Gracchus proelio in posterum diem pronuntiato contionem dimisit: milites laeti, praecipue quibus merces nauatae in unum diem operae libertas futura erat, armis expediendis diei reliquum consumunt (15) Postero die ubi signa coeperunt canere, primi omnium parati instructique ad praetorium conueniunt sole orto Gracchus in aciem copias educit nec hostes moram dimicandi fecerunt septendecim milia peditum erant, maxima ex parte Bruttii ac Lucani, equites mille ducenti, inter quos pauci admodum Italici, ceteri Numidae fere omnes Maurique pugnatum est et acriter et diu quattuor horis neutro inclinata est pugna nec alia magis Romanum impediebat res quam capita hostium pretia libertatis facta |
Gracco, avendo annunciato per il giorno dopo il combattimento, sciolse l'adunanza; i soldati lieti, e soprattutto coloro per i quali la libertà sarebbe stata il compenso di un'opera prestata per un sol giorno, impiegarono il resto del tempo a preparare le armi (15) Il giorno dopo, appena furono dati con la tromba i segnali, le reclute degli schiavi, prime fra tutti pronte ed equipaggiate, si diedero convegno presso il pretorio Al primo sole Gracco condusse fuori l'esercito in campo, mentre i nemici da parte loro si affrettavano al combattimento Il contingente nemico era composto di diciassettemila fanti, in massima parte Bruzzi e Lucani; i cavalieri erano milleduecento, tra i quali pochi gli Italici; quasi tutti gli altri erano Numidi e Mauri La battaglia fu aspra e lunga Per quattro ore l'esito fu incerto da una parte e dall'altra; nulla più ostacolava i Romani, se non il fatto che il prezzo della libertà era costituito dalle teste dei nemici |
nam ut quisque hostem impigre occiderat, primum capite aegre inter turbam tumultumque abscidendo terebat tempus; deinde occupata dextra tenendo caput fortissimus quisque pugnator esse desierat, segnibus ac timidis tradita pugna erat quod ubi tribuni militum Graccho nuntiauerunt, neminem stantem iam uolnerari hostem, carnificari iacentes et in dextris militum pro gladiis humana capita esse, signum dari propere iussit proicerent capita inuaderentque hostem claram satis et insignem uirtutem esse nec dubiam libertatem futuram strenuis uiris tum redintegrata pugna est et eques etiam in hostes emissus; quibus cum impigre Numidae concurrissent nec segnior equitum quam peditum pugna esset, iterum in dubium adducta res |
Infatti, appena ciascuno aveva prontamente ucciso un nemico, per prima cosa occupava il suo tempo nel mozzargli a fatica il capo, tra la folla e il tumulto della battaglia; a cagion di ciò tutti i più valorosi si trovavano impacciati per dover tenere con la destra il campo del nemico e cessavano così di combattere, in modo che le sorti della battaglia si trovavano affidate ai deboli ed ai vili Allorché i tribuni dei soldati annunciarono il fatto a Gracco, dicendo che nessun nemico ormai era più colpito in posizione eretta, ma che si straziavano i caduti ed in pugno ai soldati vi erano teste umane invece di spade, Gracco comandò di dare subito il segnale perché i soldati gettassero via le teste ed assalissero i nemici La prova di valore che essi avevano dato era ormai palesemente eccezionale: ad uomini valorosi come loro sarebbe stata senza dubbio concessa la libertà Si riaccese così la battaglia e contro i nemici fu mandata anche la cavalleria; poiché contro questa si lanciarono veementi i Numidi, lo scontro dei cavalieri non fu meno violento di quello dei fanti, perciò l'esito del combattimento fu di nuovo incerto |
cum utrimque duces, Romanus Bruttium Lucanumque totiens a maioribus suis uictos subactosque, Poenus mancipia Romana et ex ergastulo militem uerbis obtereret, postremo pronuntiat Gracchus esse nihil quod de libertate sperarent, nisi eo die fusi fugatique hostes essent (16) Ea demum uox ita animos accendit ut renouato clamore uelut alii repente facti tanta ui se in hostem intulerint, ut sustineri ultra non possent |
