Ideone L Tarquinius exactus, Sp Cassius, Sp Maelius, M Manlius necati, ut multis post saeculis a M Antonio [quod fas non est] rex Romae constitueretur [35] Sed ad auspicia redeamus, de quibus Idibus Martiis fuit in senatu Caesar acturus Quaero: tum tu quid egisses Audiebam equidem te paratum venisse, quod me de ementitis auspiciis, quibus tamen parere necesse erat, putares esse dicturum Sustulit illum diem fortuna rei publicae; num etiam tuum de auspiciis iudicium interitus Caesaris sustulit Sed incidi in id tempus, quod iis rebus, in quas ingressa erat oratio, praevertendum est |
La cacciata di Lucio Tarquinio e l'esecuzione capitale di Spurio Cassio, Spurio Melio e Marco Manlio hanno avuto forse lo scopo di consentire a distanza di tanti secoli a un Marco Antonio la restaurazione della monarchia [una vera empietà] [35] Ma torniamo alla questione degli auspici , della quale Cesare si sarebbe occupato nella seduta del senato del 15 marzo Domando: tu allora come ti saresti comportato Io da parte mia sentivo dire che eri venuto ben ferrato pensando che avrei preso la parola sulla falsificazione degli auspici, i quali tuttavia andavano rispettati La fortuna della repubblica annullò la trattazione di quell'ordine del giorno; ma la morte di Cesare ha forse annullato pure il tuo giudizio sugli auspici Ma ecco giungo a parlare di un punto che va anteposto all'argomento nel quale già mi ero col mio discorso inoltrato |
Quae tua fuga, quae formido praeclaro illo die, quae propter conscientiam scelerum desperatio vitae, cum ex illa fuga beneficio eorum, qui te, si sanus esses, salvum esse voluerunt, clam te domum recepisti O mea frustra semper verissima auguria rerum futurarum Dicebam illis in Capitolio liberatoribus nostris, cum me ad te ire vellent, ut ad defendendam rem publicam te adhortarer, quoad metueres, omnia te promissurum; simul ac timere desisses, similem te futurum tui Itaque, cum ceteri consulares irent, redirent, in sententia mansi; neque te illo die neque postero vidi neque ullam societatem optimis civibus cum inportunissimo hoste foedere ullo confirmari posse credidi |
Quale fuga fu la tua, che sgomento in quel giorno luminosissimo, che paura di perdere la vita s'impadronì di te, consapevole com'eri delle tue ribalderie, una fuga di cui devi essere grato a coloro che vollero la tua salvezza per vedere se avessi del cervello, e che ti portò a rifugiarti segretamente a casa tua Oh, come sono sempre caduti nel vuoto i miei presagi, per quanto confermati con la massima esattezza dagli avvenimenti posteriori Dicevo in Campidoglio a quei nostri liberatori, quando volevano che io mi recassi a casa tua per esortarti alla difesa delle istitu zioni repubblicane, che tu, finché eri sotto l'incubo della paura, avresti fatta qualunque promessa, ma che, appena ces sata la paura, saresti tornato ad essere quello che eri sempre stato E così, mentre gli altri ex consoli decidevano ora in un senso ora nell'altro, io rimasi fermo nella mia opinione; non ti vidi né quel giorno né l'indomani, né ritenni possibile alcuna alleanza, a qualunque condizione, tra i migliori dei nostri cittadini e il più pericoloso dei nemici dello stato |
Post diem tertium veni in aedem Telluris, et quidem invitus, cum omnis aditus armati obsiderent Qui tibi dies ille, M Antoni, fuit Quamquam mihi inimicus subito extitisti, tamen me tui miseret, quod tibi invideris |
Due giorni dopo mi recai nel tempio della dea Terra, e invero contro voglia, poiché tutti gli ingressi erano piantonati da uomini armati Che bel giorno fu quello per te, Antonio E anche se all'improvviso cambiasti atteggiamento divenendomi ne mico, ho comunque pietà di te, poiché sei stato il nemico di te stesso |