Uno di quei viaggiatori americani fu Harry Franck. Appena 27enne era già un affermato scrittore quando nell'aprile del 1919 (solo cinque mesi dopo l'armistizio) si mise in viaggio per esplorare la Germania non occupata a est del Reno.
Le radici tedesche di Franck lo rendevano particolarmente sensibile alle umiliazioni imposte ai civili dall'occupazione militare della renania. Franck annotò che ai tedeschi non era permesso viaggiare, scrivere lettere, telefonare, telegrafare o pubblicare il giornale senza l'autorizzazione americana né tantomeno veniva loro concesso di bere qualcosa che avesse una gradazione alcolica superiore alla birra o al vino, o trovarsi in un caffè senza un permesso scritto.
Scrisse Franck che l'anticomunismo è l'antisemitismo, che sarebbero divenuti tratti caratteristici della Germania nel periodo tra le due guerre, erano già molto evidenti. Tutti i muri disponibili erano tappezzati di manifesti dai colori accesi che mettevano in guardia dalle efferatezze che il bolscevismo avrebbe compiuto nei confronti della popolazione, se mai questa avesse abbassato la guardia. Veniva diffuso un appello per reperire volontari e fondi
Dopo che le condizioni del Trattato di Versailles vennero rese note nel maggio 1919, Franck notò un fiorire di manifesti ancora più pieni di livore. Ne conservò uno che riportava un messaggio tipico:
FINE DEL MILITARISMO
INIZIO DEL DOMINIO EBRAICO!
Abbiamo combattuto per 50 mesi al fronte con onore, imbattuti. Ora siamo tornati a casa, vergognosamente traditi da disertori ammutinati! Speravamo di trovare una Germania libera, con un governo del popolo. Cosa ci viene offerto?
UN GOVERNO DI EBREI!
la partecipazione degli ebrei ai combattimenti al fronte è stata pressoché nulla. La loro partecipazione al nuovo governo ha già raggiunto l'80%! Eppure gli ebrei in Germania rappresentano appena l'1,5% della popolazione!
APRITE GLI OCCHI!
compagni, conoscete le sanguisughe!
compagni, chi è andato al fronte come volontario?
Chi è stato seduto per lo più nel fango? Noi!
Chi è rimasto a casa come addetto ai servizi militari?
Gli ebrei!
Chi è stato Comodamente seduto al sicuro nelle mense negli uffici?
Quali medici hanno protetto quelli della loro razza dalle trincee?
Chi ci ha sempre dichiarati "abili al servizio" benché fossimo ridotti a brandelli?
Compagni, in quanto popolo libero vogliamo decidere da soli ed essere governati da uomini della NOSTRA razza! L'assemblea nazionale deve portare al governo solo uomini con il NOSTRO sangue e le NOSTRE idee! Il nostro motto deve essere
LA GERMANIA AI TEDESCHI!
ABBASSO GLI EBREI!
Ma come non tardarono a scoprire Franck e Stewart Roddie , nel 1919 c'era una sola vera questione che stava a cuore ai berlinesi ed era il cibo. Qualsiasi conversazione cadeva ben presto su questo argomento che, con la sola accezione dei ricchi e degli speculatori, toccava ogni aspetto della vita di tutti.
Stuart Roddie scrisse che i mercati erano stati convertiti in cucine pubbliche dove migliaia di persone di ogni classe sociale venivano sfamate quotidianamente. la fame è una grande livella. Lo spazzino stava a gomito al gomito con il professore universitario. E che aspetto singolare avevano! Miseri, denutriti, emaciati e tremanti.
Quando nel novembre del 1923 l'iperinflazione raggiunse il suo picco, si vedeva il pietoso spettacolo della gente per bene mezza nascosta dietro gli alberi del Tiergarten che tendeva timidamente la mano in cerca di carità.
Il 15 agosto 1923 un rapporto di 12.369.000 marchi per una sterlina; il 9 novembre (il giorno del fallito putsch di Hitler) è registrato un rapporto di 2,8 miliardi che diventano 18 miliardi 5 settimane dopo.