I comandanti dell'una e dell'altra parte pronunciavano ciascuno frasi di dileggio contro i soldati nemici, dicendo i Romani che Bruzzi e Lucani erano stati tante volte vinti e soggiogati dai loro antenati; il Cartaginese a sua volta, gridava che i soldati romani erano schiavi e gente uscita dall'ergastolo; alla fine Gracco dichiarò apertamente ai suoi che sarebbe stata per loro vana ogni speranza di libertà se in quel giorno i nemici non fossero stati sconfittie messi in fuga 16 Quelle parole soltanto bastarono ad accendere talmente gli animi dei soldati che, rinnovate le grida, come se Improvvisamente si fossero trasformati, si scagliarono contro i nemici con tanta violenza che non si poté più oltre sostenere il loro impeto |
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Livio, Ab urbe condita: Libro 30; 16 - 45
Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 16 - 45
primo antesignani Poenorum, dein signa perturbata, postremo tota impulsa acies; inde haud dubie terga data ruuntque fugientes in castra adeo pauidi trepidique ut ne in portis quidem aut uallo quisquam restiterit ac prope continenti agmine Romani insecuti nouum de integro proelium inclusi hostium uallo ediderint ibi sicut pugna impeditior in angustiis, ita caedes atrocior fuit; et adiuuere captiui, qui rapto inter tumultum ferro conglobati et ab tergo ceciderunt Poenos et fugam impedierunt itaque minus duo milia hominum ex tanto exercitu, et ea maior pars equitum, cum ipso duce effugerunt; alii omnes caesi aut capti; capta et signa duodequadraginta ex uictoribus duo milia ferme cecidere |
Dapprima furono sconvolte le schiere antesignane dei Cartaginesi, poi furono rovesciate le insegne, alla fine tutto lo schieramento fu respinto; successivamente i Cartaginesi volsero le spalle fuggendo precipitosamente verso i loro accampamenti, così spaventati ed agitati che nessuno di loro si fermò ad opporre resistenza neppure sulle porte del campo o nella trincea; i Romani quasi in schiera continua li inseguivano, ricominciando di nuovo la battaglia dentro la trincea nemica Qui la difficoltà di combattere in quel luogo stretto fece la strage più spaventosa; intervenne anche l'aiuto dei prigionieri romani che, afferrata in quello scompiglio un'arma, raggruppati alle spalle dei Cartaginesi li tagliarono a pezzi ed impedirono la fuga Di un esercito così grande meno di duemila uomini riuscirono a fuggire, la maggior parte dei quali cavalieri, tutti gli altri furono trucidati o fatti prigionieri; furono prese anche trentotto insegne fra i vincitori caddero appena duemila soldati |
praeda omnis, praeterquam hominum captorum, militi concessa est; et pecus exceptum est quod intra dies triginta domini cognouissent cum praeda onusti in castra redissent, quattuor milia ferme uolonum militum, quae pugnauerant segnius nec in castra inruperant simul, metu poenae collem haud procul castris ceperunt postero die per tribunos militum inde deducti, contione militum aduocata a Graccho superueniunt ubi cum proconsul ueteres milites primum, prout cuiusque uirtus atque opera in ea pugna fuerat, militaribus donis donasset, tunc quod ad uolones attineret omnes ait malle laudatos a se, dignos indignosque, quam quemquam eo die castigatum esse quod bonum faustum felixque rei publicae ipsisque esset, omnes eos liberos esse iubere |
fu escluso anche quel bestiame che entro trenta giorni i proprietari avessero conosciuto per proprio carichi di preda i Romani ritornarono nella città; tuttavia, circa quattromila schiavi volontari che avevano combattuto poco coraggiosamente e non avevano fatto irruzione insieme con gli altri negli accampamenti cartaginesi, si ritirarono sopra un colle non lontano dal campo per paura delle punizioni Il giorno dopo, obbligati dai tribuni militari a discendere di là, sopraggiunsero mentre Gracco aveva convocato un'assemblea di soldati Qui il proconsole dapprima distribuì doni militari ai veterani, secondo il valore e l'impegno di ciascuno in quella battaglia, di poi, per quanto si riferiva agli schiavi volontari, disse che preferiva lodarli tutti, degni ed indegni, piuttosto che castigarne uno solo in quel giorno Comandò perciò, che tutti fossero liberi facendo voto che ciò portasse bene, gioia e fortuna alla repubblica ed a loro stessi |
