L'entusiasmo crebbe quando Maria Antonietta rispose con il suo sorriso seducente. Il Delfino salutò i suoi futuri sudditi, meno imbarazzato del solito, ma messo in ombra dalla presenza della consorte. Inebriata dal proprio successo, scrisse alla madre Maria Teresa d'Asburgo:
martedì scorso ho passato una giornata che non dimenticherò mai finché vivrò: abbiamo fatto il nostro ingresso a Parigi. Abbiamo ricevuto tutti gli onori possibili e immaginabili. Ma per quanto fosse tutto straordinario, la cosa che mi ha commossa di più non è stata questa, ma piuttosto l'affetto e l'entusiasmo della povera gente, che nonostante le tasse che la opprimono, era in preda alla gioia nel vederci... non posso descrivervi, mia cara madre, quali slanci di gioia e di affetto ci vennero dimostrati in quel momento.
Come siamo fortunati, nella nostra posizione, a conquistare così a buon mercato l'amicizia di un intero popolo. Eppure non c'è nulla di altrettanto prezioso: l'ho sentita con intensità e non la dimenticherò mai