Gellio, Notti attiche: Praefatio, pag 2

Gellio, Notti attiche: Praefatio

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Praefatio
[XI] Sed ne consilium quidem in excerpendis notandisque rebus idem mihi, quod plerisque illis, fuit [11] Ma non ci fu per me negli argomenti da scegliere e da annotare lo stesso proposito, che per la maggior parte di quelli
Namque illi omnes et eorum maxime Graeci multa et varia lectitantes, in quas res cumque inciderant, "alba" ut dicitur "linea" sine cura discriminis solam copiam sectati converrebant, quibus in legendis ante animus senio ac taedio languebit, quam unum alterumve reppererit, quod sit aut voluptati legere aut cultui legisse aut usui meminisse Infatti tutti quelli e di loro soprattutto i Greci che leggono molte e varie cose, fra le cose in cui comunque si erano imbattuti, con una "linea bianca" come si dice, avevano raccolto senza cura di una scelta avendo seguito la sola quantità, nel leggere le quali cose l'animo cederà alla fatica ed alla noia prima, che abbia trovato una cosa o un'altra, che sia o per il piacere di leggere o aver letto per la cultura o aver ricordato per l'utilità
[XII] Ego vero, cum illud Ephesii viri summe nobilis verbum cordi haberem, quod profecto ita est: polymathie noon ou didaskei, ipse quidem volvendis transeundisque multis admodum voluminibus per omnia semper negotiorum intervalla, in quibus furari otium potui, exercitus defessusque sum, sed modica ex his eaque sola accepi, quae aut ingenia prompta expeditaque ad honestae eruditionis cupidinem utiliumque artium contemplationem celeri facilique compendio ducerent aut homines aliis iam vitae negotiis occupatos a turpi certe agrestique rerum atque verborum imperitia vindicarent [12] Io invece, avendo nell'animo quella frase del personaggio di Efeso sommamente famoso, che certamente è tale: molte conoscenze non istruiscono la mente, io stesso con i volumi alquanto numerosi da svolgere ed esaminare sempre durante tutti gli intervalli degli affari, in cui potei rubare l'ozio, mi sono esercitato e stancato, ma ricavai poche cose da essi e solo quelle, che fornivano o menti aperte e disponibili al piacere di un'onesta conoscenza e alla contemplazione di arti utili con un veloce e semplice compendio o liberavano gli uomini occupati già in altri impegni della vita da una vergognosa e certo rozza ignoranza delle cose e delle parole

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 3, 11-14

[XIII] Quod erunt autem in his commentariis pauca quaedam scrupulosa et anxia vel ex grammatica vel ex dialectica vel etiam ex geometrica, quodque erunt item paucula remotiora super augurio iure et pontificio, non oportet ea defugere quasi aut cognitu non utilia aut perceptu difficilia [13] Poiché ci saranno dunque in questi commentari poche cose alcune minuziose e sottili o di grammatica o di dialettica o anche di geometria, e poiché ci saranno anche piccole cose più difficili riguardo al diritto divinatorio e pontificio, non occorre tralasciarle come o non utili da capire o difficili da percepire
Non enim fecimus altos nimis et obscuros in his rebus quaestionum sinus, sed primitias quasdam et quasi libamenta ingenuarum artium dedimus, quae virum civiliter eruditum neque audisse umquam neque attigisse, si non inutile, at quidem certe indecorum est Infatti non abbiamo fatto scavi troppo profondi e complicati di ricerche su queste cose, ma abbiamo fornito alcune basi e quasi assaggi di arti liberali, che se non inutile, non è certo indecoroso che un uomo civilmente erudito non abbia mai né udito né trattato

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 12, 12-13

[XIV] Ab his igitur, si cui forte nonnumquam tempus voluptasque erit lucubratiunculas istas cognoscere, petitum impetratumque volumus, ut in legendo, quae pridem scierint, non aspernentur quasi nota involgataque [14] Da queste cose dunque, se per caso per qualcuno ci sarà talvolta il tempo e la voglia di conoscere questi piccoli opuscoli, abbiamo da chiedere e sperare, che nel leggere, non disprezzino le cose che già abbiano conosciuto, come risapute e comuni
[XV] Nam ecquid tam remotum in litteris est, quin id tamen complusculi sciant [15] Infatti cosa c'è di tanto nascosto nelle lettere, che tuttavia molti non lo conoscano

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 1, 12

et satis hoc blandum est non esse haec neque in scholis decantata neque in commentariis protrita Ed è sufficientemente gradito ciò che queste cose non siano decantate né nelle scuole né ripetute nei commentari
[XVI] Quae porro nova sibi ignotaque offenderint, aequum esse puto, ut sine vano obtrectatu considerent, an minutae istae admonitiones et pauxillulae nequaquam tamen sint vel ad alendum studium vescae vel ad oblectandum fovendumque animum frigidae, sed eius seminis generisque sint, ex quo facile adolescant aut ingenia hominum vegetiora aut memoria adminiculatior aut oratio sollertior aut sermo incorruptior aut delectatio in otio atque in ludo liberalior [16] Quelle cose che poi avranno trovato nuove e sconosciute per loro, penso essere giusto, che valutino senza inutile denigrazione, se queste scarne osservazioni siano anche tuttavia poi esigue o assimilate per alimentare lo studio o fredde per dilettare e scaldare l'animo, ma siano di questo e del tipo di seme, da cui facilmente si sviluppano o ingegni più vigorosi di uomini o un ricordo più sicuro o un'orazione più efficace o un discorso più corretto o un piacere più gradevole nell'ozio e nel passatempo

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[XVII] Quae autem parum plana videbuntur aut minus plena instructaque, petimus, inquam, ut ea non docendi magis quam admonendi gratia scripta existiment et quasi demonstratione vestigiorum contenti persequantur ea post, si libebit, vel libris repertis vel magistris [17] Poi le cose che sembreranno poco chiare o meno sviluppate e complete, chiediamo, dico, che non le considerino scritte a motivo di istruire più che d'informarli e come contenti per la dimostrazione delle tracce poi le seguano, se piacerà, o con i libri trovati o con i maestri