I problemi coniugali/sessuali tra Luigi XVI e Maria Antonietta

I problemi coniugali/sessuali tra Luigi XVI e Maria Antonietta

Maria Antonietta, umiliata da un marito impotente, desiderava sempre meno essere coinvolta in amplessi tanto faticosi quanto deludenti. Una lettera di suo fratello Giuseppe, Imperatore d'Austria, svela i problemi della coppia

Le nozze tra Antonia e il Delfino di Francia, furono fissate per il 16 maggio 1770. Per allora Antonia avrebbe avuto 14 anni e mezzo e il Delfino, nato il 23 agosto 1754, non avrebbe ancora festeggiato il suo 16° compleanno.

Il 17 aprile l'arciduchessa rinunciò a ogni diritto di successione alla madre. Antonia trascorse quegli ultimi giorni a Vienna in uno stato febbrile. Firmò per l'ultima volta con il nome di Antonia le missive affettuose e deferenti che indirizzò a Luigi XV sotto dettatura dell'imperatrice. Da quel momento in poi il suo nome sarebbe stato Maria Antonietta. Il 21 aprile in presenza di tutta la corte, la Delfina salì su una carrozza bella come uno scrigno e partì per il regno di Francia. 

IL DELFINO DI FRANCIA, Luigi Augusto

Il futuro Luigi XVI non brillava per intelligenza alla corte del nonno. Per quanto fosse alto, quel giovanotto era cresciuto troppo in fretta e non aveva un aspetto imponente. Non ancora corpulento, tendeva tuttavia a camminare ondeggiando, quasi impacciato da quel corpo sgraziato. I tratti regolari del viso e i dolci occhi azzurri affetti da miopia avrebbero potuto attirargli le simpatie altrui, semmai fosse stato in grado di guardare la gente dritto in viso, cosa che invece non osava fare. Quando parlava, la voce sommessa e nasale e la risata, lasciavano sgradevolmente sorpresi. 

Triste, timido, pieno di complessi di inferiorità, il Delfino sembrava portare il peso di ignobili tormenti sulle sue fragili spalle. Privato dell'affetto dei genitori, che avevano avuto una predilezione per il fratello maggiore, un bimbo dotato di tutte le virtù del principe ideale, che però era morto in tenera età, Luigi Augusto si riteneva indegno del destino regale, come se avesse usurpato il titolo. 

La prematura morte per tubercolosi del padre della madre lo avevano lasciato nelle mani di un tutore gretto e prepotente, il duca di La Vauguyon, che finì per "castrare" del tutto la personalità di un ragazzo che già dalla prima infanzia aveva manifestato la tendenza a chiudersi in se stesso. Eppure Luigi Augusto possedeva una profonda conoscenza della storia francese e di quella degli stati europei, aveva acquisito solide basi nel campo del diritto, era in grado di tradurre con perizia gli scritti latini, parlava italiano e inglese ed era appassionato di geografia, di viaggi intercontinentali e di scoperte scientifiche. Ma quell'inibito adolescente era angosciato alla prospettiva del matrimonio.

A completare il quadro, il padre e la madre, prima di morire, avevano fatto in tempo a trasmettergli la propria avversione per l'alleanza con l'Austria. 

L'IMPERATORE GIUSEPPE FA VISITA ALLA SORELLA MARIA ANTONIETTA

La regina cercava distrazioni altrove ma cominciava a essere biasimata per le stesse cose che avevano recato biasimo, in passato, alle favorite del re. e Luigi XVI, incapace di opporsi ai capricci della moglie, si comportava con lei come il cortigiano più premuroso. Si offrì addirittura di pagare con il suo appannaggio reale i debiti cui lei non riusciva a far fronte. 

Sempre più preoccupata per il destino della figlia, al quale era legato quello della famosa alleanza, Maria Teresa esortò il figlio Giuseppe a recarsi in Francia. voleva che facesse ragionare la sorella e rafforzare il legame tra l'Austria e la Francia. Giuseppe si sarebbe recato in Francia la Primavera seguente. Quel 18 Aprile 1777, Maria Antonietta attendeva il fratello con eccitazione. Fratello e sorella caddero l'uno nelle braccia dell'altra e rimasero stretti in un lungo abbraccio silenzioso. Quanti ricordi si riversarono nella mente della regina!

