Legati ab Ardea Romam venerunt, ita de iniuria querentes ut si demeretur ea in foedere atque amicitia mansuros restituto agro appareret Ab senatu responsum est iudicium populi rescindi ab senatu non posse, praeterquam quod nullo nec exemplo nec iure fieret, concordiae etiam ordinum causa: si Ardeates sua tempora exspectare velint arbitriumque senatui leuandae iniuriae suae permittant, fore ut postmodo gaudeant se irae moderatos, sciantque patribus aeque curae fuisse ne qua iniuria in eos oreretur ac ne orta diuturna esset Ita legati cum se rem integram relaturos dixissent, comiter dimissi Patricii cum sine curuli magistratu res publica esset, coiere et interregem creavere |
Da Ardea arrivarono a Roma ambasciatori per lamentarsi del torto subito; facevano però capire che, se fosse stata loro restituita la terra, avrebbero continuato a essere alleati e amici dei Romani Il senato rispose loro di non avere la facoltà di abrogare una sentenza del popolo, e non soltanto per la mancanza di precedenti e di autorità specifica, ma anche a causa dell'armonia tra le classi: se gli Ardeati volevano aspettare l'occasione propizia affidando al senato la facoltà di decidere il modo con cui ripagarli dell'offesa subita, un giorno si sarebbero rallegrati di aver controllato il proprio risentimento e avrebbero capito quanto ai senatori stesse a cuore che non si commettesse alcuna ingiustizia nei loro confronti, e che quella che già c'era stata non durasse a lungo Così, dopo aver assicurato che avrebbero riferito la cosa nei particolari, gli ambasciatori vennero cortesemente congedati Siccome la repubblica era priva di magistrature curuli, i patrizi si riunirono e nominarono un interré |
Contentio consulesne an tribuni militum crearentur in interregno rem dies complures tenuit Interrex ac senatus, consulum comitia, tribuni plebis et plebs, tribunorum militum ut habeantur, tendunt Vicere patres, quia et plebs, patriciis seu hunc seu illum delatura honorem, frustra certare supersedit, et principes plebis ea comitia malebant, quibus non haberetur ratio sua, quam quibus ut indigni praeterirentur Tribuni quoque plebi certamen sine effectu in beneficio apud primores patrum reliquere T Quinctius Barbatus interrex consules creat L Papirium Mugillanum, L Sempronium Atratinum His consulibus cum Ardeatibus foedus renouatum est; idque monumenti est consules eos illo anno fuisse, qui neque in annalibus priscis neque in libris magistratuum inveniuntur |
L'interregno durò parecchi giorni, perché non si riusciva a decidere se si dovessero nominare i consoli o i tribuni militari L'interré e il senato volevano che si eleggessero i consoli, e invece i tribuni della plebe e la plebe volevano i tribuni Ebbero la meglio i senatori, sia perché la plebe, che era disposta a dare entrambe le cariche ai patrizi, si astenne dall'inutile lotta, sia perché i membri più autorevoli della plebe preferivano i comizi dai quali erano esclusi come candidati a quelli in cui potevano essere lasciati da parte come indegni Anche i tribuni della plebe abbandonarono una lotta per loro inutile per procurarsi un titolo di merito di fronte ai senatori più eminenti L'interré Tito Quinzio Barbato nomina quindi consoli Lucio Papirio Mugillano e Lucio Sempronio Atratino Durante il loro consolato venne rinnovato il trattato con gli Ardeati; proprio questo episodio è l'unica prova che essi furono consoli in quell'anno, visto che non se ne trova menzione negli antichi annali né nelle liste dei magistrati |
Credo quod tribuni militum initio anni fuerunt, eo perinde ac totum annum in imperio fuerint, suffectis iis consulibus praetermissa nomina consulum horum Licinius Macer auctor est et in foedere Ardeatino et in linteis libris ad Monetae ea inuenta Et foris, cum tot terrores a finitimis ostentati essent, et domi otium fuit Hunc annum, seu tribunos modo seu tribunis suffectos consules quoque habuit, sequitur annus haud dubiis consulibus, M Geganio Macerino iterum T Quinctio Capitolino quintum |
