Natività - Georges De La Tour, il Caravaggio francese

Natività - Georges De La Tour, il Caravaggio francese

Gesù riposa, al sicuro tra le braccia della madre. La fasciatura che lo avvolge richiama i teli che furono usati per la morte di Cristo

Nel volto di Maria si legge tutta la tenerezza e l'amore che una madre può provare nei confronti di suo figlio. Forse un po melanconica, assorta, per un presagio del futuro che spetta al Messia. Al suo fianco, una seconda donna, non si sa chi sia, forse sua madre Anna. La donna tiene con la sinistra una candela e con la destra ne copre in parte il baglione perchè non turbi il riposo del bambino. Senza quella fiamma saremmo immersi nel buio più profondo, ecco allora che la candela diventa la fede che illumina dal mistero.

Non ci sono richiami religiosi come croci o aureole, De La Tour decide di non inserirle

I GUAI GIUDIZIARI E IL CARATTERE VIOLENTO DI GEORGES DE LA TOUR

È incredibile pensare quanto la rivoluzione di Caravaggio prodotta in poche decine di quadri e in meno di vent'anni sia dilagata in Spagna, Francia, Germania, l'Olanda e nell'est europeo ad una velocità formidabile, malgrado il pittore lombardo non abbia mai costituito una bottega o riconosciuto alcun allievo ufficiale.

Talmente dirompente è il suo uso della luce che una intera generazione di pittori non resiste a imitarne gli effetti del suo innovativo chiaroscuro. Uno dei seguaci più potenti è impalpabili è proprio George della Tour, un pittore di cui possediamo scarse notizie, se si escludono i processi in cui è coinvolto.

Quasi nulla ci parla di lui, non un testo scritto di suo pugno, non un ritratto né un autoritratto; soltanto numerosi atti giudiziari del tempo dei quali emerge il profilo di un uomo avido, violento, dal carattere arrogante, sempre teso a difendere i privilegi nobiliari conquistati con il matrimonio.

Ama passeggiare in campagna, circondato da levrieri e di cani da caccia spagnoli; li nutre e accudisce con attenzione, molto più di quanta ne riservi ai suoi contadini, che strapazza e immortale nei quadri come vecchi pezzetti, spesso accompagnati da musicanti ciechi e litigiosi. L'artista li osserva con distacco, quasi con disprezzo.

Li studia con occhi da scienziato, li cattura con la destrezza dell'entomologo per poi immergerli nella pasta della pittura a olio. Il mistero della sua pittura illumina solo in parte quello della sua vita privata, tra mediocrità e voglia di riscatto

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