Tre sono le tappe fondamentali che si riferiscono alla discesa agli inferi nella bibliografia greca: OMERO, Odissea L'avventuroso viaggio di ritorno degli eroi greci dalla guerra di Troia, costituì un motivo per varie leggende, ma solo quello di Odisseo è rimasto famoso e oggetto di una tradizione letteraria, proprio poiché narrato in forma ampia e unitaria nell'Odissea.
Il poema è composto in 24 Libri, può essere suddiviso in tre parti: i primi quattro Libri costituiscono la Telemachia (viaggio di Telemaco in cerca del padre); I libri dal V al XII narrano le peripezie accadute ad Odisseo presso i Faeci; infine nei libri dal XIII al XXIV è narrato il ritorno dell'eroe in patria e la vendetta contro i pretendenti. In questa trattazione si esaminerà la seconda parte del racconto in cui, fra le altre avventure, è raccontato il viaggio negli inferi dell'eroe. Capitato nella terra dei Lestrigoni, Odisseo era arrivato presso la maga Circe e, dopo aver liberato i suoi compagni e scampato all'incantesimo della maga grazie all'aiuto d'Ermete, soggiornò con i suoi uomini nella stupenda dimora della donna cibandosi con abbondanti carni e bevendo dolce vino, per giorni e stagioni. I suoi uomini, però, non si erano dimenticati lo scopo del loro viaggio e il desiderio di tornare in patria e riabbracciare i propri familiari era ancora forte in ognuno di loro, a tal punto che quasi tutte le sere imploravano il comandante di convincere la maga a lasciarli partire. Una sera Circe, coricata nel letto con Odisseo, ascoltò le sue preghiere, ma prima di andarsene sarebbe dovuto andare alla casa d'Ade e di Persefone, per conoscere da Tiresia il suo destino.
Odisseo, udite queste parole, non poté fare a meno di piangere, ma la sua prima preoccupazione fu di chiedere chi l'accompagnasse in questo viaggio (il bisogno di porre una guida per affrontare il cammino negli inferi è sentito anche da Dante, il quale pone un illustre personaggio, modello e maestro sia nella vita sia nella letteratura, oltre che fondamentale aiutante nell'impresa).
Omero, però, pur riconoscendo il bisogno di un accompagnatore per Ulisse, non affida questo compito ad un personaggio in particolare: l'eroe greco è guidato e assistito dagli dei e dai suoi compagni. La nave d'Ulisse fu guidata da venti favorevoli nel luogo indicato da Circe, ivi l'eroe compì tutti i gesti rituali e propiziatori consigliatigli dalla maga, le anime degli abitanti degli inferi lo circondavano, fra queste riconobbe quella del suo compagno appena morto Elpenore, il quale commosso, lo implorò di ricordarsi di lui e di offrirgli una giusta sepoltura (questo è il primo incontro che fa Odisseo: il tema del ritrovamento di un amico o di un conoscente è un topos utilizzato anche da altri autori ed è una tappa sempre presente nei racconti di viaggi nell'Aldilà).