Gellio, Notti attiche: Liber 13, 25-31, pag 3

Gellio, Notti attiche: Liber 13, 25-31

Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 13, 25-31
Verba Plauti haec sunt: sed earum nutrix qua sit facie, mi expedi

- statura non magna, corpore aquilost

- ipsa east

- specie venusta, ore atque oculis pernigris

- formam quidem hercle verbis depinxti probe

[VII] Praeterea memini Quadrigarium in undevicesimo "faciem" pro statura totiusque corporis figura dixisse

[XXXI] Quid sit in satura M

Varronis "caninum prandium"

[I] Laudabat venditabatque se nuper quispiam in libraria sedens homo inepte gloriosus, tamquam unus esset in omni caelo saturarum M

Varronis enarrator, quas partim Cynicas, alii Menippeas appellant

Et iaciebat inde quaedam non admodum difficilia, ad quae conicienda adspirare posse neminem dicebat

[II] Tum forte ego eum librum ex isdem saturis ferebam, qui Hydrokyon inscriptus est
Queste sono le parole di Plauto: ma di quale aspetto sia la loro nutrice, spiegami

- non è di alta statura, di corporatura scura

- è lei

- di bell'aspetto, con faccia e occhi molto scuri

- per dio, certo hai descritto esattamente la figura a parole

[VII] Inoltre mi ricordo che Quadrigario nell'undicesimo libro ha detto "aspetto" invece di statura e forma di tutto il corpo

[XXXI] Cosa sia nella satira di M

Varrone "caninum prandium"

[I] Un tale, uomo scioccamente superbo recentemente si lodava e vantava sedendo in una libreria, come se fosse il solo narratore sotto ogni cielo delle satire di M

Varrone, che chiamano in parte Cyniche, altri Menippee

E vantava poi alcune affatto difficili, le quali diceva che nessuno poteva aspirare ad interpretare

[II] Allora per caso portavo quel libro delle stesse satire, che fu intitolato Il cane d'acqua
[III] Propius igitur accessi et: "nosti," inquam "magister, verbum illud scilicet e Graecia vetus musicam, quae sit abscondita, eam esse nulli rei

oro ergo te, legas hos versus pauculos et proverbii istius quod in his versibus est, sententiam dicas mihi"

[IV] "Lege" inquit "tu mihi potius, quae non intellegis, ut ea tibi ego enarrem"

[V] "Quonam" inquam "pacto legere ego possum, quae non adsequor

indistincta namque et confusa fient, quae legero, et tuam quoque impedient intentionem"

[VI] Tunc aliis etiam, qui ibi aderant, compluribus idem comprobantibus desiderantibusque accipit a me librum veterem fidei spectatae luculente scriptum

[VII] Accipit autem inconstantissimo vultu et maestissimo

[VIII] Sed quid deinde dicam

non audeo hercle postulare, ut id credatur mihi
[III] Andai dunque più vicino e dissi : "Conosci certamente, maestro, quell'antica frase della Grecia che quella musica, che è nascosta, non è di alcun effetto

Dunque ti prego, che tu legga questi pochi versi e mi dica il senso di tale proverbio che è in questi versi"

[IV] "Leggimi piuttosto -dice-, quelli che non capisci, affinché te li spieghi"

[V] "In che modo-dico-posso leggere, le cose che non capisco

Infatti saranno indistinte e confuse, quelle che avrò letto, e distrarranno anche la tua attenzione"

[VI] Allora poiché anche molti altri, che erano qui presenti, approvavano e chiedevano la stessa cosa, ricevette da me il vecchio libro di provata credibilità scritto chiaramente

[VII] Ricevette dunque con espressione molto turbata e molto preoccupata

[VIII] Ma che dico ancora

Non oso per dio chiedere, che mi si creda ciò
[IX] Pueri in ludo rudes, si eum librum accepissent, non hi magis in legendo deridiculi fuissent; ita et sententias intercidebat et verba corrupte pronuntiabat

[X] Reddit igitur mihi librum multis iam ridentibus et: "vides" inquit "oculos meos aegros adsiduisque lucubrationibus prope iam perditos; vix ipsos litterarum apices potui conprehendere; cum valebo ab oculis revise ad me et librum istum tibi totum legam"

[XI] "Recte" inquam "sit oculis, magister, tuis; [XII] sed, in quo illis nihil opus est, id, rogo te, dicas mihi: "caninum prandium" in hoc loco, quem legisti, quid significat

" [XIII] Atque ille egregius nebulo quasi difficili quaestione proterritus exsurgit statim et abiens "non" inquit "parvam rem quaeris; talia ego gratis non doceo"
[IX] Se avessero preso quel libro fanciulli inesperti nel divertimento, essi non sarebbero stati più ridicoli nel leggere; così sia spezzava le frasi sia pronunciava scorrettamente le parole

[X] Poi mi restituì il libro mentre già molti ridevano e disse: "Vedi i miei occhi malati e ormai quasi perduti per gli studi assidui; a stento ho potuto individuare gli stessi apici delle lettere; quando guarirò con gli occhi torna da me e ti leggerò tutto questo libro"

[XI] "Ci sia buona salute per i tuoi occhi, maestro, -dico-; [XII] ma, in ciò nulla è necessario per loro, questo, ti chiedo, che tu mi dica: "che significa 'caninum prandium' in questo passo, che ho letto

[XIII] E quel famoso ciarlatano quasi preoccupato per la difficile questione subito s'alzò e allontanandosi disse "non chiedi una piccola cosa; non spiego gratuitamente queste cose"

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Latino: dall'autore Gellio, opera Notti attiche parte Liber 11, 17-18

[XIV] Eius autem loci, in quo id proverbium est, verba haec sunt: "Non vides apud Mnesitheum scribi tria genera esse vini, nigrum, album, medium, quod vocant kirron, et novum, vetus, medium

et efficere nigrum viris, album urinam, medium pepsin

novum refrigerare, vetus calefacere, medium esse prandium caninum

" [XV] Quid significet "prandium caninum", rem leviculam diu et anxie quaesivimus

[XVI] Prandium autem abstemium, in quo nihil vinipotatur, caninum dicitur, quoniam canis vino caret

[XVII] Cum igitur "medium vinum" appellasset, quod neque novum esset neque vetus, et plerumque homines ita loquantur, ut omne vinum aut novum esse dicant aut vetus, nullam vim habere significavit neque novi neque veteris, quod medium esset, et idcirco pro vino non habendum, quia neque refrigeraret neque calefaceret

"Refrigerare" id dicit, quod Graece psychein dicitur

[XIV] Queste sono le parole, dunque di quel passo, in cui c'è questo proverbio: "Non vedi essere scritto in Mnesiteo che ci sono tre tipi di vino, nero, bianco, mediano, che chiamano rossiccio, e il nuovo, il vecchio, il medio

E che il nero aiuta le forze, il bianco l'urina, il medio la digestione

Che il nuovo rinfresca, il vecchio riscalda, che il medio è il prandium caninum

" [XV] Abbiamo chiesto a lungo e ansiosamente una piccola cosa, che significasse "pradium caninum"

[XVI] Si dice prandium caninum o astemio, quello in cui non si beve alcun vino, perché il cane è privo del vino

[XVII] Avendo dunque chiamato "vino medio", quello che non era né nuovo né vecchio, e glì uomini generalmente affermano così, che dicono che tutto il vino è o nuovo o vecchio, indicò che non ha alcuna forza né del nuovo né del vecchio, poiché era di mezzo, e perciò non doversi considerare come vino, perché né rinfrescava né riscaldava

"Si dice rinfrescare - dice- ciò che in greco si dice psychein

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