Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 31-35, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 31-35

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 31-35
Id Galli fortunae suae omen rati, adiuuere ut quem primum in terram egressi occupauerant locum patientibus Saluis communirent

Ipsi per Taurinos saltus [saltum]que Duriae Alpes transcenderunt; fusisque acie Tuscis haud procul Ticino flumine, cum in quo consederant agrum Insubrium appellari audissent cognominem Insubribus pago Haeduorum, ibi omen sequentes loci condidere urbem; Mediolanium appellarunt

Alia subinde manus Cenomanorum Etitouio duce uestigia priorum secuta eodem saltu fauente Belloueso cum transcendisset Alpes, ubi nunc Brixia ac Verona urbes sunt locos tenuere

Libui considunt post hos Salluuiique, prope antiquam gentem Laeuos Ligures incolentes circa Ticinum amnem
I Galli allora, ritenendolo un buon auspicio per il proprio futuro, li aiutarono, senza trovare resistenza nei Salluvi, a fortificare il luogo in cui si erano attestati sùbito dopo lo sbarco

Attraversarono quindi il territorio dei Taurini e valicarono le Alpi nella zona della Dora; poi, dopo aver sbaragliato in campo aperto gli Etruschi non lontano dal fiume Ticino, e saputo che il punto in cui si erano accampati si chiamava Súbito dopo, un'altra ondata di Galli - questa volta Cenomani guidati da Etitovio - seguì le orme dei predecessori e, dopo aver valicato le Alpi

nello stesso punto con l'appoggio di Belloveso, si andò a stanziare là dove oggi si trovano le città di Brescia e Verona

Dopo di loro, Libui e Salluvi si stabilirono presso l'antico popolo dei Liguri Levi che vive nelle vicinanze del fiume Ticino
Poenino deinde Boii Lingonesque transgressi cum iam inter Padum atque Alpes omnia tenerentur, Pado ratibus traiecto non Etruscos modo sed etiam Vmbros agro pellunt; intra Appenninum tamen sese tenuere

Tum Senones, recentissimi aduenarum, ab Vtente flumine usque ad Aesim fines habuere

Hanc gentem Clusium Romamque inde uenisse comperio: id parum certum est, solamne an ab omnibus Cisalpinorum Gallorum populis adiutam
Quando poi Boi e Lingoni superarono le Alpi Pennine e trovarono che tutte le terre comprese tra il Po e le Alpi stesse erano già state occupate, attraversarono il Po a bordo di zattere e scacciarono dalle loro terre non solo gli Etruschi ma anche gli Umbri, senza però spingersi al di là degli Appennini

Fu allora che i Senoni, gli ultimi Galli a invadere la penisola, occuparono la zona compresa tra i fiumi Montone ed Esino

E stando a quanto mi risulta, fu proprio questa la popolazione gallica che si riversò su Chiusi e di lì su Roma; rimane incerto se fossero soli oppure ebbero aiuti da tutte le tribù della Gallia Cisalpina
Clusini nouo bello exterriti, cum multitudinem, cum formas hominum inuisitatas cernerent et genus armorum, audirentque saepe ab iis cis Padum ultraque legiones Etruscorum fusas, quamquam aduersus Romanos nullum eis ius societatis amicitiaeue erat, nisi quod Veientes consanguineos aduersus populum Romanum non defendissent, legatos Romam qui auxilium ab senatu peterent misere

De auxilio nihil impetratum; legati tres M Fabi Ambusti filii missi, qui senatus populique Romani nomine agerent cum Gallis ne a quibus nullam iniuriam accepissent socios populi Romani atque amicos oppugnarent
Gli abitanti di Chiusi, atterriti da questo strano conflitto, quando si trovarono di fronte quella massa di uomini dalle caratteristiche somatiche e dalle armi mai viste prima, sentendosi ripetere che quelle stesse orde avevano già più volte sbaragliato le legioni etrusche da una parte e dall'altra del Po, pur non avendo coi Romani alcun vincolo di alleanza e di amicizia (salvo forse il fatto di non essere intervenuti a fianco dei consanguinei di Veio nella lotta contro il popolo romano), inviarono ambasciatori a Roma per chiedere aiuto al senato

Non riuscirono a ottenere nessun aiuto, ma i tre figli di Marco Fabio Ambusto vennero inviati in qualità di ambasciatori per trattare coi Galli, a nome del senato e del popolo romano, affinché questi ultimi non attaccassero gli alleati e gli amici del popolo romano, dai quali non avevano ricevuto alcun torto

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Romanis eos bello quoque si res cogat tuendos esse; sed melius uisum bellum ipsum amoueri si posset, et Gallos nouam gentem pace potius cognosci quam armis

Se le circostanze lo richiedevano, i Romani erano pronti a difendere gli alleati e amici, anche a costo di affrontare un conflitto; ma siccome era parso più opportuno evitare, se possibile, la guerra, Roma avrebbe preferito fare la conoscenza di quel nuovo popolo - cioè i Galli - in una maniera pacifica piuttosto che col ricorso alle armi

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