Cicerone, In Verrem: 01; 01-05, pag 3

Cicerone, In Verrem: 01; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 01; 01-05
Quam ob rem vero se confidat aliquid perficere posse, hoc praetore, et hoc consilio, intellegere non possum Ciò che invece non riesco a capire sono i motivi che lo spingono a nutrire fiducia di poter ottenere qualche buon risultato con un pretore e una giuria come questi nostri
Unum illud intellego (quod populus Romanus in reiectione iudicum iudicavit), ea spe istum fuisse praeditum ut omnem rationem salutis in pecunia constitueret; hoc erepto praesidio, ut nullam sibi rem adiumento fore arbitraretur La sola cosa che riesco a capire ( e questa è stata pure lopinìone del popolo romano al momento della recusazione dei giudici ) è che costui riponeva ogni speranza di salvezza in un solo mezzo, il denaro, e che, strappato che gli fosse questappoggio, niente più, secondo lui, poteva aiutarlo
[4] Etenim quod est ingenium tantum, quae tanta facultas dicendi aut copia, quae istius vitam, tot vitiis flagitiisque convictam, iampridem omnium voluntate iudicioque damnatam, aliqua ex parte possit defendere [4] Qual è, intatti, luomo dotato di un ingegno tanto grande, di unabilità oratoria o di una facondia sì brillanti da essere in grado di difendere in qualche modo la vita dellimputato carica di tanti vizi e di tante infamie irrefutabili e già da un pezzo condannata nel desiderio e nel giudizio di tutti

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Cuius ut adulescentiae maculas ignominiasque praeteream, quaestura [primus gradus honoris] quid aliud habet in se, nisi [Cn Carbonem spoliatum] a quaestore suo pecunia publica nudatum et proditum consulem Delle vergogne che macchiano la sua giovinezza non voglio parlare; ebbene, la sua questura, che è il primo gradino della scala delle cariche pubbliche, ecco quello che ci presenta, se non Gn Carbone derubato dal suo questore del pubblico denaro, il console lasciato senza nsorse e tradito
Desertum exercitum Lesercito piantato in asso

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Relictam proviciam La provincia abbandonata
Sortis necessitudinem religionemque violatam I sacri legami della sorte violati

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 21-25

Cuius legatio exitium fuit Asiae totius et Pamphyliae: quibus in provinciis multas domos, plurimas urbis, omnia fana depopulatus est, tum cum [in Cn Dolabellam] suum scelus illud pristinum renovavit et instauravit quaestorium; cum eum, cui et legatus et pro quaestore fuisset, et in invidiam suis maleficiis adduxit, et in ipsis periculis non solum deseruit, sed etiam oppugnavit ac prodidit Il suo incarico di legato costituì la rovina per lintera provincia dAsia e di Panfilia: nelle quali province, egli saccheggiò molte case, moltissime città e spogliò tutti i templi, fu allora che ripetè ai danni di Cn Dolabella linfame azione che aveva compiuta già una volta quando questore, rendendo odioso a tutti con i suoi misfatti colui che lo aveva voluto suo legato e poi proquestore, e non solo abdonandolo proprio durante lo svolgimento del processo, ma addirittura attaccandolo e tradendolo
Cuius praetura urbana aedium sacrarum fuit publicorumque operum depopulatio; simul in iure dicundo, bonorum possessionumque, contra omnium instituta, addictio et condonatio La sua pretura urbana fu tutta una spogliazione di templi e di edifici pubblici; nello stesso tempo nellamministrazione della giustizia, laggiunta e la donazione beni e proprietà in conrasto con le norme fissate da tutti i pretori precedenti

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Iam vero omnium vitiorum suorum plurima et maxima constituit monumenta et indicia in provincia Sicilia; quam iste per triennium ita vexavit ac perdidit ut ea restitui in antiquum statum nullo modo possit; vix autem per multos annos, innocentisque praetores, aliqua ex parte recreari aliquando posse videatur Però, le testimonianze e le prove più numerose e notevoli di tutti i suoi vizi è nella provincia di Sicilia ; dove durante i tre anni del suo governo ha vessato e ha provocato una rovina così grave, che è impossibile che quellisola ritorni alle sue condizioni di prima, e dovranno passare molti anni sotto il governo di propretori onesti perché possa alla fine e a malapena rimettersi a posto, sia pure in parte

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