Pallade e il centauro - Sandro Botticelli

Pallade e il centauro - Sandro Botticelli

dipinto enigmatico che raffigura una giovane fanciulla con le dita della mano destra intrappolate tra i capelli di un centauro, creatura in parte uomo in parte cavallo, dal volto contrito. Sebbene non si conosca alcun mito nel quale viene menzionata questa scena, le intenzioni allegoriche e la comprensione dei personaggi possono essere rintracciate nei vari simboli associati a ciascuno di loro
Pallade e il centauro - Sandro Botticelli, 1482-1483 ca. Pallade e il centauro - Sandro Botticelli, 1482-1483 ca.

I rami di ulivo che si avviluppano sul corpo della giovane figura femminile suggeriscono che si tratti di Pallade Atena, la dea greca della saggezza. All'epoca, chi osservava l'opera sapeva bene che secondo il mito la Dea divenne patrona della città di Atene dopo aver offerto ai suoi cittadini un albero di ulivo. 

La figura impugna una alabarda invece della lancia che la tradizione le attribuisce: arma spesso usata dalle sentinelle, l'alabarda identifica la divinità con una guardiana. Mentre nel centauro c'è la personificazione del desiderio sfrenato. Nella mitologia classica queste creature erano spesso raffigurate all'inseguimento di ninfe vergini. 

Pallade, afferrandogli i capelli, simbolo dell'istinto indomito, lo trattiene e lo costringe alla resa. Il significato dell'opera può essere interpretato pertanto come il trionfo delle Virtù e della ragione sulla passione e sul vizio. Un ulteriore lettura sulla sull'allegoria riguarda il motivo dei tre cerchi intrecciati che si ripete nell'abito bianco di Pallade: sono un emblema della famiglia dei Medici. 

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