Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 30, Paragrafi 42-115
et murino fimo eroduntur, item mustelae fimi cinere duritias in alto ulcerum et carcinomata persequitur multipeda trita admixta resina terebinthina et sinopide eadem utilissima sunt in iis ulceribus, quae vermibus periclitentur [115] quin et vermium ipsorum genera mirandos usus habent cosses, qui in ligno nascuntur, sanant ulcera omnia, nomas vero combusti cum pari pondere anesi ex oleo inliti vulnera recentia conglutinant terreni adeo, ut nervos quoque abscisos inlitis solidari intra septimum diem persuasio sit; itaque in melle servandos censent cinis eorum margines ulcerum duriores absumit cum pice liquida vel symphyto et melle |
Sono erose anche con lo sterco di topo, pure con la cenere dello sterco della faina Il millepiedi tritato mescolato con resina di terebinto e sinopia combatte le ruvidezze delle ulcere nel profondo e i carcinomi Gli stessi sono utilissimi su quelle ulcere, che sono a rischio per i vermi [115] Anzi anche tipi dei vermi stessi hanno usi da meravigliare I tarli, che nascono nel legno, curano tutte le ulcere, bruciati invece quelle corrosive spalmati con uguale quantità di anice con olio Quelli del terreno rimarginano le ferite recenti così, che c'è la convinzione che con questi spalmati anche i nervi recisi siano riuniti entro il settimo giorno; perciò pensano che bisogna conservarli nel miele La loro cenere toglie i margini più duri delle ferite con pece liquida o erba officinale e miele |