Personalmente credo che, essendoci i tribuni militari all'inizio dell'anno, i nomi dei consoli eletti al loro posto non sono stati registrati, come se i tribuni fossero rimasti in carica per l'intera durata dell'anno Licinio Macro attesta che i nomi di quei consoli erano sia nel trattato con gli Ardeati sia nei libri lintei conservati nel tempio di Giunone Moneta La situazione rimase tranquilla sia in città che all'esterno, nonostante le frequenti minacce delle popolazioni dei dintorni Sia che ci fossero stati solo tribuni, sia che i tribuni fossero stati successivamente sostituiti da consoli, a quell'anno ne seguì un altro in cui si ebbero i consoli Marco Geganio Macerino, per la seconda volta, e Tito Quinzio Capitolino, per la quinta |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 25; 21-30
Idem hic annus censurae initium fuit, rei a parua origine ortae, quae deinde tanto incremento aucta est, ut morum disciplinaeque Romanae penes eam regimen, senatui equitumque centuriis decoris dedecorisque discrimen sub dicione eius magistratus, ius publicorum privatorumque locorum, vectigalia populi Romani sub nutu atque arbitrio eius essent Ortum autem initium est rei, quod in populo per multos annos incenso neque differri census poterat neque consulibus, cum tot populorum bella imminerent, operae erat id negotium agere Mentio inlata apud senatum est rem operosam ac minime consularem suo proprio magistratu egere, cui scribarum ministerium custodiaeque tabularum cura, cui arbitrium formulae censendi subiceretur |
Quello stesso anno vide l'avvio della censura, carica modesta in origine, ma che acquistò in séguito un tale prestigio da sottoporre alla propria autorità il controllo dei costumi e della condotta dei Romani, così come il giudizio sulla rettitudine o meno del senato e delle centurie dei cavalieri; ma alla discrezione di chi deteneva questa carica erano affidati anche il diritto decisionale sulle proprietà pubbliche e private e la cura dell'approvvigionamento alimentare del popolo romano La censura si era resa necessaria non solo perché non si poteva più rimandare il censimento che da anni non veniva più fatto, ma anche perché i consoli, incalzati dall'incombere di tante guerre, non avevano il tempo per dedicarsi a questo ufficio Fu presentata in senato una proposta: l'operazione, laboriosa e poco pertinente ai consoli, richiedeva una magistratura apposita, alla quale affidare i compiti di cancelleria e la custodia dei registri e che doveva stabilire le modalità del censimento |
Et patres quamquam rem paruam, tamen quo plures patricii magistratus in re publica essent, laeti accepere, id quod evenit futurum, credo, etiam rati, ut mox opes eorum qui praeessent ipsi honori ius maiestatemque adicerent, et tribuni, id quod tunc erat, magis necessarii quam speciosi ministerii procurationem intuentes, ne in paruis quoque rebus incommode adversarentur, haud sane tetendere Cum a primoribus civitatis spretus honor esset, Papirium Semproniumque, quorum de consulatu dubitatur, ut eo magistratu parum solidum consulatum explerent, censui agendo populus suffragiis praefecit Censores ab re appellati sunt |
E pur trattandosi di una carica modesta, i senatori la accolsero contenti perché avrebbe incrementato il numero di magistrati patrizi all'interno della repubblica e inoltre, com'è mia opinione per altro confermata da quello che accadde poi, perché pensavano che in poco tempo il prestigio delle persone che la detenevano avrebbe aggiunto alla carica autorità e rispettabilità; e anche i tribuni, considerando quella magistratura più necessaria che onorifica - come infatti era in quel tempo -, per evitare un inopportuno ostruzionismo in questioni di poco conto, non fecero alcuna opposizione Siccome i cittadini più autorevoli disdegnarono la carica, il popolo decretò di affidare il censimento a Papirio e a Sempronio (sul consolato dei quali persistono dubbi), in maniera tale che con quella magistratura potessero integrare un consolato incompleto Dalla loro funzione presero il nome di censori |