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ad quam uocem cum clamor ingenti alacritate sublatus esset ac nunc complexi inter se gratulantesque, nunc manus ad caelum tollentes bona omnia populo Romano Gracchoque ipsi precarentur, tum Gracchus priusquam omnes iure libertatis aequassem inquit, neminem nota strenui aut ignaui militis notasse uolui nunc exsoluta iam fide publica, ne discrimen omne uirtutis ignauiaeque pereat, nomina eorum qui detractatae pugnae memores secessionem paulo ante fecerunt referri ad me iubebo citatosque singulos iure iurando adigam, nisi quis morbus causa erit, non aliter quam stantes cibum potionemque quoad stipendia facient capturos esse hanc multam ita aequo animo feretis, si reputabitis nulla ignauiae nota leuiore uos designari potuisse |
queste parole i soldati levarono grida con grande entusiasmo ed, ora abbracciandosi l'un l'altro, ora levando le mani al cielo, auguravano ogni bene al popolo romano ed allo stesso Gracco; allora Gracco così parlò: Prima di eguagliare tutti nel diritto alla libertà non ho voluto contrassegnare alcuno con l'epiteto di valoroso o di vile Ora, assolta la promessa del senato di farvi liberi, perché non cada ogni distinzione di valore e di codardia, comanderò di riferirmi i nomi di coloro che, memori di essersi sottratti al combattimento, hanno poco fa compiuto una secessione; io, chiamatili uno dopo l'altro in mia presenza, li obbligherò a giurare che finché sono sotto le armi, non prenderanno né cibo né bevanda se non stando in piedi, a meno che qualcuno non lo possa fare a causa di una malattia Voi sopporterete con animo rassegnato questa punizione, soprattutto pensando che voi non avreste potuto per la vostra viltà essere bollati di un marchio più lieve |
signum deinde colligendi uasa dedit; militesque praedam portantes agentesque per lasciuiam ac iocum ita ludibundi Beneuentum rediere ut ab epulis per celebrem festumque diem actis non ex acie reuerti uiderentur Beneuentani omnes turba effusa cum obuiam ad portas exissent, complecti milites, gratulari, uocare in hospitium apparata conuiuia omnibus in propatulo aedium fuerant; ad ea inuitabant Gracchumque orabant ut epulari permitteret militibus; et Gracchus ita permisit in publico epularentur omnes ante suas quisque fores; prolata omnia; pilleati aut lana alba uelatis capitibus uolones epulati sunt, alii accubantes, alii stantes qui simul ministrabant uescebanturque |
Gracco diede poi il segnale di raccogliere i bagagli; i soldati, portando con sé e spingendo innanzi il bottino ritornarono a Benevento pieni di vivacità e di voglia di scherzare, così allegri come se ritornassero non da un campo di battaglia, ma da un banchetto imbandito per celebrare un giorno di festa I Beneventani usciti in gran folla per incontrare i soldati sino alle porte, li abbracciavano, si congratulavano con loro e li invitavano nelle loro case Furono preparati banchetti per tutti nell'atrio delle case; ad essi i Beneventani invitavano i soldati, pregando Gracco che permettesse a loro di partecipare al banchetto; Gracco diede a tutti il permesso di banchettare in pubblico; ciascuno portò ogni cosa dinanzi alla porta di casa sua; gli schiavi volontari banchettarono col capo coperto dal pileo o avvolto da una fascia di lana bianca; alcuni adagiati, altri stando in piedi, in modo che contemporaneamente servivano le mense e mangiavano |
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digna res uisa ut simulacrum celebrati eius diei Gracchus, postquam Romam rediit, pingi iuberet in aede Libertatis quam pater eius in Auentino ex multaticia pecunia faciendam curauit dedicauitque (17) Dum haec ad Beneuentum geruntur, Hannibal depopulatus agrum Neapolitanum ad Nolam castra mouet quem ubi aduentare consul sensit, Pomponio propraetore cum eo exercitu qui super Suessulam in castris erat accito ire obuiam hosti parat nec moram dimicandi facere C Claudium Neronem cum robore equitum silentio noctis per auersam maxime ab hoste portam emittit circumuectumque occulte subsequi sensim agmen hostium iubet et, cum coortum proelium uideret, ab tergo se obicere id errore uiarum an exiguitate temporis Nero exsequi non potuerit incertum est |
