum fabor et antiqui limina capta Iovis | La selva Tarpea e l'infame sepolcro di Tarpea narrerò e le soglie conquistate dell'antico Giove |
lucus erat felix hederoso conditus antro, multaque nativis obstrepit arbor aquis, Silvani ramosa domus, quo dulcis ab aestu[5] fistula poturas ire iubebat ovis | C'era un bosco folto nascosto da un antro ricco di edera, e un albero fitto mormorò con le native acque, dimora ramosa di Silvano, dove dolce[5] la zampogna invitava le greggi ad andare per bere lontano dalla calura |
hunc Tatius fontem vallo praecingit acerno, fidaque suggesta castra coronat humo | Tazio cinge questa fonte con un vallo di aceri, e circonda gli accampamenti con un argine sicuro di terra |
quid tum Roma fuit, tubicen vicina Curetis cum quateret lento murmure saxa Iovis [10] atque ubi nunc terris dicuntur iura subactis, stabant Romano pila Sabina Foro | Cosa fu allora Roma, quando il trombettiere di Curi con un lungo squillo scuoteva le vicine rocce di Giove [10] e dove ora sono dettate le leggi per le terre conquistate, nel Foro Romano stavano i giavellotti sabini |
murus erant montes: ubi nunc est curia saepta, bellicus ex illo fonte bibebat equus | Baluardo erano i monti: dove ora c'è la curia chiusa, da quella fonte beveva il cavallo da guerra |
hinc Tarpeia deae fontem libavit: at illi[15] urgebat medium fictilis urna caput | Da qui Tarpea attinse acqua per la dea: ma a quella [15] pesava al centro del capo un'anfore d'argilla |
et satis una malae potuit mors esse puellae, quae voluit flammas fallere, Vesta, tuas | E poté essere sufficiente una morte per la malvagia fanciulla, che volle, o Vesta, tradire le tue fiamme |
vidit harenosis Tatium proludere campis pictaque per flavas arma levare iubas:[20] obstipuit regis facie et regalibus armis, interque oblitas excidit urna manus | Vide Tazio allenarsi sui terreni sabbiosi e alzare attraverso fulve criniere le armi dipinte:[20] Stupì per l'aspetto del re e le armi regali, e cadde l'anfora fra le mani distratte |
saepe illa immeritae causata est omina lunae, et sibi tingendas dixit in amne comas: saepe tulit blandis argentea lilia Nymphis,[25] Romula ne faciem laederet hasta Tati | Spesso quella addusse a pretesto i presagi della luna innocente, e disse che doveva bagnarsi nel fiume i capelli: spesso portò gigli argentati alle benevoli Ninfe,[25] affinché la lancia di Romolo non colpisse il volto di Tazio |
dumque subit primo Capitolia nubila fumo, rettulit hirsutis bracchia secta rubis, et sua Tarpeia residens ita flevit ab arce vulnera, vicino non patienda Iovi:[30] "ignes castrorum et Tatiae praetoria turmae et formosa oculis arma Sabina meis, o utinam ad vestros sedeam captiva Penatis, dum captiva mei conspicer ora Tati | E mentre risale il Campidoglio velato dal primo fumo, riportò le braccia scalfite dai rovi appuntiti, e sedendo sulla rupe Tarpea così pianse le sue ferite, insopportabile al vicino Giove:[30] "Fuochi degli accampamenti e tende della schiera di Tazio e armi sabine belle ai miei occhi, o magari prigioniera possa sedermi accanto ai vostri Penati, mentre prigioniera guardo il viso del mio Tazio |