Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 12-24, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 12-24

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 12-24

[15] Non omittendum hanc artem tanto vetustiorem fuisse quam picturam aut statuariam, quarum utraque cum Phidia coepit octogensima tertia olympiade, post annos circiter CCCXXXII [15] Non bisogna tralasciare che quest'arte fosse di tanto più antica della pittura o della statuaria, di cui l'una e l'altra iniziò con Fidia nell'83° olimpiade, circa 332 anni dopo
et ipsum Phidian tradunt scalpsisse marmora, Veneremque eius esse Romae in Octaviae operibus eximiae pulchritudinis Tramandano che anche lo stesso Fidia abbia scolpito i marmi, e che a Roma ci sia una sua Venere di notevole bellezza fra i monumenti di Ottavia
[16] Alcamenen Atheniensem, quod certum est, docuit in primis nobilem, cuius sunt opera Athenis complura in aedibus sacris praeclarumque Veneris extra muros, quae appellatur Αφροδιτη ἐν κηροις huic summam manum ipse Phidias inposuisse dicitur [16] Questo è certo, che istruì l'ateniese Alcamene, famoso fra i primi, di cui ci sono diverse opere ad Atene nei templi sacri e fuori le mura quella eccezionale di Venere, che è detta Afrodite dei giardini a questa Fidia stesso è detto aver dato l'ultima mano

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 46-74
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 46-74

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 46-74

[17] eiusdem discipulus fuit Agoracritus Parius, et aetate gratus, itaque e suis operibus pleraque nomini ei donasse fertur [17] Discepolo dello stesso fu Agoracrito di Paro, e amato per l'età, e perciò si dice aver attribuito al suo nome molte fra le sue opere
certavere autem inter se ambo discipuli Venere facienda, vicitque Alcamenes non opere, sed civitatis suffragiis contra peregrinum suo faventis Gareggiarono inoltre fra loro entrambi i discepoli nel fare una Venere, e vinse Alcamene non per l'opera, ma per le preferenze della città che favorì un suo (cittadino) contro un forestiero

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 26, Paragrafi 03-78

quare Agoracritus ea lege signum suum vendidisse traditur, ne Athenis esset, et appellasse Nemesin Perciò per questa decisione Agoracrito è detto aver venduto la sua statua, affinché non restasse ad Atene, e che l'avesse chiamata Nemesi
id positum est Rhamnunte pago Atticae, quod M Essa è collocata a Ramnunte un villaggio dell'Attica, M

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 37, Paragrafi 110-160

Varro omnibus signis praetulit Varrone preferisce questa a tutte le statue
est et in Matris Magnae delubro eadem civitate Agoracriti opus Anche nel tempio della grande madre nella stessa città c'è un'opera di Agoracrito

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 30, Paragrafi 116-133

[18] Phidian clarissimum esse per omnes gentes, quae Iovis Olympii famam intellegunt, nemo dubitat, sed ut laudari merito sciant etiam qui opera eius non videre, proferemus argumenta parva et ingenii tantum [18] Nessuno dubita che Fidia sia il più famoso presso tutte le genti, che avvertono la fama di Giove Olimpio, ma affinchè anche quelli che non hanno visto le sue opere sappiano essere lodato con merito, porteremo piccoli esempi e solo dell'ingegno

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