Il 24 ottobre 1929, "il giovedì nero", il crack della borsa di Wall Street spazzò via le speranze della Germania di una prosperità duratura. Ad un anno dal crack, la miscela di Berlino ribolliva di disoccupazione, malnutrizione, panico in borsa, odio per il Trattato di Versailles e altri potenti ingredienti. In altre parole, esattamente le condizioni delle quali i nazionalsocialisti avevano bisogno per convincere gli elettori che la miscela di Hitler, formata da dittatura, odio e perverso patriottismo offrisse loro l'unica speranza di rinnovamento della nazione
Cicely Hamilton (Attrice, scrittrice di romanzi, giornalista e femminista), una viaggiatrice assennata che non simpatizzava di certo per i nazisti, rispecchiava il punto di vista di molti suoi connazionali quando cercava di giustificare l'antisemitismo tedesco; individuò l'invidia come prima causa della judenhetze (odio per gli ebrei):
un popolo che ha sofferto ed è ridotto in miseria vede una razza che si arrampica e prospera sulle rovine delle sue fortune. Non sorprende che nei loro cuori si insinui l'invidia e ringhino delle accuse di sciacallaggio contro tutti coloro che appartengono a quella razza. Non è forse per il fatto di essersi ingrassato con le miserie altrui che oggi Israele abita da gran signore su Kurfurstendamm, un tempo il quartiere aristocratico, il Mayfair della Berlino Imperiale?
I ministri britannici e francesi visitarono la Germania in un periodo di forte crisi economica. Il fallimento di una banca austriaca nel maggio 1931 aveva innescato un crack finanziario su scala europea, inasprendo la depressione già di per sé grave. La povertà e la paura si moltiplicarono, portando altra acqua al mulino fascista.
I PRIMI 100 GIORNI DI HITLER
La trovata propagandistica di Goebbels deve aver dato da riflettere anche ai più entusiasti. La cerimonia del rogo dei libri in oltre 30 città universitarie tedesche mise a nudo le intenzione dei nazisti, riportando alla mente le famose parole di Heinrich Heine.Lungo un percorso di 8 km gli studenti, con le loro torce sollevate, scortarono i camion nei veicoli che erano stati requisiti per il trasporto dei libri censurati.
Mentre i falò ardevano in tutto il paese, Frederick Birchall del New York Times, concludeva il suo articolo per il New York Times: sta andando in fumo qualcosa di più del pregiudizio e dell'entusiasmo dello studente universitario.
Stanotte è stato bruciato molto del vecchio liberalismo tedesco, sempre che ve ne fosse ancora tracce. Hitler era il potere esattamente da 100 giorni.
là dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini
Heinrich Heine
LA GIOVENTU' HITLERIANA
Nel 1933 nessun viaggiatore straniero in Germania, per quanto distratto, poteva fare a meno di notare quanto i giovani fossero coinvolti nel movimento nazista, sia che facessero parte delle SA, delle SS, della gioventù hitleriana o che fossero impegnati nel lavoro volontario. Dopo averli osservati attentamente per tre settimane, Hankey (capo di gabinetto di Lloyd George durante la prima guerra mondiale) si spiegò meglio la paranoia dei francesi, dato che sembrava impossibile che quei giovani appassionati e disciplinati non avrebbero preteso di imbracciare le armi al primo segnale di pericolo.
Il dottor William Boyle e signora si ritrovarono inaspettatamente faccia a faccia con la realtà dell'antisemitismo. Si erano sposati da poco a Nairobi, dove William faceva il medico. Suo suocero, il generale di Brigata sir Joseph Byrne, era governatore del Kenya. Dopo essere tornati in Inghilterra per far visita alle loro famiglie, i due decisero di trascorrere la luna di miele in Germania.
Sfoggiavano una vistosa sigla GB ma, nonostante il raffreddamento delle relazioni tra il Governo britannico e quello nazista, quegli adesivi rimanevano un'attrazione per i tedeschi comuni, che, appena ne vedevano uno, facevano di tutto per essere gentili con il suo possessore.
In una giornata soleggiata a Francoforte, Eithne e William avevano appena parcheggiato la loro auto e si stavano accingendo a fare i turisti, quando vennero avvicinati da una donna ebrea e da un adolescente. La ragazza, che zoppicava vistosamente, aveva circa 15 anni e indossava una scarpa ortopedica con la suola spessa.
La donna venne subito al sodo punto. Aveva visto la sigla GB sulla loro auto e a quel punto supplicò la coppia di portare sua figlia in Inghilterra con loro. A prendere la decisione fu Eithne. Avendo visto abbastanza durante la loro vacanza, da rendersi conto che le aspettative di una ragazza ebrea con disabilità nella Germania nazista erano tutt'altro che rosee, accettò immediatamente. Fu uno straordinario gesto di carità da parte sua, e un atto di grande fiducia da parte di quella mamma.
Quando scoprì che la figlioletta non sarebbe finita in Inghilterra, bensì in Africa, non cambiò idea, un altro segno della sua disperazione. Di una cosa sola le importava, far uscire sua figlia dalla Germania. Dopo che il consolato britannico ebbe approntato i documenti necessari, il dottor Boyle e signora proseguirono la vacanza, questa volta con la ragazza sul sedile posteriore. Una foto di Greta, scattata diversi anni dopo, la ritrae nel giardino dei Boyle a Nairobi, con in braccio la figlia neonata della coppia. Appare molto sorridente 🥰