L’uomo che misura le nuvole - Jan Fabre

l’uomo che misura le nuvole - Jan Fabre

una figura di uomo tutto d'oro che misura le nuvole, si vede svettare sopra la chioma degli ulivi, in bilico sull'ultimo piolo di una lunghissima scala. D'oro i capelli, e la pelle del viso e delle braccia; d'oro La camicia con le maniche arrotolate, i pantaloni e la cintura che tiene stretti i pantaloni, le scarpe e le stringhe delle scarpe, gli occhi e gli occhiali

con il capo inclinato all'indietro, le mani protese verso il cielo e strette intorno al righello, cerca di prendere le misure alle nuvole che passano: impresa titanica, perché niente è più inafferrabile delle formazioni vaporose, pronte a mutare aspetto e dimensioni in una manciata di secondi.  L'uomo che misura le nuvole era nato nel 1998 dalle mani dell'artista belga Jan Fabre e, che a quel tempo aveva 40 anni. Lo fece in bronzo e silicone, con una doratura su tutta la superficie.

LA MORTE DEL FRATELLO

L'uomo che misura le nuvole è un omaggio di Jan al fratello Emile, scomparso troppo presto, e le cui sembianze sono riflesse in quel quelle del sognatore in cima alla scala. L'ispirazione gli è arrivata dalla storia di Robert Stroud, raccontata Nel 1955 dal giornalista americano Thomas Gaddis nel libro birdman of Alcatraz.

CHI ERA ROBERT STROUD

nato nel 1890 a Seattle, Washington, aveva 13 anni quando era scappato di casa. A 18 anni era finito in Alaska e si era messo con una prostituta che aveva il doppio della sua età. A 19 anni aveva ammazzato un uomo che aveva picchiato la sua compagna, e per questo era finito in carcere. Qui, aveva continuato ad aggredire infermieri e detenuti, e alla fine avevo ucciso una guardia. Condannato all'impiccagione, era riuscito a farla commutare in ergastolo a vita. Quando morì aveva 73 anni e ne aveva trascorso in prigione 54, di cui oltre 40 in isolamento.

Fu durante l'isolamento che si mise a studiare i canarini. Ne aveva raccolto uno caduto dal nido nel cortile del carcere, e l'aveva allevato. Arrivò ad averne 300, nella sua cella, e scoprì le loro malattie e il modo di curarle, ed espose le sue scoperte in due libri che riscossero molto successo e la stima degli scienziati. La reazione del sistema penitenziario fu tremenda: fu trasferito da Alcatraz, noto per la durezza con cui venivano trattati i detenuti. Gli fu proibito di continuare i suoi studi sugli uccelli. Al giornalista Gaddis, che nel 1959 avevo ottenuto il permesso di incontrarlo per pochi minuti, e gli aveva chiesto che cosa avrebbe fatto fuori se un giorno fosse riuscito a ottenere la libertà, rispose: misurerò le nuvole

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