Maria Antonietta aprì il suo cuore, saltando da un argomento all'altro e confidò al fratello i minimi dettagli della sua esistenza, le sue gioie e le sue disillusioni. Giuseppe l'ascoltò. Quando Maria Antonietta si sfogava con il fratello, Giuseppe ascoltava e stava attento a non esprimere la minima opinione, incoraggiando così la giovane a confessioni sempre più intime. Il fatto poi che Madame du Barry fosse informata dal re in persona di tutte le sue disgrazie private accresceva la sua sofferenza.

Quando Maria Antonietta gli ebbe ormai raccontato ciò che per lui era essenziale, Giuseppe cominciò a raccontare il suo pensiero. A parere dell'imperatore, la sorella frequentava gente frivola e antipatica e, dopo avere trascorso tre settimane a Versailles, Giuseppe poté valutare la gravità dei conflitti che tenevano separati Luigi XVI e Maria Antonietta. 

L'OBBLIGO DI PROCREARE

Luigi XVI e Maria Antonietta avevano l'obbligo di procreare e il dovere coniugale era per loro un vero e proprio cruccio. Stancatasi ben presto delle prodezze del marito, ancora una volta si aggrappò a qualunque scusa pur di eludere il letto coniugale. Aveva ripreso la sua folle vita di piaceri e restava alzata fino a tardi, qualunque ora si facesse. Quando le capitava di andare a letto presto, Maria Antonietta rifiutava di concedergli si. 

Se ne ebbe la prova durante una gita a Fontainebleau. Luigi XVI trovò la porta dell'appartamento della regina chiusa e se ne tornò silenziosamente nella sua camera da letto sotto gli occhi di una folla di cortigiani sorpresi e imbarazzati. Di sicuro non era la prima volta che subiva questo scacco, ma almeno a Versailles il passaggio segreto teneva simili delusioni lontane dallo sguardo altrui. 

Pietro Leopoldo d'Asburgo Lorena, granduca di Toscana - Anton Raphael Mengs, 1770 Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, granduca di Toscana - Anton Raphael Mengs, 1770

L'IMPERATORE GIUSEPPE SCRIVE AL FRATELLO LEOPOLDO RIVELANDO I PROBLEMI DI LETTO DELLA COPPIA REALE

Giuseppe parlò anche con il re di Francia che, di natura riservata, si aprì davanti quella figura che tutta Europa temeva e ammirava. Giuseppe scrive così una lettera al fratello Leopoldo rivelando il triste segreto del letto reale:

nel letto coniugale, ha erezioni normali: introduce il membro, rimane dentro senza muoversi per circa due minuti, poi lo ritrae senza eiaculare, e, ancora in erezione, augura la buonanotte. E' una cosa incomprensibile, perché a volte ha emissioni notturne, ma mentre è dentro e durante l'atto, mai. Ed è soddisfatto, e afferma con grande sincerità che lo faceva semplicemente per un senso del dovere e che non gli piace. Oh, se solo avessi potuto essere presente una volta, mi sarei occupato di lui: dovrebbe essere frustrato, così butterebbe sperma come un asino. Inoltre, mia sorella ha poco carattere e insieme sono due totali sprovveduti. 

Giuseppe fu severo nel giudicare quello strano cognato.

è stato cresciuto male: il suo aspetto non lo agevola, ma è onesto. E' debole con chi sa come intimidirlo e di conseguenza viene comandato a bacchetta. Quest'uomo è debole, ma non uno sciocco. Ha idee, intelligenza, ma è apatico nel corpo e nella mente. Insomma, il fiat lux (sia fatta la luce) deve ancora arrivare: non è ancora sviluppato

Della sorella, nonostante tutti gli spiacevoli pettegolezzi, comprese che la sua virtù era rimasta intatta. Tuttavia criticò la sua fame insaziabile di piaceri futili e pericolosi. La biasimò

perché non adempie in maniera soddisfacente né ai suoi doveri di moglie né a quelli di Regina... è sventata e spinta a correre tutto il giorno da una dissolutezza all'altra. Pensa soltanto a divertirsi. Non prova nulla per il re.

Al termine del soggiorno a Versailles, Giuseppe diede alla sorella un lungo elenco di istruzioni che ricapitolavano i suoi doveri di moglie e di Regina. 

Maria Antonietta sigilla la sua preziosa amicizia con Élisabeth Vigée Le Brun

Luigi XV riferendosi a Madame du Barry: "Mi ha dato piaceri di cui ignoravo l’esistenza"

Madame de Pompadour - Francois Boucher, 1756

la famiglia Mozart ospite a cena dal re di Francia Luigi XV

una giovane Maria Antonietta a Versailles

se si spegne anche la quarta candela, lo considererò un pessimo presagio