Lo spettacolo apparve così simpatico che Gracco, tornato ordinò di dipingere una rappresentazione della festa di quel giorno nel tempio della Libertà, che suo padre aveva fatto costruire sull'Aventino ed aveva consacrato, usando le somme ricavate dalle pene pecuniarie riscosse da lui come edile 17 Mentre a Benevento accadevano queste cose, Annibale, saccheggiato il territorio di Napoli, mosse il campo verso Nola Quando il console Marcello si accorse che Annibale si avvicinava, mandò a chiamare il propretore Pomponio con quell'esercito che era accampato presso Suessula e si preparò ad andare incontro ai nemici senza esitare in alcun modo a combattere Nel silenzio della notte mandò fuori dalla porta più lontana dal nemico C Claudio Nerone col nerbo della cavalleria e gli ordinò di aggirare a tergo i Cartaginesi, di seguirne di nascosto cautamente la schiera, sorprendendoli alle spalle quando avesse visto le coorti entrare in battaglia Non sappiamo se Nerone non abbia potuto eseguire l'ordine per aver sbagliato strada o per non averne avuto il tempo |
absente eo cum proelium commissum esset, superior quidem haud dubie Romanus erat; sed quia equites non adfuere in tempore, ratio compositae rei turbata est non ausus insequi cedentes Marcellus uincentibus suis signum receptui dedit plus tamen duo milia hostium eo die caesa traduntur, Romani minus quadringenti solis fere occasu Nero diem noctemque nequiquam fatigatis equis hominibusque, ne uiso quidem hoste rediens, adeo grauiter est ab consule increpitus ut per eum stetisse diceretur quo minus accepta ad Cannas redderetur hosti clades postero die Romanus in aciem descendit, Poenus tacita etiam confessione uictus castris se tenuit |
In sua assenza, si attaccò il combattimento nel quale i Romani senza dubbio prevalsero; tuttavia, poiché la cavalleria non intervenne in tempo, fu sconvolto tutto il piano strategico prestabilito Marcello, non osando avventurarsi all'inseguimento dei nemici, ordinò di dare il segnale della ritirata, mentre i suoi vincevano Nonostante tutto si narra che più di duemila Cartaginesi furono uccisi in quel giorno, dei Romani caddero meno di quattrocento Quasi al tramonto Nerone, tornando dopo aver inutilmente giorno e notte stancati uomini e cavalli, senza neppure aver incontrato il nemico fu rampognato fieramente dal console, che gli rinfacciò che era colpa sua se non si era inflitta ai nemici una sconfitta simile a quella di Canne Il giorno dopo i Romani ridiscesero in campo; Annibale, invece, vinto per sua tacita confessione, si tenne negli accampamenti |
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tertio die silentio noctis omissa spe Nolae potiundae, rei nunquam prospere temptatae, Tarentum ad certiorem spem proditionis proficiscitur (18) Nec minore animo res Romana domi quam militiae gerebatur censores, uacui ab operum locandorum cura propter inopiam aerarii, ad mores hominum regendos animum aduerterunt castigandaque uitia quae, uelut diutinis morbis aegra corpora ex sese gignunt, eo enata bello erant primum eos citauerunt qui post Cannensem (cladem a re publica defecisse) dicebantur princeps eorum M Caecilius Metellus quaestor tum forte erat |
Il terzo giorno nel silenzio della notte, perduta la speranza di impadronirsi di Nola, impresa che egli aveva sempre tentato, con esito infelice, Annibale partì alla volta di Taranto, con la ferma speranza che questa città avrebbe tradito lalleanza romana 18 Gli affari interni non erano a Roma governati con minore energia che gli affari bellici I censori, infatti, liberi dalla preoccupazione di appaltare lavori per conto dello stato a causa della scarsezza di denaro pubblico, volsero le loro cure a governare i costumi dei cittadini, a correggere quei vizi che la guerra aveva prodotto, come avviene per quelle malattie che affliggono i corpi indeboliti da lunghe infermità Anzitutto, i censori citarono in giudizio coloro che, secondo quanto si raccontava, avevano voluto abbandonare la repubblica ed uscire dall'Italia, dopo la battaglia di Canne Primo fra costoro era L Cecilio Metello che, per caso, era allora questore |